Il Casato Di Luna
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Il Casato Di Luna

Casato Borghese della Repubblica di Firenze
 
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 Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]

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Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Empty
MessaggioTitolo: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 18:57

Cele ha scritto:
Aurora era giunta a Pisa alle prime ore del mattino, lei e tutti i suoi compagni di viaggio erano molto stanchi.

Avevano portato con loro bauli carichi di roba e adesso le loro schiene chiedevano un po' di pietà. Alle porte della città si riposarono un attimo.

Aurora controllò che tutto fosse a posto.
Roberto come va? chiese al figlio. Lui era il più stanco di tutti, il suo baule era il più pesante e nonostante anche gli altri, a turno, lo avessero aiutato, adesso quel peso lo iniziava a sentire tantissimo. Vera, Fiamma? Voi tutto bene? guardò le nipoti che nonostante le ore di viaggio avevano negli occhi la stessa vitalità di sempre.
Akira e Sirius erano anche lì. Tutto andava bene insomma. Solo Michele era rimasto indietro, sbadato com'era si era messo a pescare e non aveva raggiunto il gruppo in tempo per poter partire con loro. Li avrebbe raggiunti l'indomani.


Dai su ragazzi incitò il gruppo Aurora chi si ferma è perso. Andiamo a presentarci ai soldati dell'esercito. I Vostri permessi li ho con me, lasciate parlare me.

Camminarono un altro po' e poi furono fermati dai soldati, Aurora parlò con loro e finalmente poterono entrare in città.

Eccoci finalmente. Andiamo. Dobbiamo incontrare i nostri amici pisani e finalmente riposeremo un po'.

Qualche ora dopo erano tutti a riposare, Aurora conversava beata in taverna con l'amica Sara e suo marito Emanuele.

Come sempre si chiaccherava dell'organizzazione dell'imminente viaggio
Stasera saliamo in nave, ti faccio vedere un po' di cose, prendi confidenza con i comandi, sistemiamo la stiva e domani torniamo sulla terra ferma. Le diceva Sara. Poi ci sono calcoli da fare, per quanto riguarda la divisione di questa merce, e poi questo... continuava l'amica sempre molto organizzata. Capisco Capisco annuiva Aurora e intanto faceva i calcoli richiesti.

Dopo qualche ora rimase un po' da sola.

Aprì il suo diario, un quaderno elegantemente rilegato che aveva acquistato per l'occasione. Lo avrebbe usato per annotare gli eventi più importanti del viaggio.

Iniziò a scrivere.


[color=orange]Pisa,
14 Gennaio, 1459

Siamo arrivati!
Alla fine siamo riusciti ad organizzarci molto bene per quanto riguardava l'enorme carico che da Livorno dovevamo portarci fino a Pisa.
Siamo tutti un po' stanchi, ma stanotte riprenderemo le forze.

Dovrò ripetere per bene tutte le regole per come guidare al meglio una Galea, non vorrei fare errori. Ma il sapore e l'odore salmastro del mare già mi danno la grinta e la forza di andare avanti.
Ho la certezza che sarà un bel viaggio.

Penso ai miei cari rimasti a Livorno, chissà come hanno trascorso questa giornata? Domani scriverò loro.[/color


Rilesse velocemente quanto scritto e poi chiuse il diario.
Era quasi l'ora di cena e tra poco sarebbero arrivati tutti i suoi amici, ne doveva ancora salutare molti.

Ordinò qualcosa di caldo all'oste.


Sayaka99 ha scritto:
Erano stati giorni e settimane convulse, le ultime prima di levare le ancore verso un viaggio che sarebbe stato sicuramente indimenticabile.
I preparativi fervevano, i calcoli necessari a caricare le Galee venifano fatti e rifatti per essere sicuri di contenere tutto al meglio.
Ogni giorno arrivavano nuove merci e nuovi partecipanti ed il gruppo diventava sempre più numeroso e coeso.

Negli uffici della Compagnia di Navigazione del Giglio d'Oro un andirivieni di funzionari si scambiava informazioni e discuteva sulla migliore organizzazione da dare a questo viaggio, che si era da subito presentato come complesso, ma senza mai perdere quell'allegria e quella cordialità che ormai da tempo univa tutti i componenti della Compagnia stessa.

Numerose missive con i Governi andavano e venivano per concordare attracchi, ingressi, permessi di vendita, trasporti.

Ogni tanto, dalla grande sala delle riunioni che affacciava sul porto, si dava uno sguardo alle due Galee della Compagnia ancorate presso le banchine del porto di Pisa e larghi sorrisi di soddisfazione illuminavano i volti degli organizzatori.

Mancava ormai poco alla partenza ed un gruppo capitanato da Aurora stava finalmente entrando in città dopo avere superato i controlli degli eserciti pisani.

Ad Aurora sarebbe spettato di condurre in mare l'Anteros, perchè Sara si era candidata a Sindaco di Pisa ed Esabelle era stata nominata Capitana della Perla Pisana, di proprietà del Municipio di Pisa ed anche lei era in partenza.

Aurora ed il gruppo di Livorno, dopo essersi un po' riposati dal viaggio, si erano incontrati in taverna con tutti gli altri per brindare, chiacchierare e divertirsi.
Avevano fraternamente riabbracciato Robermir, compagno di molte avventure che non si era tirato indietro nemmeno a questa....

Stasera saliamo in nave, ti faccio vedere un po' di cose, prendi confidenza con i comandi, sistemiamo la stiva e domani torniamo sulla terra ferma.
Poi ci sono calcoli da fare, per quanto riguarda la divisione di questa merce, e poi questo...

Sara era una perfezionista e sapeva perfettamente di essere incalzante oltre modo, ma sapeva anche, che il minimo errore avrebbe potuto produrre grossi problemi sia ai partecipanti che alla Compagnia stessa e non soltanto in termini di credibilità.
Aurora la guardava, rideva ed annuiva, ma Sara sapeva bene cosa stesse pensando e rideva a sua volta.

Dopo qualche bevuta tutti insieme in taverna, si era fatta l'ora di imbarcare per Cele, Say e Jorq.
Le Capitane si sarebbero dovute scambiare i comandi dell'Anteros e un po' alticce, sostenendosi a vicenda, erano uscite dalla taverna prendendo la strada del porto.
L'Anteros e l'Arethusa erano li, splendide e maestose ed i tre, insieme, si erano fermati sulla banchina a guardarle, così illuminate dalle piccole lanterne lasciate accese a bordo erano bellissime....infine avevano salito la passerella pervasi da un'emozione che si scambiavano dandosi occhiate soddisfatte.

Cele, la tua cabina è stata preparata, io do un'occhiata alla stiva e rifornisco la cambusa... sono un po' nervosa e non credo riuscirò a dormire questa notte.
Ma prima di tutto brindiamo a questa nuova avventura.... Ci tieni compagnia Jo? Ci beviamo un altra birra?


Cele ha scritto:
Era giunto il momento di salire sull'Anteros, dopo una buona cena e tanta birra in compagnia dei suoi grandi amici, Sara, Emanuele e Aurora si avviarono, alticci ma felici ed emozionati.

Eccoli salire tutti insieme e ammirare la nave in tutta la sua maestosità.


Cele, la tua cabina è stata preparata, io do un'occhiata alla stiva e rifornisco la cambusa... sono un po' nervosa e non credo riuscirò a dormire questa notte.
Ma prima di tutto brindiamo a questa nuova avventura.... Ci tieni compagnia Jo? Ci beviamo un altra birra?


Ottimo Sara disse all'amica Vado a dare un'occhiata in giro allora. Sì Jorq, rimani con noi... Ammiriamo il mare da qua, le birre ci terranno compagnia.

Aurora poi andò nella sua cabina, era tutto perfetto.
Aprì il suo diario e scrisse la seconda pagina.


Anteros,
15 Gennaio, 1459


Secondo giorno di avventura.
Sono sull'Anteros, insieme a Sara e suo marito Emanuele. Come sempre un'ottima compagnia. Le risate sono state tante e difatti anche l'effetto dell'alcool inizia a farsi sentire, e non poco. Però mi sono divertita davvero molto.

Ho assunto i comandi della nave e mi sono già fatta mostrare quasi tutto da Sara. Le cose in stiva sono state sistemate ordinatamente anche se le cose che porteranno tutti gli altri occuperanno tutto lo spazio rimanente.

Penso a tutto il gruppo rimasto a terra, a Pisa. Ma soprattutto penso ai miei familiari a Livorno, chissà se Michele è arrivato a Pisa tutto intero.

Ora meglio andare a continuare il mio giro turistico per la nave.


Chiuse il diario e raggiunse gli altri sul ponte.



Robermir ha scritto:
Superato i controlli doganali alle porte della città di Pisa, Roberto di Luna si avviò verso il porto, dove vi erano gli uffici della Compagnia Navale del Giglio d'Oro. Da tempo gli giungevano notizie di un continuo via via, ma voleva vedere con i suoi occhi.

Raggiunto le impervie vie del porto si accorse, con somma meraviglia, che la città viveva attorno a questa costruzione. Le galee erano alle banchine, marinai e capitani camminavano sulle passerelle, mozzi e scaricatori andavano e venivano continuamente dai magazzini.

Stupefatto disse: Accidenti, devo proprio dire che il fu Capoporto Ladyviola, si è impegnata davvero tanto!

Raggiunse così insieme ai livornesi la sede della Compagnia. Ivi salutò Sara che era indaffaratissima nei calcoli. Cercava di equilibrare il peso delle merci per far rimanere le navi, anche durante una tempesta, nel preciso equilibrio.

Salutò presto i compagni e raggiunse la taverna Le Chicche sperando di trovarle li, a fare ciociara. Difatti li erano...

Un sorriso si stampò sulla sua faccia...


Cele ha scritto:
Aurora era tornata sulla terra ferma da due giorni ma non aveva avuto nemmeno un minuto di tempo per riposare.

Gli ultimi calcoli erano rimasti da fare, la divisione della merce, ultimi accordi da prendere. Passava le giornate ripetendo calcoli e mandando missive alla sua "ciurma" affinchè non si dimenticassero di nulla.

Per fortuna i suoi compagni l'aiutavano e parecchio, la Compagnia Navale del Giglio d'Oro era proprio una squadra superba, organizzata e pronta in ogni momento. Le discussioni c'erano e ne veniva fuori sempre qualcosa di buono. Il divertimento di certo non mancava. Oltre ad un legame di collaborazione "lavorativa", tra i membri della Compagnia si era creato un legame affettivo molto forte, e quelli che erano per Aurora colleghi, avevano adesso le sembianze più di fratelli, sorelle, cugine, figlie e figli.

Aprì il suo diario per appuntare poche cose.


Pisa,
17 Gennaio, 1459


Le giornate trascorrono in fretta, la partenza, prevista per oggi, è stata rimandata di qualche giorno, mancano alcune cose da sistemare. Dopo partiremo per adiempiere ai nostri doveri.

Qua a Pisa si sta bene, i miei amici sono adorabili e non mi mancano le forti risate in loro compagnia.

I miei pensieri sono costantemente rivolti alla mia famiglia a Livorno.


Chiuse il diario e infine decise di prendere della carta e di scrivere a Francesca, le aveva promesso che le avrebbe dato sue notizie una volta a Pisa.

Pisa,
17 Gennaio, 1459


Carissima Francesca, amore di Zia,

mi devo scusare con te per il ritardo con cui ti sto scrivendo. Sono a Pisa da giorni ma, credimi, non ho avuto un attimo libero per potermi sedere e scrivere una missiva per Voi.

Sono ancora a Pisa, come dicevo, ma la partenza si avvicina. Roberto, Vera e Michele stanno bene, emozionati pure loro, ma tranquilli.

A casa le cose come vanno? Stai bene? Novità?

Un bacio a tutti, soprattutto ai piccoli e un abbraccio fortissimo ad Helena.

Mi mancate,
con affetto immenso,

Zia Aurora


Chiuse e sigillò la missiva. Uscì e si diresse verso il mercato dove trovò un mercante in partenza per Livorno. Consegnò la missiva per Francesca e tornò indietro, dirigendosi verso le taverne.

Sicuramente lì avrebbe trovato il resto della Compagnia.
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:00

Vindrveraly ha scritto:
Pisa.
Da quanto non vedeva le alte mura di quella città?
Da quanto non partiva dalle colline che circandavano la sua amata Livorno?
Lunghi mesi in convento e poi a casa, a Claraluna, per il Natale; e mentre il suo cuore le diceva di restare, la mente sapeva già che sarebbe dovuta tornare per continuare le cure.
Poi, invece, un evento inaspettato per lei: la ragione si era sottomessa ai dettami del cuore, e quando sua zia Aurora le aveva chiesto di partecipare ad un viaggio in Francia, aveva accettato, felice.

"Che il convento aspetti!" aveva pensato, mentre preparava i suoi bagagli per intraprendere una nuova avventura, questa volta, assieme ad alcune tra le persone che amava di più: sua zia Aurora ed i suoi cugini Michele e Roberto.


Così appena arrivati, sua zia Aurora si diresse verso la sede della compagnia mercantile di cui faceva parte, mentre agli altri fu concesso del tempo libero: quando sarebbe giunta l'ora di salpare, la zia li avrebbe avvertiti.
Fu felice di avere del tempo per riesplorare i meandri di quella città; infatti adorava Pisa, perchè, oltre ad avere quell'aria salmastra tipica delle città di lago, che le permetteva di sentirsi ancora a casa, possedeva un ricordo molto prezioso per Vera, quello del suo primo viaggio!


Dall'arrivo di Vera erano già trascorsi quattro giorni, due dei quali trascorsi nel lago pisano a pescare; purtroppo stremata dallo sforzo che compiva di giorno, la sera non aveva le forze per entrare in una delle taverne e bere qualche buona bevanda in compagnia, riversando tutta la sua stanchezza sul letto, della locanda in cui alloggiava.
Sospirava e inveiva contro se stessa, quella malattia maledetta non l'avrebbe mai lasciata in pace.

"Magari in viaggio andrà meglio.." si ritrovò a pensare, mentre si accingeva ad andare verso la locanda.


Cele ha scritto:
Ecco, questo era l'ultimo disse Aurora sigillando l'ultimo biglietto che aveva preparato. Erano tutti per i suoi compagni di viaggio. Era giunto il momento di partire e doveva avvisare tutti affinchè salissero sull'Anteros entro la giornata.

Lei era già a bordo, aveva messo a posto le ultime cose e adesso inviava la sua Evagore a destra e a manca per la città di Pisa affinchè recapitasse il messaggio a tutti.

Entrò nella Cambusa, ovviamente vuota, diede una pulita e si accertò che ci fossero viveri a sufficenza per il viaggio e buona birra da bere insieme a tutti gli altri. Infine si sedette ad un tavolo, aspettando l'arrivo degli altri passeggeri.

Aprì il diario e appuntò le ultime novità.


Pisa,
19 Gennaio, 1459


Ci siamo. Dopo cinque giorni nella città di Pisa impegnati a sistemare le ultime cose, l'ora della partenza è giunta. Entro oggi tutti dovremmo essere a bordo e quindi salperemo.

C'è un silenzio irreale quassù, da sola, solo il lento e rilassante suono delle piccole onde del porto che si infrangono delicatamente sulla Galea.
Non sappiamo ancora per quanto tempo staremo via dalla Repubblica, ma questo al momento non mi preoccupa. Scriverò ai miei cari appena possibile e so che i miei compagni di viaggio mi faranno divertire parecchio.
Forse mi preoccupa un po' il modo in cui dovrò farmi capire in quelle città, ma con la base degli studi che ho fatto e l'aiuto di mia nipote Vera, non dovrei aver problemi.

Ho già controllato tutto e la nave è in ottime condizioni, adesso non mi rimane che tornare sul ponte ed aspettare l'arrivo di tutti, dovrò aiutarli a sistemare la loro roba. Le cabine sono tutte pronte.

Che Aristotele ci guidi.

Livorno e i Di Luna sono sempre nei miei pensieri.


Richiuse il diario e lo lasciò lì sul tavolo, si gettò addosso la mantella e andò sul ponte ad aspettare gli altri, osservando orizzonti lontani che tra pochi giorni avrebbero sfiorato.


Vindrveraly ha scritto:
Il giorno era finalmente giunto.
Appena ricevuta la notizia, Vera si precipitò al porto di Pisa: l'Anteros era ormeggiata a pochi passi da lei.
Respirò a fondo, non aveva mai viaggiato su di una nave prima di allora e ciò la incuriosiva molto, ma allo stesso tempo la spaventava.
"Chissà quanto tempo impiegheremo per arrivare..chissà se il viaggio sarà tranquillo..bè tranquillo.. con zia Aurora Capitano, è un po' improbabile..".
Pensieri e sorrisi di questo genere aveva quando, superato il punto d'imbarco, raggiunse il ponte.

Qui, si mise sull'attenti alla vista di sua zia ed esclaòo: Capitano, o mio Capitano, il vostro mozzo è arrivato!
E sorridendo, l'abbracciò.


Cele ha scritto:
Capitano, o mio Capitano, il vostro mozzo è arrivato! esclamò Vera.

Aurora l'abbracciò
Corpo di mille balene, sei arrivata tesoro mio. Finalmente. La vide emozionata, era il suo primo viaggio in nave, quindi la guidò fin dentro la cabina di pilotaggio per mostrarle tutto e poi in Cambusa, dove c'erano già seduti Lorenzo e Michele.

Ecco tesoro, questo è tutto! Ambientati, sarà la tua casa per un bel po'! E io starò attenta... Vedrò di non farVi affondare sorrise Aurora.

Era il momento di salpare. Richiamò l'attenzione di tutto l'equipaggio
Ci siamo ragazzi? Pronti per quest'avventura? Adesso tocca salpare l'ancora e ovviamente io e Vera non possiamo occuparcene fece l'occhiolino a Vera con un sorrisetto furbo. Perciò ve ne occuperete Voi uomini. Poi rivolgendosi a Roberto basta che mi fai un gesto quando tutto sarà pronto così potremo partire.

E difatti, poco dopo aver raggiunto il timone insieme a Vera, Roberto fece segno che tutto era pronto, l'ancora era stata issata a bordo dell'Anteros.

Il viaggio ebbe inizio... Davanti a loro un'altra nave, un'altra Galea, l'Arethusa, con Capitano l'amica Lucy.

La scena era bellissima, l'emozione tanta. Finalmente la brezza del mare poteva scompigliare un po' i capelli di Aurora. Finalmente in viaggio.

Anche gli altri ora erano vicini al timone
Roberto, controlla un attimo tu, io annoto l'orario della partenza sul diario. Lasciò un attimo il controllo al figlio e un po' più in là continuò la pagina di diario del 19 Gennaio.

Ore 17:50, anche l'Anteros ha salpato l'ancora e adesso, poco più tardi delle 20 siamo già fuori dal porto di Pisa.
L'Arethusa è sempre fiera davanti a noi... Le operazioni iniziali sono andate bene e l'equipaggio è al completo e tutti stanno bene.

La più emozionata è Vera, al suo primo viaggio in mare, è straordinaria.
Speriamo che i venti continuino ad essere favorevoli.

Che Aristotele ci guidi.

Di Luna, Vi porto sempre nel mio cuore.


Chiuse e ripose il diario nella sacca.

Fece ritorno dagli altri
Allora ciurma, una bella canzoncina? e sorridendo al ricordo di una canzoncina sentita durante il suo lavoro da Capo Porto e da Ministro, canticchiò Granfilibustieri... Yo-oh Beviamoci su e si mise a ridere insieme al resto dell'equipaggio.


Frannymorgana ha scritto:
La missiva giuste a Claraluna e portò a Francesca un spicchio di quella felicità che le dava il sorriso di sua zia.
Leggere di lei riusciva in qualche modo ad alleviare il peso che aveva sul cuore e dovuto alla sua partenza.
Rispondere alla sua lettera l'avrebbe aiutata a superare il distacco
Prese un bel foglio di carta pergamena ed iniziò a scrivere

Zia mia adorata
la tua lontananza si sente già. Ormai averti al mio fianco è avere una sicurezza, con te vicino a me non ho timore di nulla.
Invece adesso mi sento persa, ieri sono corsa nella tua stanzaper dirti una cosa e solo quando sono arrivata davanti alla tua porta mi sono ricordata...
Dirti che mi manchi è riduttivo, con te è partito un pezzo di me.
Ti voglio ben zia mia
ti salutano tutti e ti abbracciano
scrivimi presto
ti amo
Francesca


Cele ha scritto:
Aurora era da sola in Cambusa.
Gli altri, tutti molto stanchi, erano già andati nelle loro cabine e lei era rimasta sola aspettando l'occasione giusta per sfruttare i venti, finora favorevoli, per proseguire il viaggio.

Ripose tutte le sue cose nella sacca e si strinse forte nella mantella prima di uscire sul ponte. La notte, in mare era parecchio fredda, e non era il caso di ammalarsi proprio in quel momento.

Si fermò un attimo ad osservare il mare di notte, un'oscurità da far paura, se non fosse che lei, invece, amava terribilmente il mare con tutte le sue sfumature, anche quelle così tenebrose che assumeva nelle ore più tarde della notte.

L'attenzione di Aurora fu richiamata da un verso a lei molto familiare, la sua Evagore l'aveva seguita, come poteva essere altrimenti.

Sistemò alla meglio il mantello intorno all'avambraccio e poi con un fischio richiamò il suo fedele falco.

Tutto fu veloce, come sempre. Evagore aveva individuato Aurora e ora si lanciava in picchiata verso di lei, rallentò rapida per posarsi infine lì, su quell'avambraccio coperto alla bell'e meglio.


Ho visto che hai iniziato a seguirmi da quando siamo salpati le disse Aurora accarezzandola. Poi si accorse che portava con sè un messaggio, nell'oscurità non ci aveva fatto caso.

Decise di andare nella sua cabina, iniziava a sentire freddo e poi il falco sicuramente avrebbe avuto bisogno di mangiare qualcosa dopo tutte quelle ore di volo.

Entrata sistemò prima Evagore, portandole del cibo, e poi si dedicò alla lettura della missiva che portava con sè.

Era di Francesca "Oh tesoro mio! Quanto mi è dispiaciuto lasciarti, mi manchi tantissimo" sussurrò Aurora.

Prese una pergamena e il calamaio e poi si voltò verso Evagore
Tesoro, tu domani torni a casa, da Francesca. Purtroppo non posso portarti con me fino in Francia, non ho portato niente e in più quelli non sarebbero i tuoi cieli e io non mi sentirei sicura, quindi, anche se mi dispiace tantissimo, dovrai aspettarmi a casa e tranquilla che tornerò presto. L'uccello si era avvicinato e la becchettava dalla manica del vestito. Evidentemente non voleva tornare a casa, ma Aurora non poteva portarsela dietro, non aveva portato nè cibo a sufficenza anche per lei, nè una gabbia dove tenerla durante il viaggio. Se lasci solo Mergozzo sai cosa succede vero? Le disse infine sorridendo mentre la coccolava.

Tranquillizzata Evagore si mise a scrivere la risposta per la nipote.

Al largo di Massa,
20 Gennaio, 1459


Francesca cara,

Evagore mi ha appena raggiunta con il tuo messaggio, e nonostante questa bestiolina vorrebbe seguirmi fino in Francia, sono costretta a rimandarla a casa da te, non ho con me gli strumenti necessari per garantirne le cure. Abbine cura tu in queste settimane e non farle sentire troppo la mia lontananza, nonostante sia un uccello fiero e forte, è più sensibile di quanto non si creda.

Leggo la tua lettera con un po' di tristezza. Di cosa dovresti aver timore tu amore di Zia? Sei così forte tu, una madre e una moglie incredibile.
Io in fondo, non faccio poi molto, e la forza e la protezione che dici di ricevere da me, non sono altro che il riflesso di quanto Voi tutti date a me ogni giorno.

Non essere persa o spaesata se sono lontana Francesca, non devi. Anche perchè io lontana non lo sono affatto, anzi... proprio in questi momenti di grande lontananza fisica mi sento ancora più vicina e più legata a tutti Voi.

Cosa dovevi dirmi di così urgente che ti ha fatto correre alla mia porta? Oh... santa curiosità! Vorrei sapere sempre tutto...

Un pezzo di te è con me adesso Francesca, come hai detto tu, e un pezzo di me l'ho lasciato a Livorno, al tuo fianco, quindi non temere. Tornerò presto.

Il viaggio sta procedendo bene, i venti sono a nostro favore e come primo giorno abbiamo già navigato parecchio.

Mi manchi tanto tesoro, e appena metterò piede in terra francese mi recherò al mercato a cercare qualche buon mercante che, magari in partenza per la nostra terra, ti possa recapitare una mia missiva.
Non siate in pena per noi, stiamo tutti bene.

Un abbraccio forte a tuo marito Silvano e a tutti i Vostri figli, siete sempre nel mio cuore.

Dì ad Helena e Marco di non litigare troppo per le fiaschette, non sanno cosa aspetta loro dopo questo di viaggio...

Vorrei elencare tutti e spendere una parola per tutti, ma il tempo vola e io a stento riesco a reggermi in piedi, è stata una giornata lunga.
Abbracciami e baciami tutti, semplicemente.

Sono con Voi.

Domani faccio partire Evagore verso Claraluna. Non permetterle di tornare da me. Non riuscirebbe neanche a trovare la strada, è già arrivata fin troppo lontano da casa così.

Ti amo Francesca mia,
sei una nipote stupenda.

Con amore immenso,

Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] F8B2AAB2F383CDC3D7E052DFF69AAE33


Rilesse e chiuse la lettera, ci scrisse dietro, in bella calligrafia Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] 4DEF77EC6AA115211E0BD6EF056F9CBD, e infine la sigillò.

Si rivolse un'altra volta ad Evagore
ora andiamo a dormire, domani dovrai affrontare un altro viaggio e io pure. Accarezzò il falco e, indossata la camicia da notte, si mise a letto, mentre i suoi pensieri correvano a Claraluna, a Francesca, alla sua famiglia.
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:04

Torceumane ha scritto:
G ualtiero era finito in un pantano.
L'ennesimo.
Doveva cercare quel prete per sistemare le cose al suo rientro in terra italica.
Era finito sull'eremo di san Crispino del ciocco.
A piedi ma distrutto si era addormentato in convento la notte del 18 gennaio.
Aveva ragionato che ne pomeriggio del 18, non avendo ricevuto notizie fino al tramonto, avrebbe potuto distrarsi almeno un pò, senza attendere nuove.
Invece Cele, il capitano della Anteros,
l'aveva cercato quella sera stessa nella taverna per comunicare finalmente il giorno della partenza.
Non trovandolo gli aveva lasciato una ambasciata per conto dell'oste.
Entro il giorno successivo si sarebbe dovuto imbarcare con gli altri membri dell'equipaggio, al più al tramonto del 19 gennaio.

Gualtiero invece ebbro di desideri sopiti e stanco dei tanti trasbordi era finito sull'eremo fino alla notte successiva.
La mattino del 20 si presentò dallo stesso oste che gi riferì dei due messaggi.

La nave era salpata proprio il pomeriggio del 19 da Pisa.
Il suo stupore e il collassante disarmante sconforto lo lasciarono senza voce.
Senza risposte.
Senza speranza.
A Pisa ancora solo....


Cele ha scritto:
Un giorno nuovo sull'Anteros, l'equipaggio si era svegliato all'alba, le cose da fare erano tante.

Dal ponte osservavano la città di Chiavari, in lontananza... Era una bella giornata, c'era il sole e soprattutto vento! Almeno fino a quel momento... Nella notte erano riusciti a navigare per un bel tragitto e adesso Firenze era da un pezzo alle loro spalle.

"Ma Messer Gualtiero che fine avrà fatto?" pensò Aurora guardando la terra ferma, doveva imbarcarsi con loro... Lo avevano aspettato fino all'ultimo, poi però erano stati costretti a levare l'ancora.

Aurora gli aveva scritto più volte ma non aveva ricevuto risposte, alla fine aveva pensato semplicemente che il Messere avesse cambiato idea.

Appena toccherò terra gli scriverò per avere sue notizie mormorò nel vuoto.

Poi entrò in Cambusa e annotò un attimo gli avvenimenti del giorno.


20 Gennaio, 1459

La notte è stata propizia per la navigazione e anche oggi speriamo che il vento sia a noi favorevole. Siamo stati fermi solo qualche ora per via di un vento contrario, ma adesso abbiamo ripreso tranquillamente il percorso.

Continuo a vedere l'Arethusa davanti a noi.

Speriamo non ci siamo problemi. L'equipaggio reagisce bene.


Chiuse il diario dopo aver scritto quelle poche parole e lo ripose nella sacca, era quasi ora di pranzo, andò a preparare qualcosa da mangiare per sè e il resto dei suoi compagni.


Robermir ha scritto:
Roberto appena salpato si mise a guardare con fare triste le verdi terre toscane. Sapeva che sarebbe stata, probabilmente, l'ultima volta che le avrebbe calpestate. Diede di colpo le spalle al verde per incamminarsi verso la prua. Nel mentre pensava al commercio in Francia ed al suo futuro in una nuova terra...

Guardò il cielo e si accorse che il vento era cambiato, presto avrebbero avuto pioggia.
E che diamine... si disse.

Prese un coltello dalla cintola e segnò una tacca sull'albero maestro. Un giorno era passato, non voleva che durante una tempesta perdessero il conto dei giorni, bisognava controllare continuamente la stiva, nel qual caso finissero le scorte di cibo.


Cele ha scritto:
21 Gennaio, 1459

Oggi il vento non spira a nostro favore. Abbiamo perso ore in mare, muovendoci solo di poco. L'Arethusa è sempre affiancata all'Anteros.
Viaggiamo praticamente insieme...

Sulla nave però il clima è sereno e si chiacchera beatamente di ogni genere di argomento.

Vera non soffre il mal di mare per fortuna. Era preoccupata così tanto prima di partire.

Passo le giornate a scherza con Lorenzo e Michele e convincendo Roberto a non andare via una volta tornati a casa. Sembra di essere a casa praticamente. Se non fosse che mi mancano tanto tutti gli altri.

Chissà se Evagore è giunta a casa con la mia lettera per Francesca.
Non vedo l'ora di arrivare sulla terra ferma per poter scrivere qualcosa a tutti loro. Sono sempre nel mio cuore.

Il vento non sembra voler cambiare. Non ci rimane che attendere.


Aurora, seduta a fianco del timone, richiuse il diario. La giornata era andata bene durante la mattinata ma poi il vento era cambiato, e non facilitava la navigazione. Anzi.

Si voltava spesso verso l'Arethusa, vedeva Lucy, si scambiavano segnali, ma niente, non potevano far altro che aspettare.

Decise di tornare in Cambusa dagli altri, almeno avrebbero passato il tempo chiaccherando e bevendo un po' di birra.


Cele ha scritto:
Vera, Roberto, Michele Aurora chiamò i nipoti Il vento adesso è con noi! Che bello... Disse entusiasta.

Avevano passato il giorno prima a ridere come matti in cambusa, si erano dati alla recitazione, interpretando scenette di vita quotidiana, pensando a personaggi strani, dalla mente contorta, e avevano riso fino alle lacrime. Lorenzo piegato sulla sedia, Roberto tutto serio a recitare la sua parte, Vera divertita spettatrice, Aurora con il viso rigato da lacrime di ilarità. Sicuramente oggi dovevano ripetere la cosa.

Non si erano accorti che due Galee ora affiancavano la loro... Osservarono meglio e scoppiarono a ridere! Erano in mezzo all'Arethusa e alla Perla Pisana. Le due Capitane, Lucy e Esabelle erano lì e salutavano dai ponti...

Fecero altrettanto. Tre caravelle alla conquista del Mar Mediterraneo.

Che buffi che siamo disse Aurora rivolgendosi ai suoi.

E poi, pensando ad alcuni piatti che collegava alle Capitane delle tre navi, lei compresa, disse
Ma quale Arethusa, Anteros e Perla Pisana, qua siamo l'Orecchietta, la Cipollotta e il Cannolo e scoppiò in una fragorosa risata, mentre nella sua testa si fissava l'immagine delle tre pietanze che fiere solcavano le onde del mare.

Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Lecaravelle


Kestel ha scritto:
La notte era calata, a nord si intravedeva la costa e con essa qualche casetta: Toulon era la città più vicina.
Michele, era al suo secondo viaggio in nave, ma quella sera temeva di aver capito di non essersi affatto stancato di viaggiare.
Ripensava a Livorno, alla sua nuova attività di studio, alle cose da fare che avrebbe dovuto sbrigare, invece restò pochi giorni dopo il ritorno dal viaggio precedente. Poi la chiamata, un altro viaggio, la partenza per la Francia.
Così assorto nei suoi pensieri, non udì immediatamente la zia che lo chiamava, solo dopo qualche secondo, si ridestò e si fece avanti verso di lei.


Vindrveraly ha scritto:
Ormai la loro destinazione era sempre più vicina!
Ogni volta che la CapitanA glielo ricordava il cuore di Vera batteva più velocemente: non era mai stata così lontano da casa, la città più distante che aveva visitato era situata nel Ducato di Milano.
Trascorse piacevoli giornate in compagnia dell'equipaggio, dal giorno dell'imbarco, ma una più di tutte aveva riempito Vera di una gioia estrema!
Una gioia che conservava anche in quel momento, ed ogni volta che ripensava alle parole della sua, ancora per poco, zia, i suoi occhi brillavano e non vedeva l'ora di tornare in Italia!
Rise, pensandoci.
I suoi desideri erano totalmente opposti: intraprendere un viaggio, fra pochi giorni, in Francia - tornare subito in Italia!
E mentre il tempo nella Cambusa sembrava scorrere lentamente, Vera si perdeva fra i suoi pensieri.


Cele ha scritto:
Manca molto? Le chiedevano spesso gli altri...

Purtroppo quei dannati venti contrari e un giorno intero di bonaccia avevano dato una battuta d'arresto alla navigazione!
La cosa faceva innervosire Aurora che osservava come anche all'Arethusa non fosse toccata sorte migliore... Ma per fortuna in cambusa ci si divertiva lo stesso! Anche se adesso la voglia di toccare terra iniziava ad essere tanta...

Nei giorni prima Aurora aveva reso partecipe Vera di un'ideuzza che aveva in testa da un po', quando seppe che la ragazza era d'accordo, la felicità scoppiò nel cuore della donna, e nonostante ancora non fossero neanche scesi dalla nave, la voglia di tornare a Firenze e sistemare tutto era già moltissima. Ma per ora era meglio godersi il viaggio...

Scambiandosi opinioni culinarie con Lorenzo, qualche pernacchia con il nipote Michele e mille e più abbracci con la dolce Vera, anche quel pomeriggio era giunto a termine! La meta era lì, a due passi... Nella notte forse sarebbero riusciti ad attraccare!

Appuntò qualcosa nel suo diario.


[color=orange]A largo di Arles,
24 Gennaio, 1459


Da più giorni ormai solchiamo i mari francesi, ma, ahimè, i venti ci hanno fatto perdere molto più tempo rispetto a quanto noi ne prevedevamo.

Ormai la meta è vicinissima e speriamo nella notte di poter attraccare tranquillamente. Sperando sempre che le autorità locali non ci facciano alcun tipo di problema.

Ho una voglia matta di andare a Claraluna per comunicare a tutti la decisione che ho preso in merito a Roberto e Vera, non vedo l'ora di condividere questa gioia con loro. Mi mancano moltissimo.
Chissà le cose come vanno...

Appena approdati scriverò loro!

E' ora di cena. Vado a preparare qualcosa di buono per la mia ciurma... Magari seguendo i consigli di Lorenzo, anche se non mi ispirano tanta fiducia. [/rcolor]

Richiuse tutto e andò a preparare la cena.
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:08

Robermir ha scritto:
Roberto passo tutto il giorno a scrutare le frastagliate coste francesi. L'albero maestro oramai aveva raggiunto le 7 tacche ma le scorte di cibo erano ancora ricche.
I gatti cacciavano i topi nella stiva salvando così molta della merce dalla loro fagocità. Non c'era nulla da fare, magari il cavallino che aveva intagliato l'avrebbe venduto ad un buon prezzo o l'avrebbe regalato a qualcuno... chissà. Comunque un forte vento dal nord li aveva bloccati... aspettavano.


Cele ha scritto:
Finalmenteeeeeeeeeeeeee.... sospirò Aurora.

Finalmente l'Anteros si era mossa nella direzione voluta e la meta si avvicinava.
Non se ne poteva più di quella bonaccia. Speriamo entro sera di arrivare, sono già 7 giorni che navighiamo mormorava pensierosa mentre stringeva il timone.

Poi notò suo figlio Roberto seduto più in là, giocherellava con qualcosa che teneva in mano!

In effetti erano giorni che se ne stava là ad architettare non si sa bene cosa. Aurora sorrise
Non cambierà mai, è un bambinone pensò prima di rimettersi a scrutare l'orizzonte e a sperare che quei venti favorevoli non li abbandonassero di nuovo.


Cele ha scritto:
Madonna che fatica disse Aurora mentre completava le manovre di approdo Un altro giorno in mare con quei maledettissimi venti mi avrebbe fatto impazzire!!

Osservava contenta il Porto di Montpellier, adesso c'era solo da aspettare che il Capo Porto venisse a dare il benvenuto e rendere effettivo il loro arrivo in terra francese.

I ragazzi, finite le manovre di attracco, erano già corsi nelle loro cabine a prendere tutte le loro cose... Adesso viene il bello pensava Aurora vai a spingere tutti quei carretti pieni di merce! Che Aristotele ce la mandi buona...

Aprì il suo diario.


Montpellier,
26 Gennaio, 1459


Finalmente siamo nel porto di Montpellier, è quasi tutto pronto, aspettiamo solo di parlare con il Capo Porto, Messer Guilhem, per poi scendere dalla nave e iniziare il nostro viaggio in queste terre così lontane da casa.

Stasera scriverò ai miei cari, così domani potrò andare in cerca di qualcuno in partenza per i regni italici.

Ora meglio che vada a preparare anche le mie di cose.
Sarà, anche questa, una giornata lunga e faticosa.


Richiuse il diario e si incamminò verso la stiva della nave.


Vindrveraly ha scritto:
Terraaaaaaaa gridarono dal ponte della nave, mentre Vera stava concrollando le merci nella stiva.
Si fermò e rimane in ascolto: "Forse è stata solo una mia impressione.." pensò, poichè erano giorni che il vento non li lasciava avvicinare alla meta sperata.

L'Arethusa, una delle due navi che viaggiavano con loro, era già giunta a destinazione, giorni prima.
Con un po' di curiosità la nostra giovane era rimasta sul ponte della nave a scrutare gli altri "marinai", che, felici, mettevano piede a terra.
Fra di essi, riconobbe il rosso fulgido dei capelli di sua cugina Fiamma: "Chissà se in viaggio si è divertita.." si disse, "Anche se..spero davvero che non abbia fatto nessuno scherzo ai suoi poveri compagni!" aggiunse, ridendo.
Mentre la nave si allontanava da quel porto, Vera stretta nel suo mantello, guardò per un lungo momento quell'orizzonte vasto che si dispianava così azzurro e cristallino davanti a lei, poi scuotendo il capo, riprese le sue mansioni da "mozzo", sorridendo.

Tornando al presente, si accorse che un topo la stava guardava su di una botte, con la piccola testolina piegata da un lato: Via..via.. gli disse Vera, agitando la mano destra.

Sospirando e sorridendo, sentì urla di gioia provenire dall'alto.
Incuriosita da quel baccano, lasciò per un momento la lista delle merci, e si apprestò a salire verso il ponte.

Lungo la strada incrociò, la sua adorata Capitana: Capitana! esclamò, sorridendole.
Buone nuove quest'oggi? le chiese, alzando il capo in direzione del ponte.


Cele ha scritto:
Mentre scendeva verso la stiva, ancora con il sorriso stampato in faccia perchè erano finalmente arrivati alla meta, vide la sua adorata Vera Capitana! esclamò la ragazza, sorridendole Buone nuove quest'oggi?

Aurora sorrise Ottime mio adorato "mozzo"!! Siamo arrivati e l'abbracciò forte Finalmente potrai visitare la Francia ma chère! E staccandosi dall'abbraccio le donò un sorriso ancora più ampio.

Ora prendiamo tutte le cose, il Capitano del Porto a breve dovrebbe essere qui per darci il permesso di salpare... L'abbracciò di nuovo e tenendola stretta Sono troppo felice di poterti accompagnare in questo tuo sogno che si realizza e un po' emozionata, cercando però di non farsi sgamare, le diede un bacio sulla fronte.


Vindrveraly ha scritto:
"Ottime mio adorato "mozzo"!! Siamo arrivati"

Le fu risposto prontamente.
Arrivati? pensò incredula.
Si, ormai il viaggio era giunto al termine, e dopo quell'abbraccio non v'erano più dubbi: presto avrebbero toccato la terra ferma, presto Vera avrebbe potuto visitare quelle terre su cui aveva tanto fantasticato.

"Finalmente potrai visitare la Francia ma chère!" aggiunse Aurora, staccandosi da lei.
Vera abbozzò un sorriso: non sapeva se ridere, se piangere o se fare entrambe le cose assieme.

"Ora prendiamo tutte le cose, il Capitano del Porto a breve dovrebbe essere qui per darci il permesso di salpare..."

Ah, si! Il permesso..spero arrivi presto..

"Sono troppo felice di poterti accompagnare in questo tuo sogno che si realizza"

Aprì la bocca ma non riuscì a dire nulla. Prese quel bacio, ricambiandolo con un gran sorriso e si avviò a prendere le sue cose.
Sei arrivata finalmente! Non sei contenta? si chiese, mentre, dopo aver cercato distrattamente di afferrare le prime cose che aveva davanti agli occhi, si era distesa su quello che era stato il suo giaciglio, durante la settimana.
In quel momento pensò alle persone che l'immagine di quelle dolci terre francesi le avevano permesso di conoscere, apprezzare ed amare: prima fra tutti la sua amica d'infanzia Celia, ancora la ricordava nonostante fossero passati così tanti anni dall'ultima volta che aveva varcato la soglia di quel lontano convento, al quale era stata affidata da neonata.

In seguito il suo grande amore.. Theò Orlande Etienne disse a bassa voce: l'uomo che l'aveva abbandonata sull'altare per proteggere la sua patria da una guerra, dalla quale non era più tornato..

Anche se volessi, non potrei mai odiarlo.. si disse, mentre il suo pensiero correva veloce verso la loro figlia Gabrielle, Lei sarebbe stata così contenta di visitare queste città.. se solo fosse ancora qui..

Ed in ultimo Fabien, l'uomo che aveva avuto l'ordine, da Etienne, di servirla e di proteggerla anche a costo della vita, e che Vera, col tempo, aveva amato come un padre.
Prima di ritirarsi in convento gli aveva riconsegnato la sua libertà, come era giusto, e l'uomo, riconoscente, le aveva fatto promettere di raggiungere, prima o poi, la città natale di Etienne, nell'entroterra francese.

Immersa fra lontani ricordi, attese il momento di lasciare la nave e incamminarsi verso nuovi orizzonti.


Robermir ha scritto:
TERRAAAAAAA un urlò ruppe il silenzio che galleggiava nell'aria. Roberto si destò di soprassalto e corse sul ponte. Avevano davanti a loro Montpellier. Finalmente erano giunti a destinazione.
Dopo un oretta buona l'approdo era stato effettuato.
23 borse di grano, 98 farina .. diceva ad alta voce Roberto, contando con molta probabilità il suo carico di merce.
Scendendo con uno dei suoi carri finalmente potè toccare terra. Il vento gelido del nord sferzava e graffiava il viso tanto che dovette mettere la sciarpa a mò di soldato turco per proteggersi dal freddo.
Contento si avviò verso i mercati inziando ad urlare: VERZE BELLE; OVE FRESCHE; CARNE BONA; tutto a buon prezzooooooo


Cele ha scritto:
Aurora era accanto a Vera, la teneva per mano, guardavano estasiate la cittadella di Montpellier.

Ce l'abbiamo fatta
le sussurrò stringendole più forte la mano.

Poi si voltò e ringraziò cordialmente il Capo Porto per l'accoglienza e sistemò il pagamento delle tasse portuali che erano previste per il tempo della loro permanenza in quella città.

Non aveva molto tempo, c'erano un sacco di cose da fare, quindi si diresse immediatamente in Municipio dove conobbe il Sindaco della città, una giovane ragazza che era al suo primo giorno di lavoro.
Le diede la lista completa del suo equipaggio e le merci che possedevano e attese che la Dama le dicesse cosa potevano vendere o se c'erano particolari ordinanze da rispettare.

Con la lingua francese era riuscita a cavarsela, le lezioni che le aveva impartito sua nipote Helena le stavano tornando utili.

Il Sindaco le avrebbe scritto nel pomeriggio, ad Aurora non rimaneva che uscire di nuovo e visitare insieme agli altri la città.

I vicoli stretti di Montpellier erano incantevoli, le taverne molto carine, ne trovarono persino una italiana "Latte e Sangue" si chiamava e aveva nel menù piatti tipici della cucina che Aurora e il resto dei suoi compagni conoscevano bene.

Arrivati nei pressi del mercato una voce fin troppo familiare attirò l'attenzione di Aurora
VERZE BELLE; OVE FRESCHE; CARNE BONA; tutto a buon prezzooooooo.

Non poteva essere, con la bocca sbalancata e gli occhi sgranati non poteva credere a quel che vedeva e sentiva. Ancora dovevano scendere dalla nave che già il figlio si era messo a farsi riconoscere.

Si avvicinò con disinvoltura, cercando di farsi notare il meno possibile da tutti quei francesi che guardavano sconvolti suo figlio mentre gridava parole, per loro, senza senso. Gli si affiancò
Ma sarai matto??????? Ti stanno guardando tutti... Almeno potevi imparare i nomi di questi prodotti nella loro lingua, così non venderai mai.

Gli fece l'occhiolino, si voltò verso la folla e con tutta l'aria che aveva nei polmoni gridò Légumes, œufs, viande.... Tous les produits frais et délicieux de l'Italie! Hâtez-vous!!
[TRAD. Verdure, uova, carne... Tutti prodotti freschi e buonissimi dall'Italia! Accorrete]

Un po' rossa dalla vergogna si girò verso il figlio Tanto qua non mi conosce nessuno! E scoppiò in una forte risata Dai su! Però non facciamoci riconoscere, ancora aspetto risposta dal Sindaco e continuò la vendita insieme a Roberto che la guardava sbalordito.


Indios ha scritto:


Aurora era lontana, Livorno era più povera senza la sua presenza, ogni tanto arrivava l'eco delle sue parole e Niccolò, guardando sempre la luna, ascoltava i suoni tenui e liturgici, con gli occhi chiusi per concentrarsi meglio.
Erano giorni di assoluto riposo, le ferite dopo lo scontro con l'esercito fiorentino, si stavano rimarginando, e per lui stava iniziando una nuova vita.
Sarò a Livorno, mio malgrado, al tuo ritorno...sarà bello rivederti col tuo sorriso triste ma pieno di vera passione e tutto questo darà modo al mio essere giullare di accarezzare le cose con occhi lucenti.
Sarà come prendere il sentiero delle moltitudini e arrivare con un baule pieno di gente.

Detto questo Niccolò si avviò verso il bosco, era giunto il momento di far riposare il corpo e la mente.


Cele ha scritto:


Aurora finalmente era riuscita a trovare un attimo di tempo per riposare.

Dopo un lungo colloquio con il Sindaco di Montpellier, dopo aver scritto una missiva sia al Prefetto della Contea del Languedoc, sia al Sindaco della prossima città che avrebbero visitato, potè fare ritorno nella locanda dove stava alloggiando insieme agli altri.

Entrò nella camera che divideva con Vera e stanca si lasciò cadere sul letto.

Aveva un mal di testa che l'accompagnava dal giorno dello sbarco ma nonostante questo non si era potuta fermare neanche un attimo. In più aveva sentito che in serata sarebbe partito un gruppo di mercanti diretto verso il Ducato di Milano, quindi doveva scrivere la missiva per familiari ed amici e fare in modo che la affidassero a qualche mercante milanese che poi la potesse portare fino a Firenze.

Un po' frastornata si levò dal letto e si sedette alla scrivania.
Prese carta e inchiostro e iniziò a scrivere.

La prima andava alla nipote Francesca, che le avrebbe fatto da portavoce per tutto il resto della famiglia.


Montpellier,
28 Gennaio, 1459



Cara Francesca,

eccomi di nuovo qui a scriverti. Stavolta però ti scrivo dalla Francia.
Siamo riusciti ad arrivare e a sbarcare nella graziosa città di Montpellier, due giorni fa.

Sono stata in giro fino a poco fa, ci sono un sacco di cose da sistemare prima di poter fare qualsiasi cosa, e tra l'impegno che ci metto nel parlare correttamente il francese e tutte le cose che devo gestire, ho un mal di testa che mi accompagna da giorni, ma passerà.

Sono felice di scriverti e spero davvero che a casa tutto vada bene.

Scrivo a te convinta che saprai rigirare e rileggere i miei pensieri e le mie parole, anche al resto della famiglia.

Innanzitutto devi fare un grosso augurio a Ginevra, le nozze erano ieri sera se non ricordo male. Abbracciala forte da parte mia e dille che ho già scelto un bel regalo di nozze per lei e il suo sposo.

Un caro saluto anche a Tessina mia e Andrea, spero che il lavoro di Sindaco stia andando bene. Mi mancano.

Abbraccia forte i miei fratelli. Dì a Bartolomeo che qua è pieno di medici, si troverebbe davvero bene a colloquiare con loro di anatomia e interventi più o meno difficili. Io, come sempre, di queste cose ci capisco poco.

Un bacio e un abbraccio ancora più forti a Helena e Marco, mi mancano tremendamente. Me ne sono andata con dietro le urla di Helena per via delle fiaschette di grappa che ho regalato a suo marito. Dille di non preoccuparsi, stavolta gli porterò una botte di buon vino francese o meglio, di champagne.

I tuoi piccoli come stanno? I gemellini? Samantha fa la brava? Dà un bacio immenso a tutti loro, Zia Cele tornerà presto con tanti regali.

Piuttosto ti rassicuro sull'altra tua figlia, sta bene. La solita peste, l'abbiamo lasciata a Marseille ormai giorni fa. Sono sicura che avrà già conosciuto mezza Francia.

E tu e tuo marito? Tutto bene in casa? Hai novità?

Mi mancate tremendamente tesoro...

Qua le giornate passano tranquille!!

Michele sta bene.
Vera sta benissimo ed è al settimo cielo, anche perchè, tornati dal viaggio, io, lei e Roberto, dovremo comunicarVi una cosa. Una decisione che abbiamo preso durante il viaggio e che, una volta a casa, faremo diventare realtà.
Roberto sta benone, e si sta già facendo riconoscere nel mercato della città. Figurati.

Il resto del gruppo è anche qui con noi! Insomma... Stiamo tutti bene.

Fammi il favore di porgere i miei saluti anche a Messer Indios. Rifletto spesso sulle cose che mi disse prima della mia partenza. I suoi versi mi accompagnano anche lontano da casa. Ringrazialo da parte mia.

Ora ti saluto, devo ancora scrivere altre missive e poi spero di poter riposare un po'.

Francesca, mi mancate davvero tanto.
Siete la cosa più preziosa che ho.

Con affetto infinito,

Zia Aurora


Sigillò la missiva per Francesca e prese dell'altra carta per scrivere la seconda missiva. Stavolta era per l'amica e collega Sara.


Montpellier,
28 Gennaio, 1459



Carissima Sara,

finalmente riesco a scriverti. Dopo otto lunghi giorni di viaggio siamo arrivati a Montpellier e iniziamo ad ambientarci in questa città straniera.

Manchi da morire a tutti noi della Compagnia, la tua forza organizzatrice servirebbe eccome in questo momento.

Spero a Pisa vada tutto bene e che il tuo mandato da Sindaco stia procedendo tranquillamente.

Nei prossimi giorni ci sposteremo in altre città e conosceremo altra gente.
Tutti carini, anche se la cordialità tipica delle nostre parti, direi che è ineguagliabile.

Ti abbraccio forte e ti mando un bacio.

Saluta tuo marito da parte mia.

Con affetto,

Aurora Celeste Di Luna


Sigillò anche quella e prese altra carta. L'ultima missiva era per Messer Gualtiero, che alla fine non si era imbarcato con loro.

Montpellier,
28 Gennaio, 1459



Gentilissimo Messer Gualtiero,

sono Aurora Celeste Di Luna e Vi scrivo dalla città di Montpellier, nella Contea del Languedoc.

Volevo avere Vostre notizie.
Dopo averVi aspettato per due giorni nel porto di Pisa, si è reso necessario per noi partire ugualmente, e non ho ricevuto neanche una missiva da parte Vostra che potesse rassicurarmi e spiegarmi i motivi della Vostra assenza.

Spero non sia successo nulla di grave e che ci saranno altre occasioni per condividere insieme un viaggio come questo.

Vi porgo i miei più rispettosi e cordiali saluti,

Aurora Celeste Di Luna


Sigillò anche quella e decise di uscire subito per affidare le missive ai mercanti in partenza.

Li incontrò in una taverna, spiegò loro di lasciare le missive a qualche mercante della città di Fornovo, dove loro erano diretti. Sicuramente qualcuno sarebbe partito per la Repubblica Fiorentina e allora le lettere sarebbero arrivate con facilità nelle mani dei loro destinatari.

Pagò e salutò cordialmente i Messeri e infine tornò di nuovo in locanda. Aveva proprio bisogno di riposare un po'.
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:10

Frannymorgana ha scritto:
Erano passati alcuni giorni da quando aveva ricevuto l'ultima lettera della zia.
Non aveva risposto perchè non sapeva dove indirizzarla, non poteva certo spedire la povera Evagore in mare aperto, ne sarebbe sicuramente morta.
Chissà come andavano le cosè in mezzo al mare? Chissà come stava la sua zietta. Quanto le mancava... Poi partendo si era persa il bellissimo matrimonio di Kris e Rane, una cerimonia bellissima e piena si sentimento.

Camminava per le strade di Livorno con in mente questi pensieri, ed arrivò a claraluna che ancora non era tornato nessuno, tutti in giro per commissioni.
Arrivata nel salone d'ingresso un brivido le corse lungo la schiena, com'era vuota quella casa, mancava il profumo di Aurora, la sua voce, le sue canzoni, i suoi abbracci.

Sul lungo tavolo di cucina Francesca trovò una lettera, doveva essere passato un messo nel pomeriggio...

La aprì e scorse l'elegante grafia di sua zia, che bello finalmente aveva sue notizie.

Lesse la lettera tutta di un fiato avrebbe sicuramente riportato tutti i suoi messaggi poi avrebbero scritto una lettera tutti insieme.
Intanto sentì i familiari che stavano rientrando in casa e gli corse incontro sventolando allega la lettera.
Ha scritto zia Cele ha scritto zia Celeeeeeeeeeeeeee!!!!!


Hecate ha scritto:
Un piede dentro all' ingresso e..
"Ha scritto zia Cele ha scritto zia Celeeeeeeeeeeeeee!!!!!"
Sua sorella Francesca urlava felice per tutto il palazzo, sventolando quella che pareva proprio una lettera!
Gridando con altrettanta foga, Helena le corse incontro e le strappò letteralmente di mano la missiva, cominciando a leggerla mentre la sorella radunava altro parentame assortito.

Gli occhi le si colmarono di felicità e di nostalgia, scorrendo le righe vergate dalla mano elegante della zia Aurora, che salutava tutti e raccontava con la consueta eccitazione le loro avventure.
Helena si preoccupò un po' sapendo del mal di testa della zia, e pensò che se fosse stata con lei avrebbe saputo come farglieli passare, data la grande esperienza con quelli da ubriacone del marito.
..E a proposito del marito.. Per fortuna la zia sentiva almeno un minimo di senso di colpa per aver regalato a Marco due fiaschette -DUE!! - per l' acquavite, facendoli inevitabilmente litigare.
..Ed ora aveva pure intenzione di portargli una botte di vino, o di champagne!!

Per un attimo, Helena ebbe un mancamento.

Ma si fece forza e si riprese, spinta anche dalla curiosità di cosa dovessero essere le novità su Vera e Roberto.
Finita la lettura, si voltò verso Francesca, e chiese: "Allora, cosa le rispondiamo?"


Vindrveraly ha scritto:
La città di Montpellier era.. "originale", questo fu il primo pensiero che le venne in mente alla vista di quelle case, di quelle persone.
Si rimproverò in seguito: "è ovvio che trovi delle persone diverse da me..sono così lontana da casa!

Assieme alla Capitana si era diretta al mercato, qui Roberto già tentava di vedere i suoi prodotti; così come tutti loro.
Purtroppo non ebbero fortuna!
Vera riuscì a vedere solo un pezzo di carne, prima che il Sindaco vietasse loro la vendita.
Tristi per quell'imposizione, trascorsero i successivi giorni pescando o cercando qualche buon lavoro, tra quelli in municipio.

Vera era abbastanza fortunata: capiva il francese e lo leggeva alquanto bene, il problema per lei era rispondere alla loro stessa velocità.
Quelli con cui aveva potuto dialogare fino a quel momento, erano stati clementi, utilizzando parole semplici e parlando lentamente; ora tutto ciò che riusciva a dire era: Bonjoure!...à bientòt!..
"La prossima volta, se mai ci sarà..prometto di impegnarmi più seriamente negli studi!"

Così la maggior parte del tempo la trascorreva a leggere nella sua stanza, in attesa di partire per qualche altra città.
Stava appunto sfoglliando le pagine di un vecchio libro quando sua zia entrò nella stanza, che condivideva con lei, e stanca si era lasciata cadere sul letto.
Vera non le disse nulla e la lasciò riposare, scendendo nella taverna per mangiare qualcosa.
Poi l'aveva vista uscire ed in seguito tornare: "Altre lettere, sicuramente" si disse "Anzi..devo chiederle se ha scritto qualcosa diretta a ClaraLuna.."

Si alzò, e sorridendo salì in camera.
Era stata una bella giornata quella: aveva gridato Bongo! assieme al cugino Michele, che si era proclamato "le roi du bongò", per l'appunto, e aveva fatto la conoscenza di un giovane, nato a Montpellier, desideroso di raggiungere l'italia.
Vera lo trovò fin dall'inizio molto simpatico e le sarebbe piaciuto aiutarlo a realizzare il suo desiderio.

Giunta davanti alla porta, entrò nella stanza.
Abbracciò la Capitana e le chiese come andavano le cose, se aveva bisogno di qualcosa e se aveva già scritto alla famiglia.
Poi si sedette sul letto e rimase a guardarla, sorridendo.


Cele ha scritto:



Aurora era in camera a riposare quando arrivò la sua dolce Vera e le chiese se c'erano novità.

Si mise seduta sul letto e le sorrise.


Tesoro mio, ho scritto una lunga lettera a Francesca e l'ho spedita con alcuni mercanti diretti a Fornovo. Ho scritto di Voi, ho rassicurato tutti che stiamo bene e che compreremo regali insieme a te per ogni membro della famiglia. Le prese le mani tra le sue e le strinse forte. Stavolta dovrai aiutarmi, io sto finendo le idee... Le sorrise.

Nessuna novità tesoro per quanto riguarda il viaggio, aspettiamo altre risposte.

Poi si alzò e andò verso il balcone.

Che ne dici ci facciamo una bella passeggiata serale tesoro?
Sai nella missiva ho scritto anche che al nostro ritorno avremo una novità da annunciare alla famiglia. Magari passeggiando potremo discutere meglio della cosa, e se becchiamo anche Roberto in giro, ancora meglio.


Si voltò verso la sua Vera e le regalò il suo sorriso migliore.



Vindrveraly ha scritto:
Mentre Vera continuava a pensare perchè i vari sindaci non rispondessero rapidamente e con la stessa premura che aveva riservato lei agli stranieri, durante il suo mandato da Sindaco, Aurora si alzò e si avvicinò al balcone.

"Che ne dici ci facciamo una bella passeggiata serale tesoro?" chiese, e Vera annuì sorridendo.

"Sai nella missiva ho scritto anche che al nostro ritorno avremo una novità da annunciare alla famiglia. Magari passeggiando potremo discutere meglio della cosa, e se becchiamo anche Roberto in giro, ancora meglio."

Oui, mamàn! esclamò alzandosi, poi aggiunse ridendo Chissà come saranno curiosi a casa!

Preso il mantello, seguì la madre fuori dalla stanza e disse: Oh, Roberto! Speriamo d'incontrarlo!
è da quando sono stata al mercato, giorni fa, che non lo vedo!

Spero si stia divertendo
, terminò mentre, scese le scale in legno, attraversavano il piano terra della Locanda, per raggiungere l'uscita.


Cele ha scritto:




Aurora prese sottobraccio la sua adorata Vera e uscirono dalla locanda.

L'aria era pungente ma la passeggiata serala regalava immagini davvero suggestive, soprattutto a due come loro che amavano sognare.

Proseguirono calme per i viottoli della città, chiaccherando del più e del meno e esercitandosi un po' con il francese che ormai parlavano con molta più facilità.

Infine Aurora decise di riprendere il discorso dell'adozione
Tesoro, Roberto mi sa che neanche stasera lo riusciamo ad incontrare. Sempre ficcato in queste taverne a fare il galletto con le francesi Le disse con un sorriso. Ma tanto sono certa che quello che decideremo a lui andrà più che bene.... Le sorrise di nuovo e continuò Allora, sicura di volere fare questo grande passo? Se non te la sentissi ti capirei tesoro, non voglio forzare niente! Mi rendo conto che si tratti di una cosa molto importante e personale.



Vindrveraly ha scritto:
Aurora e Vera passeggiarono così per le vie di Montpellier, la sera prima della partenza di Vera per Béziers, mentre parlavano di vari argomenti, i più imprevedibili, alle volte intercalando i loro discorsi con parole francesi; quando ad un tratto Aurora, riguardo la sua proposta di adozione, le chiese:

Allora, sicura di volere fare questo grande passo? Se non te la sentissi ti capirei tesoro, non voglio forzare niente! Mi rendo conto che si tratti di una cosa molto importante e personale.

Vera la guardò, poi sorrise osservando il cielo sopra di loro:

Non trovi che la luna questa sera sia meravigliosa? Così chiara..così pura..così..così vera!
è in suo onore che mi chiamo così, sai?
Mi han detto che c'era una così bella luna, la notte in cui sono nata..


La donna la guardò perplessa, ma Vera continuò lo stesso; era l'inizio di un lungo monologo..

Tu mi chiedi se io voglia essere adottata da te, se io mi senta sicura..
E bene io ti dirò ora, ciò che probabilmente tu già sai!

Ho pochi ricordi di mia madre, tua cugina Syria, ma quelli che ho sono i più felici.
Purtroppo non ho vissuto un'infanzia piacevole, ma la mia prima giovinezza può essere considerata un ritorno spensierato a quello che doveva essere, in quel momento, il mio passato.
Tutto ciò, però, durò molto poco: ahimè, Syria insoddisfatta della vita che conduceva al fianco di Fabrizio, si ritirava molto spesso in convento ed io, senza una madre, sono cresciuta sotto le ali protettrici delle sue sorelle, le zie Bianca e Letizia, ed Agnese, alla quale, per questo, sono così legata!
Nonostante tutto, mi ha insegnato molto: l'onestà, il senso di responsabilità ed il più importante fra tutti.. il cuore!
le sorrise e si fermò a cogliere un fiore, nato al margine della strada.

Come questo fiore, nato in un luogo che non dovrebbe essere il suo, ho avuto la fortuna di vivere, scoprendo svariate forme di libertà: seguire il cuore è una di esse..Ed è seguendo questi suoi semplici insegnamenti che sono andata avanti finora.
Rimanendo delusa, a volte, dalle mie scelte o da quelle degli altri...oh, ma guardami parlo come Agnese!
rise per qualche istante, per poi tornare seria.

Quello che stava cercando di dirle, con molta fatica, era molto importante, sopratutto per Vera: la ragazza aveva sempre avuto difficoltà nell'aprirsi completamente con coloro che amava, segnata purtroppo da tragiche esperienze, che l'avevano portata a chiudersi in se' stessa.
Molto spesso sua cugina Helena le faceva notare questo suo lato e la rimproverava, bonariamente, perchè voleva che Vera li rendesse più partecipi, di quanto già non fossero, di quello che la ragazza provava.

Sosprirò, e, osservando attentamente i petali del fiore che aveva in mano, ricominciò a parlare:

è difficile, spiegarti a parole quanto io sia felice in questo momento, perchè è complicato perfino per me!
Nonostante io non sia più tanto piccola, da avere bisogno di una madre che m'insegni ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, anche se a volte ammetto che mi servirebbe, credo di non essere così cresciuta da non sentire la mancanza dell'affetto materno.
Quell'affetto che ho ritrovato in te, tempo fa, prima come zia, ed ora..
- mentre le porgeva il fiore bianco, sorridendo, concluse - ..come mamma!
Per questi motivi, direi una bugia se dicessi di avere dubbi riguardo a questa decisione!


Ciò che doveva dire, l'aveva detto: "Spero solo di aver usato le parole giuste, e non aver detto nulla di inesatto e che magari lei abbia potuto fraintendere..Oh pourquoi? Pourquoi est si difficile?"

Abbassando, poi, lo sguardo, chiese:

Ma tu, sei davvero sicura di volermi adottare?
In fondo hai già Roberto che ti rende la vita abbastanza movimentata, e magari quando un giorno ti sposerai, avrai da badare ai tuoi pargoli..
- la guardò -[/b] ed io non vorrei mai, per te ed il tuo futuro marito, essere un fardello in più, be sapendo quanto sia difficile crescere dei figli..[/b]
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:12

Cele ha scritto:


Aurora aveva fatto quella domanda sull'adozione con un po' di timore.

Vera era una ragazza così sensibile, magari quel passo, così importante, era solo un'idea passeggera e adesso erano già altri i progetti per il suo futuro...

Ascoltò attentamente le parole della ragazza, senza smettere di guardarla nemmeno per un attimo.
Aveva iniziato parlando della relazione che intercorreva tra il suo nome e la luna... In realtà Aurora non pensava proprio che avrebbe capito.

La ragazza però, dopo quel preambolo, si aprì alla donna, parlò di sua madre, la loro adorata Syria. Il cuore di Aurora si strinse intorno a mille ricordi legati a lei...
Era vero, prima di lasciare questa vita, Syria era stata per molto tempo assente. Casa sua era diventata il convento, e nonostante le visite dei suoi familiari e la loro vicinanza costante, tutto questo non era bastato. Vera si era legata tanto a Bianca e Letizia, ma questi rapporti non erano destinati ad essere troppo duraturi. Per fortuna c'era sempre stata al suo fianco Agnese.

Aurora era sempre stata discreta nel rapporto con Vera, la ragazza aveva sempre molti interessi e Aurora di certo non voleva tapparle le ali. Negli ultimi mesi però l'aveva vista stanca, la gioia di vivere che sempre l'accompagnava, si era spenta. Prima la scomparsa di Gabrielle, poi quella di Syria. Vera sembrava caduta in una spirale di dolori e lacrime difficile da superare.
Era lì che Aurora aveva sentito l'esigenza di diventare un po' più invadente, l'esigenza di tenerla stretta in quell'abbraccio di Zia amorevole nonostante le sue proteste e la titubanza della ragazza di aprirsi.

Alla fine Vera aveva deciso di andare in convento per un po' di tempo. Quella decisione aveva fatto soffrire moltissimo Aurora, come anche il resto della famiglia, ma non lo aveva mai detto alla nipote.
La pensava ogni istante, si svegliava pensando a come potesse stare quella ragazza così fragile e stanca.
La stanchezza aveva preso il posto anche di quella insaziabile voglia di viaggi e di novità che la ragazza portava nell'anima.

Ma Aurora sapeva che sarebbe tornata, e rimaneva lì, in discreta attesa, non facendo mancare nulla alla famiglia.
Si era tuffata come sempre in mille progetti, aveva cercato di portare avanti i lavori iniziati da Vera, voleva che, al suo ritorno, sua nipote potesse trovare tutto come lo aveva lasciato.

E alla fine era tornata davvero e il cuore di Aurora scoppiava di gioia, il Natale più bello che avesse mai vissuto, di nuovo tutti insieme, e per bloccare altri possibili tentativi di fuga, si era decisa a proporle la Francia, in fondo era il suo desiderio più grande e ora voleva offrirle questa opportunità.

La vide spostarsi verso il ciglio della strada e raccogliere un fiore, cresciuto lì, quasi per errore.


è difficile, spiegarti a parole quanto io sia felice in questo momento, perchè è complicato perfino per me!
Nonostante io non sia più tanto piccola, da avere bisogno di una madre che m'insegni ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, anche se a volte ammetto che mi servirebbe, credo di non essere così cresciuta da non sentire la mancanza dell'affetto materno.
Quell'affetto che ho ritrovato in te, tempo fa, prima come zia, ed ora....come mamma!
Per questi motivi, direi una bugia se dicessi di avere dubbi riguardo a questa decisione!


Con queste parole concluse il suo discorso, e le porse quel bellissimo fiore.
Aurora lo prese emozionata guardando Vera negli occhi, quegli occhi brillanti, di nuovo vivi... E viva era Aurora in quel momento.
Il suo cuore aveva vissuto tante emozioni in tutta la sua vita ma quell'istante era uno dei pochi per cui valesse davvero la pena vivere. Amava la sua famiglia, più di ogni altra cosa, amava Vera, amava Roberto, amava Francesca, Helena, tutti i suoi nipoti, amava a dismisura i suoi fratelli, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro e quando questo amore veniva riconosciuto e ricambiato Aurora ne era felice.

Vera poi abbassò lo sguardo e le chiese
Ma tu, sei davvero sicura di volermi adottare? In fondo hai già Roberto che ti rende la vita abbastanza movimentata, e magari quando un giorno ti sposerai, avrai da badare ai tuoi pargoli ed io non vorrei mai, per te ed il tuo futuro marito, essere un fardello in più, be sapendo quanto sia difficile crescere dei figli..

Aurora pensava che la sua voglia di adottare Vera e Roberto fosse palese, quelle domande la colpirono, ma cercò di raccogliere i pensieri e le parole migliori per spiegare quale era la sua volontà.

Vera, ho pensato molto a questo passo prima di parlartene, lo sai... Ho avuto modo di parlare con esponenti della nostra Chiesa Aristotelica e con membri dell'Araldica. Sai anche che la strada non sarà semplice abbassò leggermente il tono di voce weeeee vogliono che trovi marito e le fece un occhiolino.

Poi di nuovo con tono di voce normale, proseguì
Ma mai, mai, in tutti questi giorni di riflessione la mia decisione è venuta meno. Mai, neanche per un secondo, ho pensato che adottare te come mia figlia fosse una cattiva idea. L'amore che mi lega a te e a Roberto supera ogni confine Vera. So che non siete dei bambini ormai, so che avete vissuto molte cose e che siete forti e autosufficenti, ma io darei la vita per Voi, Vera. E sentirmi chiamare Madre, Mamma, da te, da lui, mi ripaga di tutto. Vedere il Vostro sorriso a fine giornata è l'unica cosa che mi rende davvero serena e in pace con me stessa.
Potrei io ostacolare i miei sentimenti non prendendoVi per sempre con me?


Si strinse di più a lei Sì vero, Roberto mi fa sudare parecchio, ma per fortuna ora ci sei tu che mi aiuterai a gestirlo le disse sorridendo. E i miei pargoli, semmai avrò la fortuna di averne, avranno un fratello e una sorella maggiori stupendi. Saranno i pargoli più felici del mondo con Voi accanto. Sorrise felice.

La passeggiata ara durata tanto
Inizio a sentire di più quest'arietta fresca, tu no? Ci incamminiamo di nuovo verso la locanda, tesoro?



Hecate ha scritto:
Adorata zia Aurora,

Come va il viaggio?
Spero prosegua bene!

Quì a casa stiamo tutti bene.
Ginevra si è infine sposata ed è felicissima.

Alessandra sarà il nuovo Sindaco di Livorno, messer Indios permettendo. Ed Andrea ovviamente vorrà darle una mano come Tribuno.

Per quanto riguarda me e Marco..
Zia, ti giuro, tu vuoi farmi prendere un colpo, farmi invecchiare prima del tempo, esaurirmi la divin pazienza..
Ti prego, ti scongiuro, non mi far diventare violenta!
L' ultima volta ho fatto rotolare mio marito sul pavimento in uno stato semi-catatonico, non farmi replicare lo spettacolo, per amore di tuo nipote acquisito!
Se proprio senti la necessità di fargli qualche regalo, allora prendigli una canna da pesca francese, un quadro, una suppellettile, un attrezzo da giardino o da falegnameria.. Insomma, ci sono talmente tante cose che gli potresti regalare!
Ma ti prego, ti prego, abbi pietà di me, e non portargli nulla di alcolico..
Ne va della mia salute mentale! ..E della sua fisica.

Tornando in tema..
Sono molto curiosa riguardo la faccenda di Vera e Roberto!
Aspettiamo impazienti che torniate per sapere di che si tratta, ma nel modo in cui ne parli sembra qualcosa di molto bello, e non vediamo l' ora di gioirne tutti.

Ci mancate tantissimo, e Claraluna non è la stessa quando siete via, lo sapete!
Spero con tutto il cuore di potervi rivedere presto, ma che questo non debba significare che dobbiate accorciare il viaggio che Vera ha desiderato così tanto.
Saluta tutti, e dà loro un forte abbraccio ed un bacio, da parte mia e dal resto della famiglia.

Con immenso affetto,
Helena


Finito che ebbe di scrivere, Helena stette per un po' con lo sguardo volto alla finestra che dava ad ovest.
Oltre la distesa mutabile del mare, si trovava la Francia, la terra in cui viaggiavano felici i suoi parenti.
"Un giorno andrò anch' io" pensò dolcemente "..e starò attenta che un certo marito stia ben lontano da liquori tipici del posto.."

Al mercato, Helena trovò un mercante diretto ad Albenga, e così gli affidò la lettera. Datogli un pugno di ducati, si raccomandò che una volta giunto ad Albenga trovasse qualcuno diretto oltre il confine, in Francia.


Vindrveraly ha scritto:
Potrei io ostacolare i miei sentimenti non prendendoVi per sempre con me?.

Sorrise.
Ridere e saltare di gioia, era quello che desiderava di più al mondo, in quel preciso istante!
Ne era sicura, la donna che aveva davanti non l'avrebbe lasciata, non l'avrebbe abbandonata, non l'avrebbe mai tratta in inganno.
Dopo tanti anni aveva finalmente trovato sua madre.
Le venne da piangere, quando realizzò quello che aveva scoperto.
E tra le lacrime, strinse forte Aurora.

Mentre si asciugava il viso con le maniche della camicia, Aurora disse: Inizio a sentire di più quest'arietta fresca, tu no? Ci incamminiamo di nuovo verso la locanda, tesoro?

Al chè Vera sorrise ed annuì.

Si, è davvero tardi! Appena torniamo, mi lancio sul letto.. domani, ne son già certa, mi sveglierò con estreeema fatica!
Temo che Lorenzo e gli altri, dovranno attendere un bel po'
- le sorrise - Spero che la città di Béziers sia ospitale!
Oh, non sai quanto vorrei che tu e Roberto veniste con noi! Per fortuna che con me, c'è Michele! Altrimenti..
Sai mamma, Lorenzo mi è molto simpatico, ma a volte è..ecco.. un po' troppo saccente..
- abbassò lo sguardo ed aggiunse - ..o almeno io ho questa impressione rise.



Quella mattina si svegliò a fatica, come aveva già intuito la sera precedente, e sempre con molta difficoltà, cercò di prestare ascolto alle istruzioni del Capogruppo, Lorenzo, e di seguire il passo dei suoi compagni.

L'arrivo nella città di Bézier fu piacevole, e sarebbe stato migliore, se solo non ci fossero stati tutti quei decreti da seguire, nella bacheca del municipio, che Vera lesse sbuffando:

DECRETS EN VIGUEUR

=== Décret Municipal n°1 sur les produits à 1 écu et le pain à 2 écus ===
A compter du 19 novembre, les produits vendus à un écu ainsi que le pain à 2 écus sont réservés à des personnes déterminées par la Mairie et à nul autre. Toute personne non concernée par la vente de ces produits par la Mairie et qui en ferait l'achat serait poursuivie en Justice pour Escroquerie par la ville de Béziers.

=== Décret Municipal n°2 concernant les visiteurs ===
A compter du 1 mai de l an de Pâques 1455, toute personne n'habitant pas la ville de Béziers a interdiction formelle de vendre ou acheter sur le marché sans une autorisation préalable du Maire de Béziers. Sont autorisés la vente du produit de sa propre pêche dans la limite de 2 poissons par jour, ainsi que les achats d'alimentation courante, tant sur le marché de la mairie que celui des joueurs. Toute personne ne respectant pas ce décret serait poursuivie en Justice pour Escroquerie par la ville de Béziers.

===Décret Municipal n°3 sur la viande à 10 écus ===
A compter du 22 décembre de l'an de Pâques 1455, la viande à 10 écus est réservée aux soldats de l'Ost de la garnison de Beziers et à nul autre. Toute personne non concernée par la vente de ces produits et qui en ferait l'achat serait poursuivie en Justice pour Escroquerie par la ville de Béziers.

=== Décret Municipal n°4 sur la grille des prix maximum ===
Qu’il soit su par tous que toute personne demeurant en la ville de Béziers ou y séjournant
Que, sur le marché municipal, le prix des denrées est limité tel qu’ici indiqué :

Mais 3.30 écus
Blé entre 11 et 12.50 écus.
Olives 17.50 écus
Carcasses de cochons 15.50 écus
Farine 14.50 écus
Pains entre 5.80 et 6.40
Poissons 17.50 écus
Morceaux de viandes 17.50
Couteaux 16.30 écus
Seaux 45 écus

Qu’en vertu de l’article 5.4.6. & 4.4.2. du coutumier du Languedoc, tout contrevenant sera poursuivi par la ville de Béziers au titre d'activité de Marchand Ambulant non déclaré s'il n'est pas biterrois, et au titre d'escroquerie s'il l'est.

=== Décret Municipal n°5 sur la vente de Bois et de minerai de fer ===
La vente de bois et de minerai de fer sur le marché de Béziers est désormais réservée à la mairie. Le prix de vente de la stères de bois et du minerai de fer sont fixés par la mairie.


Fortunatamente la compagnia del cugino Michele e la possibilità di ricevere e far ricevere lettere celermente, nella vicina Capitale di Montpellier a sua madre, resero il suo soggiorno alquanto piacevole.


Cele ha scritto:
Vera l'abbracciò prima di riprendere la strada per la locanda. Poi di nuovo sottobraccio ripresero a chiaccherare del viaggio.

Ah Lorenzo, è un bravissimo ragazzo, sai? Anche a me dà quest'impressione, perchè un pochino saccente lo è... Lo sa anche lui, glielo dico sempre! Ma basta conoscerlo, veramente una persona squisita, o "piacevole" come ama sempre dire lui.. Ti divertirai con lui. Sorrise alla figlia e continuando a parlare raggiunsero la locanda.

In camera, Vera, si addormentò praticamente nel giro di pochi minuti. Era tardi, e in più la mattina dopo doveva alzarsi presto per recarsi, insieme agli altri, nella città di Béziers.

La stessa sera della partenza una missiva arrivò ad Aurora. Vera la informava delle ordinanze della città e di come era andato il viaggio.
C'erano un sacco di cose da controllare, l'indomani avrebbe scritto alla figlia e al Sindaco di Béziers.

In giornata erano arrivate anche altre missive, che però Aurora non aveva avuto tempo di leggere.

Dopo cena tornò in camera e si sedette alla scrivania, prese la prima missiva, era della nipote Helena, avevano risposto da casa. La aprì e iniziò a leggere con non poca nostalgia.

Finalmente Ginevra si era sposata... E Alessandra si era candidata a Sindaco della città.
Quante novità esclamò Aurora.

Il suo caro amico Indios non aveva smesso di odiare il candidato unico a quanto pare... I pensieri di Aurora volarono per un attimo a quell'uomo, solitario, ma paradossalmente di ottima compagnia. Sperava davvero di rivederlo al suo ritorno.

Poi sorridendo ripensò al regalo per Marcos. Purtroppo per Helena, Aurora aveva già acquistato il regalo promesso a Marcos, ma visto che così Helena non era tranquilla, quel regalo lo avrebbe consegnato a Marcos di nascosto.
Avrebbe trovato con Vera qualche regalo di copertura che potesse servire per sviare la nipote. Era troppo divertente vedere le loro liti, e poi quel vino francese e lo champagne erano così buoni che non si poteva non provarli almeno una volta nella vita.

"Mi mancano da morire" pensò Aurora. Richiuse la lettera e se la strinse sul cuore.
Tra qualche giorno, quando sapremo il giorno della partenza, le scriverò per avvisarla. Mormorò.
Infine posò la lettera sulla scrivania e decise di scendere in taverna dove avrebbe trovato il resto della Compagnia.
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:15

Vindrveraly ha scritto:
La città di Béziers..è proprio du' Béziers"
Pensò Vera, seduta accanto al cugino Michele, in uno dei tavoli presenti nella taverna "La Rose Pourpre", gestita da una tal "Dame Blanche".

Stavano parlando un po' del tempo, più freddo da quelle parti, quando Vera gli chiese come andassero le vendite.
Michele accennò ad un "abbastanza bene", e poi le pose la stessa domanda.

Così Vera gli raccontò dell'avviso del sindaco, che aveva ricevuto, e delle conseguenze che lei avrebbe avuto se non avesse ritirato la merce per tempo.
Sbuffò dicendo di non aver fatto poi chissà che, tanto da meritare perfino una denuncia!
Comunque, si era scusata poi con le Maire per "il disagio che aveva creato" ed ora era impossibilitata a vendere.

Si accasciò sulla sedia, sospirando: "La mia inutilità è spaventevole!"

Poi rivolta a Michele, chiese: Cugi, ma sai quanto rimarremo ancora qui in Languedoche?

Lui le rispose "Si era detto due settimane" ma non ne era sicuro, così aveva proposto di contattare Aurora.

Ben lieta, Vera salì in camera e prese un foglio ed una piuma.
Tornata indietro, dalla locanda dove alloggiavano, cominciò a vergare una lettera che poi avrebbe affidato ad un monaco, diretto a Montpellier.

] Mà chere Mamàn,

ti faccio pervenire questa mia missiva per chiederti se ci sono aggiornamenti, relativi alla nostra permanenza qui nella Comté du Languedoc.
Ahimè, come ti ho già precedentemente scritto, sono impossibilitata a mettere in vendita qualsiasi tipo di merce repubblicana, figuriamoci quei 5 pesciolini che mi son portata da Livorno, e questo per me è cagione di sconforto.
Fortunatamente c'è Michele, che è allegro ed ottimista, anche se lui ha ben altre buone ragioni per esserlo!
Mi manchi tanto, mi manca la nostra ClaraLuna, mi manca Livorno..
Chissà come stanno a casa, se c'è qualche novità in vista..


Si fermò un attimo.
Rileggendo la sua lettera, pensò "Non c'è che dire Vera..stai invecchiando!
Dove è finita la vitalità tipica della gioventù?
Quella particolare attitudine a rendere allegro e colorato ogni giorno?"

Le venne da sorridere.

Bene per ora, forse, ti ho già annoiata abbastanza.
Un enorme abbaccio Béziersese da tua figlia e tuo nipote!
Con estremo, infinito ed immutato affetto,

Vera & Michele


Salutò il cugino, scioccando lui un bacio, e si diresse verso il Municipio.
Lì avrebbe trovato quel frate che spesso andava nella Capitale e tornava, con la sacca colma di lettere.


Cele ha scritto:
Aurora, come di consueto, stava tirando le somme della giornata appena trascorsa.

Le cose a Montpellier erano molto migliorate e le sue vendite procedevano bene, come anche quelle del figlio Roberto.

Entrò nella locanda "Latte & Sangue", dove era seduta a fare calcoli, un frate, che cercava una donna italiana dal nome Aurore Céleste De Lune, il suo nome, pronunciato dal frate francese la fece sorridere, poi si alzò dal tavolo e andò incontro all'uomo
Bonsoir! Voici, je suis Aurore Céleste De Lune disse sorridendo.

Il frate gli porse una lettera, era di Vera, da Béziers, e la informò che sarebbe partito l'indomani mattina, se voleva consegnare la risposta. Aurora fece cenno di sì e si mise di nuovo al tavolo.

Lesse velocemente quanto scritto e poi, per non far attendere troppo il frate, si mise a scrivere.

Montpellier,
7 Febbraio, 1459



Amore di mamma,

sento in queste poche righe tutta la nostalgia di casa che adesso inizio a sentire anche io. Ma mancano gli ultimi sforzi. Ormai ci siamo.
Proprio per questo Vi comunico che domani stesso visiterete una nuova città del Languedoc, la città di Narbonne, di cui mi hanno parlato molto bene.

Mi raccomando cara, segui sempre quanto ti dice Lorenzo, che Vi guiderà in questo viaggio e non metterti nei guai, sai che sono sempre in ansia.

Sono contenta che Michele sia di buona compagnia in questi giorni. Il tuo faccino sorridente mi manca molto. Come mi manca quello pacioccone di Michele e le lunghe chiaccherate con Lorenzo, a cui ti prego di porgere i miei più affettuosi saluti.

Come dicevo domani sera partirete per Narbonne, poi lì starete un po' di giorni e poi farete di nuovo ritorno a Montpellier e saremo pronti per imbarcarci di nuovo verso Firenze. Ormai non manca molto, su... Non voglio sentirti triste e malinconica. Sei la mia forza Vera, non dimenticarlo mai.

Con un abbraccio e un bacio enormi Vi tengo stretta a me,


Aurora


Consegnò la sua risposta sigillata al frate insieme a qualche moneta, lo ringraziò e lo salutò con un leggero inchino prima di rimettersi al tavolo a finire i calcoli del giorno. Tra poco l'avrebbe raggiunta Roberto per cenare insieme.


Vindrveraly ha scritto:
Il pomeriggio del 8 Febbraio, ricevette la lettera di risposta dalla madre.
Desiderosa di conoscerne il contenuto, l'aprì.

[rp]"Proprio per questo Vi comunico che domani stesso visiterete una nuova città del Languedoc, la città di Narbonne, di cui mi hanno parlato molto bene."..[/rp]

"Partiamo?..Narbonne..Partiamo!". Era entusiasta di quella notizia, perchè la città di Béziers la stava mortalmente annoiando.
Nuovi luoghi avrebbero rIsvegliato in lei quel grande amore per la novità, per la scoperta, per l'avventura.
Continuò a leggere, ed ogni parola la faceva sorridere: le raccomandazioni, i saluti e Firenze.

Fi - ren - ze scandì sillaba per sillaba.

Non era mai stata così contenta di tornare a casa, anche solo di pensare alla sua terra, ai pescatori livornesi, ai Cavalieri della Torre di Matilde, ai suoi amici, alla sua famiglia.
Corse a preparare i bagagli, e visto che in parte non li aveva ancora disfatti, le rimase del tempo per scrivere qualche riga, e cerco di vergare quelle lettere nel modo fine e delicato con cui le aveva scritto sua madre.

8 Febbraio 1459,
Ancora per poco, qui a Béziers,



Mà chere mamàn,
sono felice che quel monaco ti abbia trovato così velocemente.
Vero allora quel che dicono: "Sa quel che fa!", indi penso di cercarlo di nuovo e affidarli questa mia, anche se credo tu la possa ricevere solo domani, in serata.
Infatti mi hanno detto che, anche se da qui a Montpellier, andata e ritorno, per lui sono solo due giorni, la fatica che compie poi a trovare tutti i destinatari lo costringe a fermarsi almeno per otto ore!
Pover uomo, non dev'essere facile la sua vita, ma credo che, nonostante tutto, accolga con gioia ciò poichè, come lui stesso afferma, "Dio gliel'ha donato".

Venendo a noi..
Che gioia sapere di dover abbandanare finalmente questa città.
Detto fra noi, non ne potevo più! Non provo ad immaginare tu e Roberto fermi ancora lì a Montpellier..

Comunque appena consegnata questa lettera, mi dirigerò fuori città in cerca di Lorenzo, anzi spero di non essere in ritardo!
La tua missiva è stata propizia, mi ha colta in un momento di noia estrema, tant'è che stavo contando i sassi lungo la via.
Che poi, strano ma vero, ho sentito che alcuni giovani amanti regaleranno dei sassi al loro amore, per quella festività che avverrà tra qualche giorno, e sulla quale vedrò di informarmi meglio!
Per ora tutta la faccenda, mi è oscura!
Magari anche a Firenze si festeggia..Ah, Firenze!
La Languedoce, mi ha fatto apprezzare le gioie degli scherzosi diverbi fiorentini, ed amare, oltre quanto già facessi, la nostra florida terra.
Sì che, volesse mai in cielo che non accadesse, ma, se mai deciderò di trasferirmi e cambiar dimora, sceglierei sicuramente una delle città fiorentine.
Anche se il Regno delle Due Sicilie, mi ispira "assai"; ahimè, temo che i racconti di Roberto mi abbiano contagiata!
Tranquilla Mamàn, volente o nolente, mi avrai sempre in mezzo ai piedi!

A proposito, non stare in ansia per me, giacchè io sono in pensiero per te, sì che entrambe allor cercando l'un e l'altra, finiremmo per dimenticarci di badar a noi stesse!
Che pensier contorti mi provoca questa terra, che abbia esagerato con il vino?
Probabile, ma non impossibile.
Tenterò di smettere, così da risparmiare quei pochi écus che già ho in tasca.
Magari potrei far abuso di tisane, ma smetterla assolutamente con il vino!
Ma cosa posso dire a mia discolpa?
Ho uno spirito da viaggiatrice e si sa, chi ha gli occhi ricchi, ha le mani povere!

Et bien, mamàn, credo proprio di aver superato ogni limite possibile con questa lunga missiva in cui non dico nè più, nè meno, quello che altri avrebbero detto in poche righe.
Ma a me piace esser prolissa, nei miei discorsi.
Soprattutto quelli che faccio ai piccoli Di Luna, Oh! miei poveri cuginetti, loro non potendo rispondere subiscono il mio incessante parlare di vecchie storie e legende.
Ritengo sia importante, che conoscano le proprie origini, così da non tradire il proprio passato e vivere a testa alta il loro presente.
Riguardo ciò, devo proprio finire di ricopiare quel vecchio libro di cui ti accenai tempo fa, quello relativo al nostro caro Conte, Francesco Valerio I, e quello sulla costruzione dell'alta Torre, dove trascorsero interminabili giornate le nostre amate Francesca ed Helena.

Ora credo proprio di dover andare, il sole è già basso e non voglio far preoccupare i miei compagni, che sicuramente mi staranno cercando..o almeno così credo!

A' deiman, mamàn!

Con estremo ed infinito affetto,


Vera



Uscita dalla Locanda, pagando a poco prezzo, fortunatamente, la sua permanenza lì, trovò quel monaco "benedetto" fuor dal Municipio.
Vera lo salutò, ringraziandolo per la celerità con la quale aveva consegnato la prima lettera, e affidandogli questa sua nuova.
Il frate la salutò e le promise di conegnarla prontamente il giorno dopo, al chè Vera, con un inchino, si congedò in cerca dei suoi compagni, diretti verso Narbonne.


Cele ha scritto:
Di nuovo in nave....

Aurora e Roberto si erano imbarcati in mattinata e adesso erano già in viaggio verso Narbonne.

Il monaco che nei giorni scorsi l'aveva incontrata per darle la missiva di Vera da Béziers la raggiunse sul molo e gliene consegnò un'altra. Aurora la lesse in cambusa... Non c'era bisogno di rispondere. Quella stessa sera avrebbe riabbracciato la figlia.

Riaprì il suo diario, dopo tanto tempo.


A bordo dell'Anteros,
10 Febbraio, 1459



Sono di nuovo a bordo della nave. Lasciamo Montpellier, con un po' di amaro in bocca. Non posso di certo definire questo soggiorno, piacevole. Ma comunque farò tesoro dell'esperienza.

Roberto si sta occupando della stiva e io ho finito ora di fare i calcoli della merce già venduta e di sistemare quella ancora da vendere.
Che lavorone! Ma speriamo a Narbonne e Carcassone di avere più fortuna.

Ho già scritto al Capo Porto di Narbonne, ma senza ricevere risposta, in serata vedrò come organizzarmi.

Non vedo l'ora di riabbracciare Vera, Michele e Lorenzo.

Chissà a Livorno come stanno... Il mio cuore è con tutta la mia famiglia adesso! Mi mancano molto...


Cele ha scritto:
Il giorno precedente era passato tranquillamente e la navigazione era andata bene. Aurora salì sul ponte e si trovò di fronte la città di Narbonne.

Effettuò le manovre di attracco, bisogna entrare in un'insenatura per poter finalmente ormeggiare in una delle banchine.

Al contrario del porto di Montpellier, nel porto di Narbonne c'erano già tre navi ancorate. Aurora sperava che questo non fosse un problema per il loro arrivo.

Finalmente c'erano riusciti e quei giorni, nonostante fosse sola con il figlio Roberto, si era divertita chiaccherando del più e del meno e scoprendo nel figlio qualcosa che ancora gli faceva battere il cuore. Ne era felice, e per questo non vedeva l'ora di poterlo riaccompagnare nelle terre italiche per avverare i suoi desideri.

Si mise in attesa del Capo Porto di Narbonne, che a quanto pare era anche Sindaco di quella città e aprì il suo diario.


Narbonne,
12 Febbraio, 1459



Arrivati a destinazione! Anche se qua ci sono già tre grandi navi e non vorrei che questo ostacolasse il nostro attracco. Il porto è molto carino e singolare, l'insenatura da attraversare prima dell'attracco è davvero molto stretta e per alcuni istanti ho temuto di non farcela.
Per fortuna Roberto mi riportava alla calma quando la traversata si faceva più complessa.

Con ogni probabilità con la scusa che andava a prendere tutte le cose nella stiva si è rimesso a dormire.... E' proprio un ghiro questo ragazzo.

Però in questi giorno l'ho visto felice. Sono contentissima per lui e spero possa essere felice a lungo.

Finalmente potrò riabbracciare Vera e tutti gli altri. E magari potrò anche scrivere e spedire un'altra lettera a Livorno.

Anche se la mia speranza è di non prolungare ancora molto questo viaggio.

Aspetto il Capo Porto...
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:18

Robermir ha scritto:
Terra! Terra! urlò Roberto dal pennone, rivolta al suo Capitano e sua madre Aurora di Luna.

Madre, inizio le operazioni di ormeggio!

Ammainare le vele!! urlò, rendendosi conto che solo lui era rimasto come mozzo della nave... una tristezza lo afflisse di colpo. Si accorse che la stupidità con l'età avanzava inesorabilmente...


Cele ha scritto:
Aurora a bocca aperta osservava il figlio dare ordini all'aria!

Ma siamo solo noi! pensava preoccupata Oddio!! Ha le allucinazioni... Questa ci mancava! Il delirio.

Lasciò per un attimo il timone e andò a tranquillizzare il figlio.
Poggiò una mano sulla spalla di lui, anzi no, alla spalla non c'arrivava, poggiò una mano sulla panza di lui e disse
Calmati, calmati... è tutto finito! E rimase a guardarlo scioccata.


Vindrveraly ha scritto:
Ho preso un pesce! esclamò guardando il cugino, per poi mettersi a ridere.

Vedrai cugi! Appena torno a Livorno farò vedere a tutti quanto sono migliorata! aggiunse gonfiando il petto d'orgoglio, per poi ridere ancora.

Abitando da sempre a Livorno, Vera sapeva pescare bene sia con la barca, che senza, ma purtroppo mesi prima, a causa della malattia, si era dovuta fermare a lungo e azioni che prima le parevano naturali, come respirare, dopo il suo ritorno a Livorno, le risultavano difficili, se non impossibili.

"Col tempo si migliora! N'è vero?" le avevano detto prima che lei partisse per la Languedoc.
Vera ne dubitava all'inizio, ma ora non poteva far a meno di ricredersi: aveva riacquistato le forze di un tempo.

Kes - disse, chiamando il cugino con il suo soprannome - Secondo te mamma e Roberto stanno bene?
Sono giorni che non abbiamo loro notizie..non vorrei che fosse accaduto loro qualcosa!
Hai sentito anche tu che c'è stata una rivolta a Montpellier..


Due giorni prima infatti aveva ascoltato una conversazione in taverna di alcuni mercanti provenienti dalla Capitale, che informavano i cittadini di Narbonne che la città era stata presa nella notte, con un assalto.
Spaventata era corsa ad avvertire il cugino, e non aveva ascoltato altro.

Sospirò.
Sperèm disse e guardando il cugino, sorrise.


Kestel ha scritto:
Michele guardò la cugina, mentre gli si parò davanti mostrando fiera un pesce. Era sempre stata una splendida pescatrice, la prima che gli rivelò i segreti da sapere in quell'attività. Come sapeva che avrebbe dovuto procurarsene un'altra, in quella terra straniera dove la precedente si era appena distrutta; eppure gli serviva, avrebbe potuto pescare di più. Riguardò la cugina ridere, orgogliosa del suo bottino e le sorrise dolcemente.

"Kes" - disse, chiamando il cugino con il suo soprannome - "Secondo te mamma e Roberto stanno bene?
Sono giorni che non abbiamo loro notizie..non vorrei che fosse accaduto loro qualcosa!
Hai sentito anche tu che c'è stata una rivolta a Montpellier.."


Non ne sapeva nulla, in effetti. Chissà che sta succedendo..
"Io sono fiducioso, ma non posso esserne sicuro... ora mando a cercarli attraverso Saoirse, magari riesce a vederli dall'alto e riconoscerli" e dicendo così, liberò la civettà e la inviò alla ricerca dei parenti dispersi.
"Vai Saoirse, spero tu sappia trovare qualche notizia" pensò, guardando la civetta allontanarsi verso il mare.


Robermir ha scritto:
Arrivato a Narbonné Roberto si dileguò per le impervie vie del porto. Carico di merci trasportò il carretto fino alla piazza del mercato per vendere i suo beni.

Ogni qualvolta vi era una pausa pensava a Lei. Donna bionda del Mezzogiorno...

Pensava al suo passato e di quanto fosse stato stupido a non accorgersi prima di tale meraviglia. Degli innumerevoli errori commessi non rimanevano solo che tristi e vaghi ricordi. Solo perdite di tempo e nulla di concreto. Ma quest'oggi era sicuro di tutto ciò che gli passava per la mente.

I suoi occhi cambiarono luce, specchi dell'anima, aveva preso una decisione ardua.. 4 lunghi mesi di viaggio, una sola destinazione.


Cele ha scritto:
Finalmente toccava terra. In quei giorni ne aveva combinate talmente tante che non le sembrava vero...

Il figlio l'aveva presa in giro per due giorni di fila. Prima entra nel porto con grande maestria, chiede di attraccare, poi forza l'attracco senza permessi, poi salpa di nuovo, poi richiede il permesso di attraccare, infine riesce a sbarcare.... No no! Bisognava che si desse una calmata Aurora.

Appena scesa dalla nave salutò il figlio, che andò dritto verso il mercato, e lei entrò nelle taverne per cercare la figlia Vera e il nipote Michele. Sicuramente saranno preoccupati dopo tutti questi giorni senza notizie pensava.

Si sedette in una delle taverne, Le Phénix, per l'esattezza e attese.


Vindrveraly ha scritto:
L'alba del 14 Febbraio, colse Vera in piedi, innanzi alla finestra.
Aveva continuato ad osservare il mare, tutta la notte, sperando di vedere la nave Anteros, o per lo meno di udire qualche segno, qualche traccia di sua madre e di Roberto.
Nulla.
Si voltò e guardò il letto, intatto.

Qualcuno bussò alla porta Uh..Entrez, entrez s'il vous plaìt!

La locandiera si fece avanti e dopo un inchino le porse una lettera.
"Mamma!" pensò, ma leggendo capì che si trattava di ben altro.
Il duca di Languedoc, le ordinava di togliere la merce che aveva al mercato di Montpellier, l'avrebbe tranquillamente fatto, se solo fosse stata ancora nella Capitale e sopratutto conservasse ancora della merce in quel mercato, distante due giorni di viaggio da lei.
Scuotendo il capo, guardò la donna, alla quale diede tre ecùs ed un sorriso per il disturbo.
"Chissà se anche Michele ha ricevuto lo stesso avviso?" e prendendo il mantello, uscì dalla locanda in fretta.

Si fermò ad una fontana, bevve un sorso d'acqua e si sciacquò il viso, un po' pallido per la notte insonne, e poi riprese il cammino.
Sui muri, nelle piazze, nelle varie locande e anche in municipio,
Vera leggeva spesso

DEVISE DE NARBONNE
Narbonne
Où l'amitié y est bonne
Où l'amour se donne
Des louanges je chanterai pour toi, Narbonne


Ed ogni volta, si fermava a contemplare quella breve scritta, sorridendo.

Questa volta il caso volle che finisse davanti alla taverna "Le Phénix" di un certo "Skip lo Casalier", che non solo era il Proprietario, ma da quando scritto sulla bacheca della taverna, era anche il Taverniere.
Non che ci fosse molta scelta per decidere in quale taverna andare a Narbonne: erano in tutto quattro, di cui una non pareva molto raccomandabile, dato che lì si faceva sempre "ramponneau", un gioco che Vera non capiva, e di cui desiderava continuare ad ignorare i meccanismi, dato che aveva ben compreso che la sua utilità consisteva nel portare via tanti, forse troppi ducati, all'avversario.
Restavano quella municipale, e "Le Feu perdu des Vestales" , di quest'ultima apprezzava particolarmente il nome.
Ma "La Fenice", essere mitologico, le ricordava la guarnigione dei "Grifoni" a Livorno.

Optando per questa, dopo essere entrata, cercando il Taverniere pensò "Ma guarda un po'..Qui, tutti fanno tutto! A partire dal Sindaco fa sia il suo lavoro, che il CapoPorto.." e mentre rideva il suo sguardo cadde su una donna, seduta poco distante da lei, dai capelli castani raccolti.
"Che sia..ma no..impossibile..ma se fosse.."

Si avvicinò lentamente e quando ella si voltò, senza pensare, Vera la strinse forte e così a lungo che credeva non l'avrebbe più lasciata!
Immediatamente comiciò a parlarle, senza nemmeno prender posto:

Mamàn! Oh mamàm, tu m'as fait inquiétez!
J'ai entendu de l'insurrection à Montpellier!
J'ai pas reçu votre lettre..Je pensais déjà à la prison ou à les brigands!
Oh, Aristotele, qui craignent!
Mais comment êtes-vous?
Êtes-vous bien?
Êtes-vous mal?
Oh, mamàn, parlez, s'il vous plaît! ..ou mon cœur crèvera, je sais!


Si portò una mano al petto e la guardò.

Sospirò, Eh bien, maintenant je te vois, je suis plus tranquille!

Si sedette di fronte a lei, attendendo che le raccontasse il perchè di tanta attesa, mentre agitando il braccio, chiamava il taverniere

Excusez-moi! Excusez-moi, s'il vous plaît, je puis avoir un thé?


Cele ha scritto:
Vera entrò infine nella taverna. Aurora l'aveva aspettata un po' di tempo e nel mentre aveva chiaccherato con il taverniere e parlato con il figlio Roberto che era passato di lì poco prima.

Aurora la guardò sorridendo, ma la figlia non la riconobbe subito, allora certo di assecondare quel piccolo scherzetto naturale e solo quando la ragazza le era vicina si voltò regalandole un sorrisone.

Iniziò a parlare in francese, velocissima. Sì che ora Aurora il francese iniziava a capirlo bene e a parlarlo modestamente ma così era troppo. Si era dimenticata l'italiano?

Ridendo disse alla figlia
Oh amore mio, quante parole in così poco tempo. E tutte in francese per di più... Complimenti, lo parli in modo sublime! Helena sarebbe orgogliosa di te.

Poi per tranquillizarla risposte alle sue domande La rivolta a Montpellier è stata il giorno stesso in cui io e Roberto salpavamo, perciò abbiamo ricevuto la notizia che eravamo già sul molo. Non c'è successo nulla e in realtà so molto poco sulla cosa. Io come vedi sto molto bene tesoro.
Ci abbiamo messo un po' di più per giungere a Narbonne perchè il primo giorno i venti non sono stati favorevoli e poi ho fatto un po' di danni con la nave.
Diventò un po' rossa di vergogna ma poi decise di prendere sul ridere tutta quella storia e di raccontarla a Vera.

Non so se hai visto il porto di Narbonne iniziò a raccontare il tutto come se fosse una fiaba, accompagnando le parole a gesti che potessero mimare le varie scene dall'alto si vede bene, una piccola insenatura ti permette di entrare in questo piccolo porticciolo, davvero molto grazioso. E figurati io e Roberto da soli, l'agitazione per non fare danni all'Anteros era tanta. Ma alla fine abbiamo attraversato l'insenatura in modo impeccabile... Abbiamo fatto normale richiesta d'attracco, ma il Capo Porto non ha rispondeva. Abbiamo aspettato un'ora, due ore, tre ore, dieci ore... Poi però, non so cosa mi ha detto la testa, ho preso ed ho forzato l'attracco nel porto Aurora si mise a ridere.

I primi momenti Roberto ha pensato che fossi completamente ammattita, e io iniziavo ad avere i sensi di colpa. Abbiamo subito verificato i danni alla nave, ma niente. Tutto era andato bene. Il Capo Porto, nonchè Sindaco, non era neanche venuto a vedere. Vabbè... Aspettiamo qualche ora e, nell'attesa, ci siamo bevuti quel rum che Michele aveva lasciato in stiva e poi, praticamente ubriaca, sono risalita sul ponte e invece di sbarcare, sono salpata di nuovo. Aurora tratteneneva a stento le risa ripensando al viso di Roberto in quell'istante.

Non puoi capire Roberto, tesoro. Piegato a terra dalle risate. Io che mi sono resa conto solo dopo un pezzo che eravamo di nuovo in alto mare. Ormai Aurora non si tratteneva più, ridendo con le lacrime agli occhi continuò il racconto.

Infine mi sono ripresa un pochetto, sono tornata nel porto, ho rifatto richiesta d'attracco, stavolta accettata per tempo dal Capo Porto, e siamo sbarcati. Il bello è che di tutto sto movimento neanche se ne sono accorti i francesi. Con il viso rigato da lacrime Aurora osservava la figlia incredula.

In effetti quella non era una storia molto normale da sentire, si asciugò le lacrime e aggiunse
Ecco svelato il mistero del nostro ritardo e sorrise con gioia alla figlia.


Carn ha scritto:
Vittorio era a Pisa già da molto tempo e non riusciva a immaginare quanto ancora sarebbe rimasto li.
Due pescatori stavano seduti su un tavolino li vicino e parlavano del loro pescato odierno,un bambino giocava a dadi con dei suoi amici e un vecchio molto solo rimirava il sole tramontare sulla superficie del mare inondata di un opaco colore arancione.

Vittorio percorreva lentamente il pontile,turbato da un sentimento profondo,ma al tempo stesso presente e vivo;giunto all'estremità del pontile guardò lontano verso un'imbarcazione molto piccola e leggera che lentamente stava scomparendo in quelle calme e chiare acque arancioni.

Rilesse nella sua mente più volte la lettera che aveva spedito e ogni volta che se la ripeteva ,più forte diventava il suo desiderio di rivederla...
Non aveva bisogno di risposte,ma solo di lei..li accanto a lui...

Non sapeva se la lettera fosse giunta a destinazione,ma era conscio del fatto che nel scriverla aveva sentito la voce lontana del suo cuore ...

Cara aurora,

in queste brevi ,ma intese parole voglio esprimerti tutto ciò che ho provato e sentito durante tutto il tempo in cui siam stati lontani.

Troppo tempo è trascorso dall'ultima volta in cui ti ho vista,troppo tempo dall'ultima volta in cui ho sentito la tua voce e il tuo profumo..

Hai risvegliato in me sentimenti che non provavo da troppi anni ormai,sentimenti che adesso temo perchè non so se riuscirò a contenerli...

Ogni volta che guardo una donna cerco sempre di ritrovare il tuo sorriso, i tuoi modi cosi vivi e sopratutto il tuo viso delicato...

ho bisogno di rivederti e di parlarti di una cosa molto importante ,voglio averti qui accanto a me...non riesco più star sereno perchè non c'è un momento che non pensi a te...

e anche se gli eventi stanno cercando di separarci li supererò per ritrovarci ancora assieme...

Vittorio
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:23

Cele ha scritto:
Aurora era a Narbonne da due giorni.
Quella città le stava piacendo, molto più di Montpellier, anche se, forse, c'era molto meno movimento rispetto alla Capitale. Sia per quanto riguardava gli abitanti e sia per quanto riguardava il mercato... Ma pazienza! Ormai dovevano portare a termine il lavoro iniziato.

Aveva rivisto Vera e ne era felice, si erano raccontate le avventure degli ultimi giorni e le ore con lei erano passate velocemente.

Non aveva ancora disfatto i bagagli e aveva passato la mattinata di quel 15 Febbraio ad occuparsi della sistemazione della sua nuova camera. Appesi gli abiti si mise a sistemare il mantello che aveva nel baule, sollevandolo scivolò dalle tasche quella lettera.

Il nome del mittente era lì, davanti a lei, su quel pavimento. Vittorio Alberto Guicciardini.

Perchè non aveva ancora avuto la forza di aprirla?

Aveva ricevuto la missiva quasi una settimana prima, nella Capitale Montpellier. Alcuni mercanti genovesi gliel'avevano consegnata in una delle taverne e lei era rimasta a guardare quel nome per interi minuti senza sapere cosa fare. Non riusciva a spiegarsi, inoltre, perchè, appena letto il nome di Vittorio, quel rossore improvviso si era impossessato delle sue gote. Che figura che c'aveva fatto con quei mercanti che pazienti aspettavano la loro mancia.

Infine aveva riposto la lettera nella tasca del mantello senza aprirla. Ma perchè?
Eppure conosceva Vittorio da così tanto tempo. Era forse una delle prime persone che aveva conosciuto nella Repubblica fiorentina.
Un bravissimo ragazzo di San Miniato con cui aveva condiviso interessi e opinioni. Aveva lavorato al suo fianco per moltissimo tempo.
Aveva osservato allegra il bellissimo rapporto che Vittorio aveva con suo fratello Cesare e con suo figlio Roberto. Erano una bella squadra, si volevano bene, ma quella lettera, Aurora, non era riuscita a leggerla.

E adesso lì, in quella camera di una locanda, le era riapparsa come d'incanto, e di nuovo, quel rossore, le aveva invaso il viso.
Aurora sei proprio una stupida ripetè a sè stessa.

La raccolse da terra. Dai su, cosa mai potrà esserci scritto Aurora! Aprila... le diceva la sua coscenza e alla fine si decise. Era giusto leggerla anche per rispetto nei confronti di chi l'aveva scritta.

[rp]Cara Aurora,
in queste brevi ,ma intese parole voglio esprimerti tutto ciò che ho provato e sentito durante tutto il tempo in cui siam stati lontani.[/rp]

Già dalle prime righe Aurora sentì i battiti del suo cuore aumentare il ritmo.

Sì, in effetti non ci vediamo da moltissimo pensò Aurora cercando di non badare alla tempesta in atto nel suo cuore.

[rp]la tua voce e il tuo profumo..
............[/rp]

Ecco... Se Vera o qualcun'altro fossero entrati in quel preciso istante avrebbero pensato che Aurora era in preda ad un attacco di cuore. Rossa come un peperone, con gli occhi sgranati su quella missiva totalmente inaspettata ma che, per ragioni ancora ignote, le recava gioia.

[rp]ho bisogno di rivederti e di parlarti di una cosa molto importante ,voglio averti qui accanto a me...non riesco più star sereno perchè non c'è un momento che non pensi a te...[/rp]

Aurora prese la busta in mano e ricontrollò mittente e sigilli Ma è davvero Vittorio a scrivere? pensò. Ricontrollò incredula...
Rilesse la lettera fino a quel punto.
Aurora non ci poteva credere.


[rp]Vittorio[/rp]

Vittorio sussurrò Aurora.

Quella lettera ancora in mano, a mezz'aria. E mo che faccio? Chiese spaesata a quei mobili francesi che però non sembravano voler dare nessun aiuto a quella donna così agitata.


Vindrveraly ha scritto:
"Oh amore mio, quante parole in così poco tempo. E tutte in francese per di più... Complimenti, lo parli in modo sublime! Helena sarebbe orgogliosa di te." fu la prima cosa che udì dalla madre, alla quale Vera arrossì e sorrise.

Non se ne era accorta, anzi, quelle parole erano uscite dalla sua bocca come un fiume in piena che sgorga impetuoso superando i suoi argini.
La guardò e piegando la testa da un lato, rise di se stessa Excusez-moi mamàn!

E poi rimase rapita dalle parole di Aurora, dai suoi gesti e sopratutto dalle sue risate contagiose!
Incredula, ascoltava il racconto della madre, delle peripezie che avevano affrontato lei e Roberto, e con "dolore" apprese la scomparsa del rhum, accettando con rammarico la consapevolezza che l'unica bevanda capace di allietare gli animi sarebbe stato il "buon" Vino di Bordeaux, che Vera aveva promesso di non bere, dati i suoi effetti ottenebranti.
Si ritrovò poi buttata sul tavolino, quando Aurora le raccontò che i francesi, anche dopo l'attracco forzato, dopo aver salpato di nuovo, ed aver ormeggiato in seguito ancora una volta la nave a Narbonne, non si erano accorti di nulla!
"Questa è follia o..troppe ore insonni del SindaCaPorto!"

Poi il taverniere si era avvicinato e sorridendo aveva portato la tisana richiesta in precedenza, e mentre Vera cercava di bere, non riusciva a smettere di ridere, mentre chiedeva alla madre i dettagli della sua Epica Impresa.
Così trascorse il pomeriggio e la sera.

La mattina del 15 Febbraio, Vera, andò di buon ora al mercato a cercare Roberto per salutarlo e tentare di vendere qualcosa assieme a lui.
In seguito si avviò presso il Municipio, sperando di trovare qualche lavoro.
Non trovando nulla, si apprestò a raggiungere la locanda per prendere nella sua stanza quel bastone, che fungeva da canna da pesca, con il quale successivamente si sarebbe diretta al lago.

Attraversando il corridoio passò davanti alla porta della stanza di Aurora "Chissà se ancora è qui..non l'ho vista nè al mercato nè al porto..uhm"

Colpì tre volte la porta con le nocche della mano destra

Mamàn..mamàn vous êtes ici?

E rimase in silenzio, ad aspettare.


Cele ha scritto:
Tre colpì alla porta ridestarono Aurora che ancora cercava di carpire qualche risposta alle sue richieste. Ma niente, i mobili non l'aiutavano.

Guardò la porta senza vederla.


Mamàn..mamàn vous êtes ici?

E' Vera disse nella sua mente E ora come le spiego tutto? Che vergogna.

Si guardò un attimo allo specchio di fronte a lei, era ancora rossa.

In modo meccanico disse
Sì, Vera. Sono qua... Entra pure.

Guardò la porta con gli occhi da cerbiatto, aveva ancora la lettera in mano. Non capiva più dove si trovava.


Cele ha scritto:
Tre colpì alla porta ridestarono Aurora che ancora cercava di carpire qualche risposta alle sue richieste. Ma niente, i mobili non l'aiutavano.

Guardò la porta senza vederla.


Mamàn..mamàn vous êtes ici?

E' Vera disse nella sua mente E ora come le spiego tutto? Che vergogna.

Si guardò un attimo allo specchio di fronte a lei, era ancora rossa.

In modo meccanico disse
Sì, Vera. Sono qua... Entra pure.

Guardò la porta con gli occhi da cerbiatto, aveva ancora la lettera in mano. Non capiva più dove si trovava.


Vindrveraly ha scritto:
"Sì, Vera. Sono qua... Entra pure." sentì.
"Ah bene! è ancora qui" - pensò mentre apriva la porta -"Ora le chiedo se vuole venire a pesca, in compagnia è più divertente .. anche se ieri c'era quel francese un po' distante da me..'spetta come si chiamav.."

Guardò la donna davanti a lei, e il suo sorriso si spense.
Preoccupata, attraversando la stanza a grandi passi, si avvicinò a lei:

Mammina..mammina che hai?Ti senti poco bene, forse?
Quanto sei rossa..oh
esclamò portandosi una mano al cuore Non avrai la febbre!

Appoggiò la mano destra sulla fronte della madre e quella sinistra sulla sua, come le aveva insegnato suo zio Bartolomeo, per controllare se era più calda l'altra persona, anche se d'estate non funzionava molto bene quel "trucco"..

Eh no..anzi sei più fredda di me a momenti!
Però è strano davvero..
la guardò attentamente, gli occhi della donna le parevano spaesati.

Notò una lettera, che Aurora teneva ben stretta nella mano, ma non ci badò più di tanto..
Come poteva un semplice foglio rendere sua madre in quello stato?

S'inginocchiò davanti a lei, e stringendole la mano libera, disse Voi che chiami qualcuno? Non so se c'è un medico qui a Narbonne..ma se cerco bene, sono sicura di trovarlo..


Cele ha scritto:
Aurora non capiva niente, la figlia parlava ma lei non capì neanche mezza parola. La vide controllarle la temperatura, inginocchiarsi davanti a lei.

Vuoi che chiami qualcuno? Riuscì soltanto a sentire.

Guardò Vera i suoi pensieri ebbero uno scossone.
No no! Sto bene... Sto bene... E' che ho ricevuto una lettera. Il suo sguardo scese verso la sua mano destra, che morta sul suo fianco reggeva ancora la lettera di Vittorio.

In automatico la fece scattare verso Vera.
Leggi... Io non saprei con quali altre parole spiegarti tutto questo.


Vindrveraly ha scritto:
Ovviamente si sbagliava.
La causa del comportamento di sua madre era dovuta alla lettera che stringeva nella mano destra e che in un attimo Vera si ritrovò sotto il naso.

Ehm..si, certo, leggo subito mamma disse, pensando "Cosa mai potrebbe esserci scritto..?"

..Ooh.. riuscì a dire.

Guardò la lettera e poi la madre, di nuovo la lettera e la madre.

Ma..ma è meraviglioso, mamàn!
Oh, sono così felice per te! è una bella notizia, no?


Si alzò, un brivido le percorse la schiena: nella foga non aveva chiuso la porta.

Ma guarda! Mi hai fatto tamente preoccupare che non ho nemmeno chiuso la porta quando sono entrata - rise, voltandosi e, percorsa la stanza, chiuse la porta - Oh, mamma, ora capisco la tua...agitazi..preoccupazi..ehm qualunque cosa sia, ciò che ho scambiato per febbre!

Rise e si accomodò sul letto, e nel porgerle di nuovo la lettera, chiese

Ma..Vittorio..uhm.. lo conosco?


Robermir ha scritto:
Farina italiana!! Farina italiana! Ouèèè bella signora! Che vuole un pò di farina?? Roberto si prodigava a vendere le sue ultime merci al mercato di Narbonné.


Cele ha scritto:
Vera pensava che la cosa fosse meravigliosa.

Ma come? Era solo Aurora ad essere stata spiazzata da quella lettera e che non sapeva come comportarsi?


Sì, Vera, io penso che tu lo conosca già. Il rossore stava abbandonando il viso di Aurora anche se l'agitazione era ancora tanta. Spesso è venuto a Palazzo a trascorrere dei giorni insieme a Zio Cesare e a tuo fratello Roberto. Sono grandi amici loro. Ho lavorato con Vittorio nel Partito dei Democratici Fiorentini. Non so se ricordi.

I ricordi iniziavano a riaffiorare nella mente di Aurora. In effetti lo conosco da molto, ma una cosa del genere non me la sarei mai aspettata.
Anche se mio fratello Cesare avrebbe voluto vederci sposati, Vittorio non si è mai fatto avanti, perciò io non potevo davvero pensare.

Sei la prima a saperlo. Che dici figlia mia?


Guardò sua figlia dritta negli occhi. Ma prima che potesse risponderle delle urla entrarono dalla finestra della camera Farina italiana!! Farina italiana! Ouèèè bella signora! Che vuole un pò di farina?? Aurora sgranò gli occhi E' Roberto! disse a Vera.

Allora facciamo una cosa, porta la lettera, così andiamo da Roberto e gliela facciamo leggere, anche lui deve sapere. E intanto mi dirai il tuo pensiero su questa storia. E insieme uscirono dalla camera.


Vindrveraly ha scritto:
La madre le rispose che era stato a volte nella Fortezza, assieme a suo zio Cesare e a Roberto, ed era un membro dei Demo.
Ci pensò un po', e mentre continuava ad ascoltarla, girava fra le mani quella lettera.

"Sei la prima a saperlo. Che dici figlia mia?"

Vera sollevò lo sguardo ed aprì la bocca per rispondere ma delle urla, provenienti dal mercato poco distante da lì, le raggiunsero.

"E' Roberto!"- esclamò immediatamente Aurora - "Allora facciamo una cosa, porta la lettera, così andiamo da Roberto e gliela facciamo leggere, anche lui deve sapere. E intanto mi dirai il tuo pensiero su questa storia."

Annuì, si alzò e la seguì fuori.
Mentre erano sulle scale in legno sconnesse della locanda, Vera iniziò a parlare:

Bè mamma, cosa dirti, se non che sono felice per te?
Questo viaggio in Languedoc ci sta portando tante piacevoli sorprese..


Giunsero al piano inferiore e, dopo aver salutato il locandiere augurandogli una buona giornata, uscirono fuori.

Dunque..stavo dicendo?
Ah, si! Eh bien..
Sappi che quello che conta per me è, ovviamente, la tua serenità, e se quest'uomo, che tu dici di conoscere da molto, riuscirà a renderti felice, non posso che appoggiare questo fidanzamento!
Oltre tutto, ben sapendo, da come mi hai rivelato, che era fra i desideri dello zione vedervi assieme..

Ma, poichè conosco questo Vittorio solo per la fama che ha nella nostra repubblica, e non posso vantar il pregio di conoscerlo bene di persona, naturalmente, prima di essere del tutto convinta e spronarti ad un futuro matrimonio, avrei desiderio di conversare con lui, sapere quali sono le sue intenzioni e sopratutto è mio desiderio vedervi assieme..
Nella mia lunga esperienza
aggiunse infine ridendo ho notato che il futuro di una coppia si vede quando stanno assieme..

Ecco, mamma..Ho finito, uno dei miei tanti oscuri discorsi!
rise.

Voleva dirle che era felice, infinitamente felice per lei!
Vederla così agitata nel leggere quelle parole ammetteva che sua madre teneva molto a quel Vittorio, d'altra parte se quell'uomo si era preso la briga di scriverle delle parole così dolci, voleva dire che teneva molto a sua madre.

Ma se queste fossero state solo delle sue congetture, delle sue supposizioni? Non voleva che, rivelandole, alimentasse delle speranze nella madre che potevano finire.
Strinse i pugni.
Per amore Aurora aveva sofferto, e Vera non voleva che questo accadesse ancora: anche se la madre si era dimostrata una donna molto forte e pronta ad ogni avvenimento che le riservava il destino, Vera ora avrebbe sfidato anche il più forte degli uomini, pur di non vedere ancora gli occhi della donna avvolti da un velo di tristezza.

La guardò e sorrise.
Si ravvivò, con la mano vuota, i capelli corvini, per allontanare quei pensieri e disse:

Mamàn, ma in questo caos, Roberto, dove lo ritroviamo?
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:28

Cele ha scritto:
Aurora ascoltò attenta le parole e i consigli di Vera. Annuiva silenziosamente.

Poco a poco stava riprendendo il controllo di sè stessa e riusciva a vedere con più lucidità la situazione.


Beh Vera, hai ragione.
Di certo dovrai conoscerlo, tu come tutti quelli che ancora non lo conoscono.
Ma suvvia, non corriamo. Nella missiva non si parla ancora di fidanzamento e noi donne siamo troppo brave per far correre veloci i sentimenti commettendo errori di valutazione.
Troppe volte ho già sbagliato. Stavolta non potrò rischiare ancora.
Sono certa che Vittorio saprà spiegarmi queste sue parole guardandomi negli occhi, come sono certa che avere il Vostro favore mi potrà aiutare ad affrontare questa storia nel migliore dei modi.

Sorrise alla figlia.

Devo solo decidere le parole giuste da inviare come risposta a Vittorio.

Strinse la mano della figlia Ora cerchiamo Roberto.

Mamàn, ma in questo caos, Roberto, dove lo ritroviamo?
chiese Vera.

Amore, le urla ci guideranno. Infatti l'ennessima frase urlata al cielo arrivò puntuale. Difatti sorrise Aurora eccolo là. Raggiungiamolo.

Si avvicinarono a Roberto.
Aurora era sicura che il figlio l'avrebbe presa in giro per la storia di Vittorio, ma doveva dire anche a lui di quella novità.
Un po' rossa di vergogna lo richiamò all'attenzione e gli raccontò della lettera, facendogliela leggere.


Il tuo parere? chiese infine Possibilmente senza deridermi troppo.

Robermir ha scritto:
Vuoi sapere il mio parere, madre? Perchè? Cosa ti spinge a pormi questa domanda? Un mio consenso o, al contrario, un dissenso? No, madre, non angustiatevi aggiunse in fretta Roberto, guardando il volto della madre incupirsi.

Oramai sono una persona adulta, sono padrone del mio destino. Posso solo essere contento che un uomo come Vittorio possa entrare nel palazzo Claraluna accanto a Voi, Madre. Penso che anche il mio defunto padre Baruch sarebbe felice di questa novità nel dirlo sorrise alla madre.

Che tu possa vivere serenamente la tua vita, dolce Madre, che tu possa farlo con un uomo che sappia comprenderti, che tu possa farlo ovunque su questa terra nel mentre, osservava il cielo primaverile francese con le sue soffici nuvole.
Fissando di colpo la madre aggiuns
e viva gli sposi

Cele ha scritto:
Le risposte di Roberto la colpirono. Era convinta che l'avrebbe presa in giro... Lo faceva in continuazione, quella sarebbe stata un'occasione magnifica per continuare su quella linea.

Eh sì... Ormai era cresciuto davvero, ma per Aurora rimaneva sempre il ragazzo che faceva pipì a letto.
L'idea che fosse cresciuto non le entrava in testa...
E pazienza, avrebbe dovuto avvisare la futura moglie del figlio. Era suo diritto salvare le ignare e povere donne.

Aurora sorrise a sua volta quando Roberto nominò suo fratello Cesare.
Ne sarebbe felice davvero pensò.

Dolce Madre? Ma che te sei rimbambito Roberto? Il figlio non aveva mai usato parole carine nei suoi confronti, figuriamoci poi, Dolce Madre...
Forse si sentiva poco bene.


Ovviamente l'ultima uscita Viva gli sposi aveva ridato a Roberto un po' di spirito giocherellone ma comunque quel discorso era stato fin troppo serio!

Aurora adesso però aveva il consenso di entrambi i figli, non rimaneva che rispondere a Vittorio.


Roberto, ma va tutto bene? Chiese Aurora un po' preoccupata.

Vindrveraly ha scritto:
Trovarono velocemente Roberto, e anche lui si mostò felice per quella missiva, esclamando persino al fine "Viva gli sposi".

"E fortuna che siamo noi donne, con veloci pensieri, a correre subito verso il matrimonio.." pensò la nostra giovane, sorridendo.

Mentre lui guardava, con aria sognante, il cielo primaverile, Vera sussurrò alla madre, che aveva appena chiesto a Roberto, se si sentiva bene:

Si vede, che è proprio proprio innamorato!

Poi continuò, con voce normale:

Eh bien, mamàn, ora non ti resta che risponde.. - e presa da curiosità, aggiunse - Hai già in mente cosa scriverai?

Cele ha scritto:
Si vede, che è proprio proprio innamorato! Le sussurrò Vera.

...mmm... Innamorato dici? Sì ho sentito dire qualcosina ma aspetto di farci una chiaccherata a quattr'occhi! Sussurrò di rimando alla figlia facendole un occhiolino.

Hai già in mente cosa scriverai? Ecco la domanda che Aurora non voleva sentire...

Eh no che ancora non ce l'ho in mente! E ora??? Aiutino a mamma tua? E guardò con gli occhi da cerbiatto la figlia.

Vindrveraly ha scritto:
"Eh no che ancora non ce l'ho in mente! E ora??? Aiutino a mamma tua?"

Vera spalancò gli occhi per un istante, colta alla sprovvista.
Poi iniziò a ridere nervosamente.

Quando si riprese, disse:
Mammina mia, io non sono..ehm..pratica in queste cose..
Insomma non che non abbia mai ricevuto missive di quel genere..ma ehm.. ogni volta la mia reazione è sempre stata quella di trovare le parole più adatte per dire che.. ehm..bè, che "non era il momento adatto, la situazione adatta, o la persona giusta"

"E magari un giorno..", tu più di tutti sai come rispondo in queste situazioni..


Rise di nuovo e freneticamente prese a giocherellare con le mani.

Quindi sarà felice di aiutarti..magari nel vergare la missiva, trovare la carta, o l'inchiostro, e magari far sciogliere la ceralacca..o più facilmente apporre qualche sigillo!

Sorrise.
"Ecco dicevo a lei di star tranquilla poco fa..ed ora sono costretta a ripeterlo a me stessa..

Mamma mia, quanto sono imbranata.."
pensò, infine, soprirando.

Cele ha scritto:
Aurora si ricordò perfettamente di alcune missive che la figlia aveva ricevuto. Anche lei era stata corteggiata, ma il suo cuore non si era fatto rapire da questo dolce sentimento davanti a quelle parole così romantiche.

Va bene le disse allora facciamo che tu prendi carta e io ti detterò, scriverai con la tua perfetta calligrafia e poi spediamo. Guardò la figlia.

Così, scrivendo, potrai anche dirmi se c'è qualcosa che non va, se sono troppo dolce o troppo fredda, insomma, sarai la mia guida in questo passo così importante. Le sorrise e prendendola sottobraccio, inchinandosi a salutare Roberto, fecero ritorno in locanda per iniziare la stesura dell'importante missiva.

Robermir ha scritto:
Pezzi di CARNEEEEEE!! Bimbo Bello vuoi un pezzo di CARNEEEEE?? CARNE TOSCANAAAAAAA riprese al urlare Roberto

Vindrveraly ha scritto:
"Va bene, allora facciamo che tu prendi carta e io ti detterò, scriverai con la tua perfetta calligrafia e poi spediamo.
Così, scrivendo, potrai anche dirmi se c'è qualcosa che non va, se sono troppo dolce o troppo fredda, insomma, sarai la mia guida in questo passo così importante."


Perfetto! rispose Vera, ed immediatamente fu presa sottobaccio dalla madre, che stava già salutando Roberto.

"Non vede proprio l'ora di iniziare a scrivere!" pensò ridendo, e mentre la madre camminava a passo spedido verso la locanda, Vera si voltò verso Roberto:

Ti auguro buone vendite oggi fratellone!

Così tornò a guardare verso la via che conduceva alla locanda
"Fratellone..l'ho davvero chiamato così? Chissà se gli farà piacere.."

L'unico fratello naturale che Vera aveva, Matteo, non si faceva vedere da tanto tempo, "..forse ha persino dimenticato di avere una famiglia.." pensava spesso la ragazza, "..chissà se sta bene.."

L'ultima volta che aveva parlato con Matteo, era forse fine estate, di qualche anno prima, e l'aveva visto tutto indaffarato con gli studi all'università.

Possibile che ti portino via così tanto tempo?, gli disse Vera, guardandolo arrabiata, a braccia conserte.

Lui come al solito le aveva sorriso, per rabbonirla, e le aveva promesso, per l'ennesima volta, "Tranquilla sorellina, presto verrò a Claraluna"

E Vera l'aveva aspettato, così come per tanto aveva atteso sua sorella Desideria, assieme al marito Yuri.
Nulla.
Ma alla fine, Vera aveva smesso di aspettare e di sperare inutilmente.
Tanto aveva tanti fratelli e tante sorelle, quanti erano i suoi cugini, per questo Vera si sentiva spesso felice e fortunata.

Giunte alla locanda, Vera smise di pensare al passato, il presente ora aveva bisogno delle sue attenzioni.

Salutarono di nuovo il Locandiere, sempre preso tra varie ordinazioni dei tanti tavoli, poi Vera chiese:

Mamàn, i fogli e l'inchiostro li ho in camera, vuoi che li vada a prendere e li porti qui?
Guarda..
- le disse, indicando con la mano destra un tavolo vuoto, vicino alla finestra - Potremmo sederci lì, che ne dici?
O questa confusione, ti da fastidio?

Cele ha scritto:
No, anzi... Direi che è perfetto! Così mi sento meno in imbarazzo... Vado ad occuparlo allora mentre tu prendi l'occorrente. Aurora si stava avviando, poi si voltò dalla figlia e aggiunse Ah... Dimmi cosa gradisci per pranzo così inizio ad ordinare! Prima di metterci al lavoro meglio mangiare qualcosa di caldo.

Sorrise alla figlia e attese le sue ordinazioni prima di andare ad occupare il tavolo ben illuminato dalla finestra.

Robermir ha scritto:
Roberto di Luna quella mattina stava vendendo le sue merci, come da alcune settimane faceva abitualmente Carne, Carne toscana, buonissima carne toscana! urlava Roberto tutto il giorno.

Quella mattina due gendarmi si avvicinarono al suo bancone e dissero con un italiano stentato Vous ètes Roberto di Luna?.
Oui, messere, sono io rispose Roberto dando le spalle alla guardia.

Un sibilo nell'aria e Roberto cadde a terra, il volto tumefatto ed il rosso sangue usciva copioso dalla narice destra. Voi etes in arrestò disse il secondo gendarme, con le mani incrociate, mentre il primo si puliva la nocca e sfoderò la spada.
Roberto arrancò sul bancone e tirò fuori la spada a sua volta. Luridi francesi, sterco che non siete altro, morirete come dei maiali. Così dicendo iniziò a correre verso i suoi nemici quando un colpo fortissimo lo fece stramazzare a terra facendoli perdere i sensi...
Non si accorse che un terzo gendarme stava appostato dietro la tenda del suo carretto, pronto ad intervenire con l'asta dell'alabarda.

era arrivato il buio e le catene...

Vindrveraly ha scritto:
"Ah... Dimmi cosa gradisci per pranzo così inizio ad ordinare! Prima di metterci al lavoro meglio mangiare qualcosa di caldo."

Le chiese la madre, Vera le sorrise e mentre stava per rispondere un gruppo di uomini entrò nella Locanda.
Un gran silenzio scese nella stanza, prima così piena di vita, quando uno di quelli chiese del vino al taverniere e quello, celermente, corse a prenderlo.

Un altro, mentre si sedeva, esordì: "Puà, italiani"

ed un altro di rimando, ridendo: "J'ai frappé le jeune garçon."

"Bien..Très bien, Philippe"!

E ancora un altro, che pareva esser il più giovane della compagnia: "Oui! Même si j'ai jeté à terre le garçon italien"

Ed iniziarono a ridere.
Vera spaesata, guardò il locandiere Mattèo e lui di rimando, annuì e passandole accanto sussurrò:

"Asseyez-vous, asseyez-vous s'il vous plaît.
J'en viens maintenant.."
.

Oui..oui rispose e pallida si avvicinò alla madre, facendole segno di seguirla.

Si avvicinarono quindi al tavolo illuminato dalle finestre e Vera prese posto alle spalle del muro, così da poter vedere cosa accadeva in tutta la stanza.
Quando il Locandiere poi posò bicchieri e brocca di vino sul tavolo, scambiò qualche parola con quegli uomini.
Solo allora Vera notò che erano in divisa: "Che siano soldati? Di che ragazzo italiano parlavano?
Che sia Michele? Roberto? Enrico? Lorenzo?..Oh.."

Guardò la madre senza riuscire a proferir parola, era preoccupata, e tanto.
Successivamente mentre Mattèo ordinò a sua moglie di servire gli ospiti, e si avvicinò alle due donne:

"Sont heureux.. parce qu'ils ont arrêté un jeune homme italien..
Robert De Lune est le nom..
Il est votre ami?"


All'udire quel nome Vera per poco non si strozzò.

Le mani iniziarono a tremarle:Pour..pourquoi? chiese, con la voce piena d'angoscia.

L'uomo le guardò entrambe a lungo e prima di rispondere sospirò: "Il..il est accusé de fraude."

C'est ne pas possible! - sibilò Vera -ils ont fait une erreur..sûrement une erreur!
Où est Robert, maintenant?


"L'a conduit à la prison..pour son procès..
Je suis désolé"
aggiunse a testa bassa.

Maman..maman.. - cercò di richiamarla a se, tanto Aurora era sconvolta - nous devons aller à lui immédiatement!
Maman..maman écoute-moi?
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:30

Cele ha scritto:
Aurora non prestò attenzione all'inizio a quegli uomini entrati in locanda, attendeva le ordinazioni della figlia.

La sua attenzione si rivolse a loro solo nel momento in cui li sentì dire
"Puà, italiani".

Ascoltò attentamente quanto dicevano impallidendo ad ogni parola. Era proprio vero che il cuore di una madre, anche se a distanza, sente sempre cosa succede ai propri figli e Aurora sentiva che il giovane ragazzo di cui parlavano era il suo Roberto.

Seguì meccanicamente Vera, sedendosi, ma era agitata, preoccupata, sapeva che doveva fare qualcosa. Ma cosa? Non era certa di niente in quel momento. Doveva solo trovare Roberto ed assicurarsi che non fosse di lui che parlavano quei tre.

Infine il locandiere svelò il mistero.
Frode pensò Aurora Lo sapevo io, tutto quel suo urlare per i vari mercati! Glielo avevo detto di essere discreto. Il suo voltò impallidì ancora di più, gli occhi si infuocarono cercando di trattenere le lacrime.

Addirittua la prigione sussurrò piano. Vera la richiamò dai suoi pensieri.

Sì, Vera. Sì! Andiamo subito da lui.

Si avvicinò al locandiere e si fece dire dove potevano trovare la prigione.
Uscite dalla locanda in fretta presero subito la via indicata dall'uomo.


In prigione, accusato di frode mormorò, poi aumentando sempre di più il tono della voce Ti rendi conto Vera? Accusato di frode. Ma stanno scherzando? Preso e scaraventato a terra da uno di questi E con aria schifata guardò tutti quei francesi indifferenti.

Mio figlio accusato e arrestato per frode. Mando al Sindaco decine di missive, sempre educata, per avere informazioni sulle vendite e nulla, ripeto, nulla, mi viene risposto e ora? E ora pensano di poter procedere senza nessun avvertimento? Eh no Vera, eh no...

Ormai gridava Aurora. Non poteva accettare oltre da quei francesi.
Risolviamo questa cosa e scappiamo da questo posto Vera.

Arrivarono a destinazione. Entrò dentro Aurora e subito si fece indicare l'ufficio del Pubblico Ministero.

La Dama non era in ufficio
Alla faccia della serietà disse stizzita Aurora.
Tornò indietro e chiese di leggere l'accusa ai danni del figlio. La visionò velocemente
10 pezzi di carne disse a Vera hai capito? Lo hanno portato qua per 10 pezzi di carne. Poi si voltò verso l'archivista e chiese carta e penna, lui non poteva aiutarla. Aurora lo sapeva. Era già stata Giudice e ora era Archivista a Firenze. Sapeva come funzionava quel lavoro.

Scrisse al Pubblico Ministero.
Guarda Vera, parla di alcune leggi che noi dovremmo conoscere ma tu le hai viste affisse da qualche parte? In qualche stanza del loro municipio o del loro castello tu hai letto tali leggi? Disse tutto mostrando l'atto di accusa alla figlia. Aurora non aveva di certo letto quelle leggi prima e quindi chiese al Pubblico Ministero di avere delucidazione. Consegnò la missiva all'archivista e si mise in attesa.

Vera, tesoro, puoi chiedere se ci è possibile incontrare Roberto? Non ho voglia di impegnarmi a parlare con questi. E iniziare un discorso in questo momento mi farebbe sicuramente litigare con ogni mio interlocutore.

Vindrveraly ha scritto:
L'aveva seguita per le strade della città, per quei vicoli stretti e si era trovata, in breve tempo, davanti alle porte del Tribunale.

La madre, sempre più scossa, lungo la via aveva iniziato ad urlare, e Vera, già preoccupata per Roberto, iniziò ad agitarsi per lei e cercò con parole brevi, di tanto in tanto, di calmarla : "Ci manca solo che denunciano anche noi, ed è la fine!" iniziò a pensare, mentre la madre si dirigeva verso l'ufficio del Pubblico Ministero.

Mamma..non credo si possa entrare, così..

Ma lei non l'ascoltava, andava dritta per la sua strada.

"Alla faccia della serietà" esclamò, poi, quando vide che colui o colei che cercavano non era al suo posto, quindi tornarono indietro.

Mentre la madre lo sventolava qua e la, riuscì a leggere la colpa di cui veniva accusato il fratello: Dieci pezzi di carne?..ma che brutti.. - si fermò, sulla punta della lingua aveva una parola che si sarebbe rivelata decisamente poco consona ad una ragazza, e quindi rimase in silenzio.

Così la madre scrisse una lettera al Pubblico Ministero, e poi stremata si fermò e chiese alla figlia:

"Vera, tesoro, puoi chiedere se ci è possibile incontrare Roberto? Non ho voglia di impegnarmi a parlare con questi. E iniziare un discorso in questo momento mi farebbe sicuramente litigare con ogni mio interlocutore."

Si, mamma! Lo faccio subito..

Era sempre stata brava a rimanere calma anche nelle peggiori situazioni, ciò le aveva anche permesso di svolgere tempo prima il lavoro da ambasciatrice, e di essere un buon araldo per la sua famiglia.

Così, con un finto sorriso sul volto, si avvicinò all'Archivista Processuale.

Excusez-moi, monsieur, je pourrais vous poser une question?..

"Oui..Certaines jeune fille, dis-moi aussi!"

Vera si scusò per la reazione della madre, e dopo un breve scambio di opinioni, aveva raggiunto il suo obiettivo: rendersi amico l'interlocutore, passo fondamentale se poi si vuol chiedere un qualcosa, un favore, magari, come in quel caso.

Eh bien, si vous savez..nous pouvons voir Robert De Lune?

L'uomo bofonchiò qualcosa, come "No non potete..è difficile..non mi pare sia il caso".

Così Vera, sorridendo di nuovo, chiese: Etes-vous sûr?
S'il vous plaît.. il est très important pour ma mère..


Il tipo la guardò, e lei cercò anche di farsi uscire qualche lacrima, per dare una certa drammaticità alla situazione.."..come se già non lo fosse.."
Il suo sguardo si trasformò in un sorriso, ed esclamò:

"Asseyez-vous, dans l'intervalle.
Je vois ce que je peux faire."


E con quelle parole le lasciò lì, nella sala pincipale.

Vera allora si avvicinò alla madre: Maman, non preoccuparti - le prese le mani e le strinse sorridendole, - Roberto è un ragazzo forte..cosa vuoi che sia per lui questo?

Voleva crederci anche lei a quelle parole, voleva vederlo, sapere se stava bene.
Sospirò.

Comunque il tipo è andato a vedere..sono sicura che ci lascerà entrare..come ho detto tempo fa, "Quando voglio, so essere abbastanza convincente"
Ah! Eccolo già di ritorno..vado a vedere che dice..


Si alzò e andò incontro all'uomo: Alors ..?

Lui le fece gesto con la mano di seguirlo, lei si voltò verso la madre.
Si era alzata nel frattempo ed era quasi accanto a lei.

"Eh bien, allons!
Mais.. s'il vous plaît, parler tranquillement."


Raccomandò loro, prima di addentrarsi in un lungo corridoio, allora Vera prese sottobraccio la madre, per tranquillizzarla, e iniziarono a seguirlo.

Cele ha scritto:
Finalmente una decisione saggia mormorò Aurora inchinandosi davanti all'archivista in segno di rispetto e ringraziamento.

Poi sottobraccio alla figlia si avviarono verso il luogo indicato, tra poco avrebbe rivisto il figlio.
Vera, mentre convincevi l'uomo ho avuto modo di trovare il libro penale, ho letto velocemente tutti i capi d'accusa. Come sappiamo Roberto è accusato di Frode, la pena possibile è un'ammenda.

Guardò Vera per accertarsi che la seguisse, da quando era stata Giudice si era sempre interessata alle leggi in generale e non voleva a volte calarsi troppo nei panni che le erano appartenuti ormai molto tempo prima.

Quello che però mi fa pensare e ragionare Vera è, tutti queste leggi a parte in un libro che si può trovare solo all'interno di queste sale, anche quelle riguardanti il commercio a livello municipale, non si trovano da nessun'altra parte. Hai visto, non c'erano neanche in bacheca municipale.

Si fermò un attimo, adesso Aurora era perfettamente calma e lucida, la sua preoccupazione andava tutta verso Roberto e alla formulazione di una buona arringa difensiva per il figlio.

Inoltre Vera, il Sindaco ha ricevuto diverse mie missive, con richieste di permessi di commercio e in cui facevo i nomi di tutti i membri del nostro gruppo. Ti ricordi? Te lo avevo anche detto... Ma mai una volta ha risposto alle mie missive.
E allora mi chiedo, invece di passare subito ad una denuncia, dicendo che noi, in questo caso Roberto, non ha rispettato le leggi, non poteva, notando qualcosa di strano, portare Roberto alla conoscenza delle stesse così da evitare altre infrazioni? Soprattutto sapendo che noi non siamo francesi e che quindi la nostra dimestichezza con la loro lingua, se pur c'è, non è massima. Non poteva degnarsi di una risposta? Eppure sono sempre stata educata e rispettosa.
La loro negligenza è vergognosa. E non mancherò di farlo presente.

Avevano raggiunto la sala dove avrebbero incontrato Roberto. Che dici figlia mia?

Vindrveraly ha scritto:
"Che dici figlia mia? "

Ad ogni parola della madre il suo sguardo era diventato sempre più cupo, se il cielo avesse potuto rappresentare il suo stato d'animo in quell'istante, sarebbe sicuramente stato pieno di tuoni, fulmini e grandi nuvoloni neri che non minacciavano una semplice pioggia, ma addirittura un diluvio!

Strinse forte il braccio di Aurora, e disse:

No mamma, non è la loro negligenza vergognosa, bensì sono loro stessi ad esserlo!

Questa è un'ingiustizia! Una forma di ignoranza bella e buona!
Per un sindaco è essenziale saper intrattenere uno scambio, anche epistolare, con qualsiasi persona si presenti nella sua città, che sia cittadino od un forestiero!!

Ed è folle anche solo pensare, da parte loro, che sia nostro "dovere" recarci in un luogo del genere, tetro, orribile, pieno di criminali con i quali noi non abbiamo a che fare, a cercare leggi scritte da loro, per la loro tutela!

Questi.. gallinacei!!

Mamma io spero non gli abbiano fatto nulla..già quello che ho sentito in taverna, da quei luridi esseri immondi, mi è bastato..
Altrimenti credo che non risponderò delle mie azioni!

Questi idioti!
Forse credono che tutti siano al loro livello d'incompetenza e stupidità..


Si fermò.
Erano arrivate in prossimità della cella.
Precedentemente, mentre parlavano, l'archivista le aveva affidate in mano ad una guardia, responsabile dei detenuti temporanei.
Quindi egli prese il mazzo di chiavi che aveva appeso alla cinta e ne estrasse una, una soltanto, così piccola e insignificante.
Come quella guardia davanti a lei.

La chiave girò lenta all'interno della serratura in ferro, e solo il buio dominava quel misero luogo.

Vera fece un passo avanti, un ombra scura s'intravedeva sotto un tiepido pallido raggio di luce proveniente da un piccolo e stretto buco nel muro, che fungeva da finestra.

Roberto? disse, ma nessuno le rispose.

Allora si voltò verso la madre, poi di nuovo verso il fratello.

Roberto - ripetè -Stai..stai bene?

Vindrveraly ha scritto:
Un rantolio fu emesso da quell'ombra, che iniziava ad incuterle timore.
Dopo un sospiro, dal buio emerse una testa: capelli neri, brillanti occhi che ponevano domande, una ferita al lato della bocca.

Vera si inginocchiò accanto al fratello e, dalla tasca, prese il fazzoletto ricamato che portava sempre con se, con quello gli tamponò leggermente la ferita.
Roberto non si discostò, rimase fermo, immobile, con lo sguardo perso nel vuoto, pensieroso.
Vera odiava il silenzio, non lo sopportava perchè in parte la spaventava, così iniziò a parlare.

Hai dolore da qualche parte?

Il fratello scosse il capo e nel farlo Vera notò un'altra ferita, dietro la nuca, dalla quale fortunatamente non usciva più sangue.

Tutto questo per dieci miseri pezzi di carne.. sospirò e poi rivolta alla madre disse, alzandosi in piedi: Mamma vado a cercare un po' d'acqua, tu rimani pure qui con Roberto

Oltrepassò le sbarre e li lasciò soli.

La guardia la trattenne, chiedendole dove fosse diretta e lei, indispettita, disse:J'ai besoin d'eau!, al chè l'uomo le disse di guardare dietro un muro, poco distante da loro.

Qui Vera trovò un secchio cerchiato, traboccante di acqua.
Prendendo un piccolo recipiente, lo immerse, così da riuscire a trasportare un po' d'acqua nella cella.

Ecco qui disse sorridendo, appena tornata dalla madre e dal fratello.

S'inginocchiò di nuovo e, bagnando il fazzoletto, pulì alla meglio le ferite del fratello; nel mentre chiese piano alla madre se Roberto aveva detto qualcosa.
La madre scosse il capo, e Vera sospirò.

Proprio nel preciso momento in cui Vera disse: Ho finito! Spero di non averti fatto male, fratellone, giunsero altre guardie davanti alla cella.

Il processo non poteva iniziare senza l'imputato..

Cele ha scritto:
Aurora aveva ascoltato Vera senza rispondere. Era d'accordo con lei su tutto. Si limitava ad annuire, mentre ad ogni passo fatto verso la cella del figlio il cuore le si stringeva sempre di più.

Era pallida, aveva paura. Sapeva che quelle guardie lo avevano ferito. In che condizioni lo avrebbe trovato?

Nella cella, una volta aperta, un'ombra. Un posto buio, pochissima luce. Roberto non aveva risposto a Vera.

Vera si mise subito accanto a lui, era ferito al labbro e dietro la nuca. Non parlava. Uscì a trovare dell'acqua, bisognava disinfettare quelle ferite.

Aurora era immobilizzata, aveva sempre protetto suo figlio da tutto.
Da quando suo fratello Cesare glielo aveva affidato aveva cercato di salvaguardarlo da tutto e adesso era lì, ferito, indifeso, sotto accusa.
E pensare che giusto poche ore prima le aveva detto che ormai era un uomo e sapeva badare a sè stesso. E le era sembrato maturo, stranamente maturo. Un uomo. Ma adesso, davanti a lei, c'era solo suo figlio, il suo piccolo Roberto. Nient'altro. Le si inginocchiò davanti, lui sempre seduto su quella sudicia brandina.


Roberto, sono qua. Siamo qua. Non ti lasciamo.
Ma guarda come t'hanno conciato.
Aurora tratteneva a stento le lacrime.
Lo abbracciò forte. Lui non proferì parola.


Mi sono letta le leggi Roberto, stavo pensando alla tua difesa. L'atto d'accusa è penoso. Il Sindaco di Narbonne ti ha denunciato per 10 pezzi di carne venduti al mercato. Uno scandalo.

Anche se non parlava sapeva che Roberto l'ascoltava e quindi decise di dirgli cosa aveva pensato per la difesa, così, quando lo avrebbero chiamato alla sbarra, poteva rispondere in modo corretto e controbbattere alle accuse. Sicuramente Roberto non aveva avuto modo di pensare a niente e poi non lo avevano informato di nulla.

Innanzitutto Roberto, devi spiegare che sei italiano e che da italiano, che conosce poco la loro lingua, non potevi sapere che esistevano queste leggi e dove trovarle. Dì pure che tua madre ha scritto al loro Sindaco più volte e non ha mai ricevuto risposta. Dì pure che era loro dovere informare degli stranieri delle loro ordinanze. Ordinanze che, ho controllato, non sono affisse da nessuna parte tesoro. Più che Frode io parlerei di Negligenza da parte del loro Sindaco. Vergognosi! Esclamò Aurora.

Roberto continuava a non parlare.


Sottolinea pure, tesoro, che tu non hai speculato sul mercato! Perchè hai venduto adattandoti ai prezzi già presenti sul mercato. Solo che il tuo essere così carismatico, con quelle urla, sei riuscito a richiamare più clienti di questi stupidi francesi. Sottolinea questo Roberto.
Ribadisci che il Sindaco ha peccato di poca comunicazione con i suoi cittadini e che se tu hai trasgredito lo hai fatto non sapendo di essere nel torto.


Aurora aveva finito. Le sembravano queste le cose più importanti da dire.... Strinse forte la mano del figlio e in quel momento rientrò Vera, e poco dopo arrivarono le guardie.

Il processo doveva iniziare.
Presero con loro Roberto e prima che uscissero Aurora disse al figlio
Chiamami a testimoniare! Farò del mio meglio. E insieme a Vera si misero dietro il gruppo di guardie. Anche loro sarebbero entrate in aula.

Vindrveraly ha scritto:
Li scortarono fino all'ingresso e poi oltre, lungo un enorme corridoio pieno di porte.
Vera ebbe un brivido freddo lungo la schiena, non era mai stata all'interno di un Tribunale.
La madre invece avanzava a testa alza, forte e sicura; così Vera cercò di fare lo stesso.

Vide altre persone, molte altre persone e, mentre andavano avanti, la giovane riuscì a leggere alcune scritte sulle porte: Stregoneria; Alto tradimento; Disturbo all'Ordine Pubblico; ed infine Frode.

Molti erano i processi ancora in corso, di quelli già terminati, molti erano i colpevoli, pochi gli assolti.

Qualche minuto prima di entrare, Vera potè leggere, dalla bacheca esposta fuori dalla porta, i processi che si erano già tenuti dietro quella porta:

Accusato -- Pubblico ministero -- Accusa -- Stato

Robermir -- Principato -- Frode -- In corso
Dussozorus -- Le Puy -- Frode -- Assolto
Kephrem -- Principato -- Frode -- Colpevole
Rrs -- Principato -- Frode -- In corso
Kephrem -- Principato -- Frode -- Colpevole
Amaya -- Principato -- Frode -- Colpevole
Popaul -- Principato -- Frode -- Colpevole
Greg85 -- Principato -- Frode -- In corso
....


"Mio fratello sarà uno dei tanti colpevoli?" pensò e guardandosi attorno non potè a meno di farsi sfuggire un'amara considerazione Da come ci guardano.. pare che sia stato già condannato..

All'improvviso le porte si aprirono.

"Venez! Venez! Venez!" qualcuno gridò, e le guardie spinsero dentro Roberto, al chè madre e figlia li seguirono subito.
Il sole entrava da ampie finestre, poste dietro ad uno scranno di legno sul quale era seduto un uomo, vestito di bianco, "Probabilmente deve essere il giudice" pensò.

Infatti avvicinandosi vide che il nome corrispondeva: "Maximilian Dracus Divin de Beauharnais", così come i nomi delle due donne ai lati dell'uomo.
A destra vi era il Prefetto, una donna dai capelli biondi un po' mossi; indossava un vestito blu, dello stesso colore degli occhi, ed un coprispalle giallo.
A sinistra, il Pubblico Ministero, che forse, da come aveva sentito, era la moglie del Giudice.
Ma alla dicerie, Vera aveva imparato a non credere.
Questa aveva dei capelli rossi, non dello stesso rosso acceso dei pantaloni, una camicia, degli stivali, un cappello, le calze ed una cinta, tutto rigorosamente nero.
"Un cappello?" - pensò subito Vera - "Non credevo fosse permesso portarlo in un luogo così.."

La stanza pareva vuota, se non fosse stato per le guardi e la presenza di alcune persone sedute su panche di legno ai lati della stanza, che li scrutavano.
Pur essendo a disagio, Vera prese posto accanto alla madre ed al fratello, ed un profondo senso d'angoscia la pervase, quando il Pubblico Ministero iniziò a parlare:

"En ce 18 février 1459, nous Nath31 procureur du Languedoc mettons en accusation mestre Robermir pour escroquerie.
En effet, mestre Robermir vend sur les marchés du Languedoc sans autorisation préalable du maire et met ainsi en péril le marché de la ville qu il visite.
Les faits se sont produits à Narbonne et je demanderai au maire mestre Klan de venir en ce tribunal témoigner.

Je vous présente ici la preuve que mestre Klan nous a apportée.


Consegnò dei fogli al giudice e continuò a parlare

J'ajoute que Mestre Robermir a déjà bénéficié d'une mesure de proximité dans la bonne ville de Montpellier.

Je rappellerai les articles du coutumier concernant les marchands ambulants :

Article 5.4.1. : Toute personne à chaque passage dans une ville dans laquelle elle ne possède ni résidence principale, ni résidence secondaire, doit s'annoncer sans délai auprès du Commissaire au Commerce du Comté et/ou du maire de la ville visitée si elle souhaite commercer.
Article 5.4.5. : En l'absence d accord ou d'autorisation avec le Commissaire au Commerce du Comté et/ou du maire de la ville visitée seront autorisées uniquement les transactions suivantes:
- achat de la nourriture quotidienne nécessaire.
- vente du fruit de son labeur lors du séjour en ville, les maximas étant fixé à:

2 poissons par jour maximum dans une ville portuaire
3 fruits par jour maximum dans une ville fruitière
5 stères de bois par jour maximum dans une ville forestière


Article 5.4.6. : - Toute personne surprise à ne pas respecter un ou des articles du présent chapitre sera considérée comme marchand ambulant non déclaré et s'exposera à des poursuites pour escroquerie.

Le maire de Narbonne nous confirmera qu'il n'a donné aucune autorisation à Mestre Robermir de vente sur le marché de Narbonne.


Je rappelle que l'accusé peut se faire aider d'un avocat pour sa défense.
Article 3.2.3. : L'accusé peut recourir aux services d'un avocat au barreau du Languedoc ou de tout ordre d'avocats reconnu par sa majesté le Roy comme pouvant plaider dans le royaume, qu'il fera intervenir sous la qualité de témoin. Ce droit est reconnu à toute personne déférée devant le tribunal.

Je vous remercie votre honneur.

La parole est à la défense!"


Le parole della donna si susseguivano veloci ed in breve tempo aveva già concluso il suo intervento.
Ora era il turno di suo fratello, che velocemente si alzò ed iniziò a parlare...
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:32

Cele ha scritto:
Aurora e Vera ascoltarono silenziose il Pubblico Ministero.
Chiamarono Roberto alla sbarra che pronunciò quelle parole con calma e fermezza.
Bravo, figlio mio sussurrò Aurora.

Aveva detto tutte le cose che lei gli aveva suggerito, ovviamente esposte in modo impeccabile, qualche errore qua e là per il francese, ma era stato bravo, e alla fine aveva chiamato lei a testimoniare.

Aurora lo guardò e sorrise per rassicurarlo.
Il cancelliere finì di scrivere alcune cose e pronunciò il suo nome.
Era il suo turno.
In realtà prima avrebbe dovuto parlare il Sindaco della città di Narbonne, ma quello non era ancora arrivato.
Come al solito in ritardo pensò Aurora.
Per questo fecero andare prima lei.

Si alzò e si avvicinò alla sbarra. Si inchinò al Giudice e iniziò a parlare.

Dapprima era un po' intimorita, dopo prese sicurezza. Solo qualche pausa per sistemare la pronuncia in francese.


Vostro Onore, mi presento a Voi, sono Aurora Celeste Di Luna, madre dell'imputato, Roberto Di Luna. Guardò il figlio e intanto continuò la sua dichiarazione.

Nella mia testimonianza non posso che confermare e rafforzare le parole dette da mio figlio.
Più volte ho scritto al Sindaco della città di Narbonne, per comunicare il nostro arrivo in città e per spedirgli un elenco delle merci in nostro possesso. Non ho mai ricevuto risposta.

In più, né mio figlio, né io, né nessun'altro membro del mio gruppo, ha mai ricevuto una missiva con cui il Sindaco, o chi per lui, avvertiva di ordinanze o di leggi restrittive per la città di Narbonne. Quindi come potete vedere, sì mio figlio ha venduto, ma assolutamente in modo limpido e senza sospetto alcuno che ci fosse infrazione della benché minima legge.

Nella bacheca municipale di Narbonne non si fa riferimento a nessun'ordinanza. Dove dovevamo noi, un gruppo di italiani, prendere nota delle Vostre leggi se non le possiamo trovare né in municipio e se non ci vengono inviate via missiva dal Sindaco stesso?

Vostro Onore, nella nostra Repubblica, sia io che mio figlio, come anche gli altri membri del nostro gruppo, abbiamo ricoperto cariche importanti. Io stessa sono stata Giudice della Repubblica Fiorentina e, credetemi, so come funzionano queste cose. Per questo Vi dico che io qua non vedo nessun'infrazione. Se non quella del Sindaco di Narbonne che ha peccato di negligenza e di scarsa comunicazione con i suoi cittadini (stranieri e non).

Inoltre vorrei far notare come le vendite di mio figlio Robermir non hanno, in nessuna maniera, alterato le dinamiche del mercato della città. Anzi... Nelle sue vendite si è adattato ai prezzi già presenti e dettati dai cittadini stessi della città. Dove sta qui la speculazione e il reato di frode? Io non riesco a vederlo. Scusatemi.

Io vedo un ragazzo che, ignaro di ordinanze o leggi, ha venduto quanto aveva con sé rispettando in tutto il mercato cittadino e quindi i cittadini stessi. Io vedo un ragazzo che non è stato informato da nessuno di dover rispettare ordinanze.

Ordinanze che non si possono leggere né in municipio né in altri luoghi della città. Io stessa per poter visionare il Vostro corpus legislativo, ho mandato una missiva privata al Vostro Pubblico Ministero. Spero possa confermare la cosa.

Come vedete, se mio figlio ha peccato, ha peccato senza sapere e ribadisco che non vedo reato di frode, poiché non vedo, nelle vendite di mio figlio, alcun tipo di speculazione.


Aurora finì il suo intervento. Si era leggermente surriscaldata, parlando le erano venuti in mente tutti quei giorni in quelle città e non sopportava quel sorrisino beffardo che tutti avevano stampato sulla faccia.

Si inchinò di nuovo e fece ritorno al suo posto, accanto alla figlia.

Intanto era arrivato anche il Sindaco di Narbonne.
Lo chiamarono subito alla sbarra.
La sua testimonianza fu penosa, in primo luogo perchè invece di parlare della sua città, Narbonne, si rifaceva a fatti avvenuti nella città di Montpellier, evidente segno che in realtà aveva ben poche cose da usare a sostegno delle sue tesi.
In secondo luogo perchè basava il suo discorso su preconcetti e pregiudizi sulle genti dei territori italiani.
Ma come si permette? disse stizzita Aurora a Vera. Poteva impegnarsi di più aggiunse beffarda ma l'impegno non deve essere una delle sue qualità di spicco. Penoso sarà lui. E si mise in attesa delle parole del Pubblico Ministero.

Vindrveraly ha scritto:
Roberto aveva parlato, esponendo le sue motivazioni, con una calma quasi innaturale per lui.
Vera, pensò, che probabilmente dentro di lui, avesse urlato ogni singola parola, intingendola di disprezzo.

Quando si sedette al suo fianco, Vera gli sorrise per rincuorarlo, mentre la madre si avviava alla sbarra.
Anche lei pronunciò la sua arringa, infervorandosi nell'ultima parte, quella più "incisiva".
Vera cominciava a sentire un leggero dolore al collo, per quanto aveva annuito alle parole dei suoi cari.

Mentre Aurora parlava, il Sindaco di Narbonne, entrò nella stanza, senza scusarsi per il suo ritardo, naturalemente.

Quando la madre terminò il suo discorso, iniziò lui a parlare.

Vera rimase a bocca aperta, ascoltando ogni frase del Sindaco, sempre più in lei si accendeva rabbia.

Ma come si permette? le disse poi a bassa voce la madre, Poteva impegnarsi di più.. ma l'impegno non deve essere una delle sue qualità di spicco. Penoso sarà lui.

Già.. abbassò lo sguardo.

All'improvviso una strana idea le balenò nella mente "Sarà difficile che possa riuscire.." pensò, ma poi avvicinandosi alla madre disse piano:
Mamma, nessuno ha avvisato gli altri di quello che è accaduto a Roberto..
Quindi per non farli preoccupare, vado io, tanto qui sono inutile per il momento..tu sta tranquilla, sei andata benissimo!


E poi posando una mano sulla spalla del fratello, aggiunse:
Fratellone, la tua difesa è stata ottima!

Purtroppo devo andare ad avvisare gli altri, così magari anche loro potranno darci una mano!
Io torno subito..
gli sorrise, ancora una volta.

Poi guardò la madre, aspettando il suo consenso per alzarsi..

Cele ha scritto:
Aurora ascoltò le parole di Vera Va bene, va pure. Speriamo vada tutto bene. A dopo.

Vindrveraly ha scritto:
"Va bene, va pure. Speriamo vada tutto bene. A dopo."

Sorrise alla madre, e con cautela si alzò.
Il Giudice, il Prefetto e Pubblico Ministero non si accorsero di lei, poichè troppo impegnati ad esaminare le carte del processo.

L'unico che storse in naso fu il Sindaco di Narbonne, al quale Vera rispose alzando in alto la testa, anche a costo di cadere e farsi male.

Certo non sarebbe stato bello per lei, ma divertente magari per chi avrebbe assistitoalla scena da fuori.


Uscita da Tribunale, fece un lungo sospiro.
Detestava quel luogo.

Si avviò poi alla Locanda, sperando di trovare suo cugino Michele, di fatti così avvenne:

Oh, Michele! Per fortuna ti ho trovato subito!
Torno adesso dal Tribunale, Roberto è stato arrestato e ora sta subendo il processo!
Ora mamma e lui sono davanti al Giudice, assieme al Sindaco di Narbonne!

Te ne prego avvisa tu gli altri, se puoi, io devo stendermi per qualche momento..


E senza nemmeno dare al cugino il tempo di replicare, corse nella stanza e chiuse la porta dietro di se.
Sospirò ancora, quando posò sulla sedia il mantello pieno di polvere.

"Che giornataccia!
Ora mi metto qui un attimo solo..poi quando Michele torna con gli altri, andiamo tutti in Tribunale..si..si."


La testa iniziò a girarle, mentre un conato le saliva su in gola.
Tossì violentemente, e appoggiando una mano sulla fronte, cercò di calmarsi.

"Non è il momento di farsi prenedere dal panico.." si disse, ma fu inutile, ormai quello stato fisico, sarebbe andato via solo con una buona dose di sonno.

Cele ha scritto:
Vera era andata via da parecchio, ma in quel paese la lentezza regnava sovrana.

Aurora si voltò verso Roberto e sussurrò
Rob, ma che succede? Come mai sta lentezza? Il Pubblico Ministero è lì. Perchè non pronuncia l'atto d'accusa? Eh sì che non sono affatto bravi ma almeno si chiude sta storia.

Lo guardò Come va la ferita al labbro? disse infine. Almeno passavano il tempo chiaccherando nell'attesa.

Robermir ha scritto:
Il labbro gonfio li doleva molto, lo sfiorò con l'indice della mano destra. Ahi!! esclamò velocemente. Si guardò intorno, sua madre era li accanto ma nulla parve muoversi..

Madre, appena sarà dobbiamo andarcene da questo posto. A quanto pare non guardano con buon occhio gli italiani. Sono diventato un capo espiatorio, colpire me per educare gli altri... disse con ardore misurando lentamente le parole.

Aggiunse dopo qualche secondo di pausa: La mia spada madre, la mia Segaossa, dov'è? spero non sia caduta in mano francese. Se la trovi in giro la riconoscerai per le tredici tacche sull'elsa. Sono le anime cadute sotto i suoi colpi.

Chiuse gli occhi, cercando di recuperare le energie..

Cele ha scritto:
Aurora strinse la mano di Roberto quando esclamò Ahi!! per il dolore.
Tranquillo Roberto, appena saremo in locanda potrò curarti bene questi tagli. Lo guardò dispiaciuta. Non poteva fare molto seduta lì ad aspettare.

Ce ne andremo quanto prima. Messer Piramide ci raggiungerà giorno 28 e dopo potremo partire tranquillamente. Neanche a me piace stare qua, l'atteggiamento di astio nei nostri confronti è evidente, ma per fortuna non siamo stati abituati ad abbassare la testa di fronte a nessuno, tesoro. Forza!!

Lo vide agitarsi per la sua spada. Sta tranquillo, Segaossa è nelle mani dei Gendarmi. Hanno detto a me e Vera che ti verrà riconsegnata appena usciti da qua. Speriamo presto. Si fermò un attimo e poi aggiunse pensierosa: Tredici uomini. Mi fanno venire la pelle d'oca queste cose. Brutta cosa le guerre.

Strinse più forte la mano del figlio e rimasero in attesa. Prima o poi qualcosa doveva pur succedere.

Cele ha scritto:
Aurora stringeva ancora la mano al figlio quando finalmente il Pubblico Ministero si decise a pronunciare il suo atto d'accusa.

Aurora e Roberto si voltarono d'istinto a guardare quella Dama.
Più in là il Sindaco di Narbonne sorrideva beffardo.
Quello dalla vita non c'ha capito niente pensò Aurora.

Si levarono in piedi per ascoltare le parole di Madonna Nath31


"En ce 26 février 1459, nous Nath31 procureur du Languedoc rappelons les faits dans cette affaire.
Mestre Robermir est accusé d'escroquerie pour avoir mis en vente sans autorisation préalable du maire de la viande sur le marché de la ville de narbonne.

Votre honneur, comme je l'ai rappelé, le fait d'être marchand implique de précautions notamment celle de prendre contact dès son arrivée dans une ville pour avoir les autorisations nécessaires pour vendre.
Visiblement c'est ce qui a été fait dans le cas présent.
Mais l'accusé a-t-il attendu la réponse du maire ? on dirait bien que non et a mis en vente sans son autorisation.
Les maires sont des personnes très occupées et si elles doivent répondre elles peuvent mettre du temps� cela peut se comprendre.
Mestre Robermir lui n'a pas attendu.
De plus il nous dit ne pas connaître nos lois, pourtant il a déjà été averti pour des faits à peu près similaires sur le marché de Montpellier.
Loin de moi votre honneur l'idée de vouloir faire un exemple, mais je vous avoue que l'arrivée des commerçants italiens et de leur ventes sauvage perturbent énormément notre économie.
Nous avons des lois et elles doivent être respectées.
Je vous le rappelle mestre Robermir ainsi qu'à votre mère.
Pour tous ces faits, je demande à ce que mestre Robermir soit condamnés pour escroquerie à une amende que je laisse à votre convenance votre honneur."


Concluse il suo abberrante discorso e si sedette.
Aurora, Roberto e gli altri presenti in sala fecero la stessa cosa.
Tra poco sarebbe toccato a suo figlio pronunciare l'ultima arringa della difesa.

Aurora sussurrò a Roberto
Lontano da lei l'idea di fare un esempio, ma nonostante questo continua a parlare degli italiani in modo dispreggiativo e parla di commercio selvaggio. Mi sa che neanche loro sanno bene dove vogliono andare a parare. Si fermò un attimo poi proseguì.

Ma perchè insistono su Montpellier, Roberto?
Forse non hanno capito che a Montpellier tu eri residente e quindi non ti potevano dire proprio nulla. Infatti, se non ricordo male, non ti ha scritto niente il Sindaco di quella città! Se non per chiarire alcune cose su quelle borse di grano che tu avevi, ma avevate risolto tutto. Bah...
Aurora scuoteva la testa pensierosa.

Sì, è vero, un Sindaco è sempre molto impegnato, e potrei capire se si fosse trattato solo di una missiva, ma gliene ho mandati un sacco di missive, non una. Ti prego fallo presente quando ti difenderai.

Aurora rimase in silenzio aspettando che Roberto venisse chiamato per pronunciare la sua ultima difesa. Era evidente che in quell'aula si procedeva sulla base di pregiudizi infondati.

Se ti condanneranno lo faranno per partito preso, Rob e non secondo legge. Il loro atto d'accusa fa pena. Concluse Aurora.

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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:35

Cele ha scritto:
Il Giudice stava parlando con il Pubblico Ministero, con ogni probabilità ricontrollavano tutti gli incartamenti.

Ancora Roberto non era stato chiamato a pronunciare la sua ultima difesa. Aurora pensò a Vera. Non era più tornata.


Si sarà sentita poco bene? Questo ritardo non è da lei... pensò Aurora un po' preoccupata, però non voleva far avvertire a Roberto altra ansia. Già era tanta quella per il processo, perciò, senza farsi notare, voltava spesso lo sguardò indietro, verso il portone da cui la figlia era uscita.

Se fosse arrivata l'avrebbe vista subito.

Vindrveraly ha scritto:
Schifo.. sussurrò mentre si puliva la bocca, guardando quel secchio in legno davanti a lei.

Alla fine, stava davvero poco bene, talmente tanto che una dormita non era bastata.
Continuò per un altro po' a chinare il capo su quel secchio, ma ormai quello che usciva dalla sua bocca era solo acqua.
Tossì e si riadagiò sul letto.

Schifo.. ripetè, mentre quell'odore nauseante la raggiungeva.

Ansia, preoccupazione ed altri sentimenti e situazioni fisiche erano il motivo di quel suo stato, e Vera, consapevole, aveva cercato di ridurre al minimo i problemi per non incorrere in quel momento, che purtroppo alla fine era arrivato.

Schifo.. disse ancora, ripensando al momento in cui in preda alla disperazione aveva cercato per tutta la stanza un secchio, per non sporcare il pavimento, e alla fine l'aveva trovato, proprio sotto il letto.

Mentre lo guardava intensamente e il suo stomaco si contraeva vorticosamente, capì che quel oggetto era lì per ben altri scopi, ma in quel momento le due azioni le parevano molto affini.

Passarono minuti, ore, forse.
Il tempo si era dilatato, e non capiva quanto ne fosse trascorso in realtà.

"Devo tornare da mamma e Roberto.." pensò, mettendosi a sedere.
La testa le girava e quella nausea tornava a tratti.
Rimase un po' in quella posizione, e quando quella fastidiosa senzazione si attenuò, Vera si alzò in piedi.
Dopo alcuni passi incerti raggiunse la porta della stanza e girò la nera chiave.

Cavolo.. - disse voltandosi a guardare il secchio -Come lo porto fuori adesso?

Guardandosi attorno trovo una dei suoi vestiti, un po' più logoro rispetto agli altri, e decise di prenderlo per avvolgere il secchio, e dopo averlo legato bene, aprì le finestre e s'incamminò verso la porta.

Così dovrebbe reggere.., tossì di nuovo.

Niente, oltre ad aver vissuto ore tremente, ora le mancava quasi la voce.

Maledetta Languedoc.. ed uscì.

Velocemente attraversò il corridoio, le scale e giusnse alla porta principale.
Mantenne un passo veloce lungo quel tragitto, e non staccò gli occhi dal pavimento, per non vedere le facce dei presenti.
Una volta fuori sospirò e si avviò verso il lago...



Compiuta l'impresa, Vera più tranquilla andò di nuovo in tribunale.
"Chissà se Michele ha avvisato gli altri? Forse sono già dentro.."
Stava per entrare, quando vide il suo viso riflesso sulla spada di un soldato.
Incerta se farsi vedere dalla madre in quello stato, così da aumentare la sua preoccupazione, decise di tornare in Locanda e prendere il mantello, "Del resto il Pubblico Ministero indossava un cappello, perchè io non posso portare un mantello, che mi copra il volto?"

Vindrveraly ha scritto:
Riattraversò la Locanda velocemente.

Ma guarda..nella fretta non ho nemmeno pensato a cambiarmi..

E si, che ne aveva davvero bisogno.

Tornata nella stanza, chiuse le finestre.
Ormai quell'odore era quasi scomparso e la stanza ora era fredda, purtroppo nonostante si stesse avvicinando l'inizio della primavera, l'aria era gelida da quelle parti.

Nulla a che vedere con Firenze..

Prese un nuovo abito e lo indossò con molta riluttanza.
Se non fosse tornata a casa, a breve, probabilmente sarebbe stata costretta ad andare in giro semisvestita.
Scosse il capo, quella possibilità le aveva fatto ricordare i suoi primi giorni a Livorno, quando, non avendo nulla, andava in giro vestita di stracci.

A proposito..ma tra un mese, sarà il giorno della mia nascita!
Oh..


Si rattristò pensando agli anni che avrebbe compiuto, "Possibile che siano passati già così tanti anni?
E possibile che io sia rimasta.. così?
Le mie cugine ora hanno una famiglia..ed io?"


Sospirò, mentre si allacciava al collo il mantello.

Si diede qualche colpetto alle guance per risvegliarsi e disse Bene ora posso andare!

E mesta, si diresse in Tribunale.

Ivi, vide da sotto il cappuccio, sua madre e suo Fratello, che salutò con un gesto della mano.
Si sedette poco dietro di loro, e gesticolando chiese scusa per il ritardo.
Non voleva avvicinarsi, purtroppo, o per fortuna, Vera non era mai stata brava a mentire e se si fosse seduta accanto a loro, si sarebbero di certo accorti del suo malessere.
Poi da lontano non avrebbe creato problemi, se, improvvisamente, si fosse alzata e si fosse avviata, molto velocemente, fuori.

Così, mandò un bacio alla madre, e le fece capire di aver camminato così tanto da non essere più in grado di muovere un latro passo e non poterli raggiungere.

"Una scusa patetica non c'è che dire..complimenti vivissimi Vera.." pensò, poi iniziò a guardarsi attorno per capire a che punto del processo erano giunti.

Cele ha scritto:
Aurora continuava a voltarsi ripetutamente verso il portone di quell'aula Ma dove sarà? si chiedeva, mentre d'istinto, la sua mano destra andò a cercare le sue labbra e iniziò a stuzzicarle e pizzicarle come a volerle strappare dal viso. Lo faceva sempre quando qualcosa la preoccupava, era più forte di lei, non riusciva a controllare quel gesto.
C'era chi giocava con i capelli, chi con le mani, chi batteva i piedi, chi toccava gli oggetti, a lei toccava quello... Stuzzicarsi le labbra quando doveva star seduta e ferma, camminare avanti e indietro quando era libera di muoversi.

Pensava a Roberto, poi a Vera, poi di nuovo a Roberto e a quel dannato processo, e di nuovo a Vera
Ma dov'è finita? e si girava verso il portone.

Così pensierosa nemmeno si accorse che una donna con una mantella e un cappuccio calato sulla testa era entrata in aula e la salutava. Si voltò di nuovo verso il Giudice sbattendo le palbebre, sicuramente aveva visto male, figurarsi se una Dama francese porgeva i saluti a lei. Tornò a guardare verso l'entrata, quella Dama era ancora lì e la salutava, e ora avanzava verso di loro, sedendosi qualche banco più indietro.


Ma Vera esclamò Aurora riconoscendola, si ricompose subito, non poteva di certo urlare in aula. Però rimase a guardare Vera che le faceva piccoli gesti per farle capire che aveva camminato tanto ed era stanca.

Aurora la guardò accigliata, quella ragazza le nascondeva qualcosa. La conosceva troppo bene.
Figurati se è stanca perchè ha camminato tanto! E' pallidissima pensò Aurora. Voleva alzarsi per andare a sedersi accanto a lei e chiarire ma in quel momento Roberto venne chiamato per pronunciare la sua difesa.

Aurora si voltò di nuovo verso il Giudice, giusto in tempo per regalare un sorriso rassicurante al figlio.
Roberto si levò e dopo essersi inchinanto pronunciò l'ultima difesa.
Aurora ascoltava attentamente.


Vostro Onore,

nella mia seconda difesa non posso che confermare quanto detto nella mia prima difesa e quanto ha detto mia madre nella sua testimonianza.
A me dispiace che, nonostante si dica il contrario, qua si proceda sulla base di pregiudizi nei confronti degli italiani. Questo si palesa benissimo dalle parole sia del Sindaco di Narbonne che da quelle del Pubblico Ministero.

Come dice giustamente il Pubblico Ministero, sono accusato di Frode per la vendita di carne nella città di NARBONNE, e allora si può sapere come mai si continua a nominare la città di Montpellier?
Io, e potete verificarlo dalle prove che Vi ha passato il Sindaco di Narbonne, ero cittadino di Montpellier, e per questo motivo io non ho violato alcuna ordinanza a Montpellier. Difatti non ho ricevuto nessun avvertimento lì, se non solo alcune domande relative a dei sacchi di grano, domande a cui ho prontamente risposto. Quindi come vedete, nonostante Vi ostiniate a dire il contrario, a Montpellier non c'è stata alcuna violazione di NESSUNA ordinanza da parte mia, e MAI mi è stato dato ordine di interrompere le vendite a Montpellier. Mi spiace... Ma siete stati informati male.

Voi dite che il Sindaco ha sempre molti impegni e che può prendersi il tempo che vuole. Non sono d'accordo per due motivi. Primo perché un Sindaco deve essere capace di gestire al meglio il suo lavoro su tutti i fronti, se non ne è capace non dovrebbe nemmeno candidarsi per ricoprire determinati ruoli. In secondo luogo perché io, una risposta del genere, potrei accettarla nel caso in cui la missiva inviata al Sindaco per richiedere i permessi fosse stata una soltanto, ma così non è Signor Giudice. Al Sindaco sono arrivate più missive sulla questione. Quindi l'urgenza della cosa era abbastanza evidente. Nonostante questo non ha risposto alle nostre richieste.

Attendo insieme a Voi la Vostra decisione Signor Giudice e sono pronto ad accettarla, ma con il rammarico che qua si sta procedendo basandosi su pregiudizi e supposizioni e non sui fatti reali. Se così non fosse Vi sareste limitati, nelle Vostre arringhe, a parlare solo dei 10 pezzi di carne venduti a Narbonne, e non ad aggiungere pareri personali o menzionando altre città. Sono spiacente ma vedo ben poca obiettività.

Ho concluso Vostro Onore.


Bravo!! mormorò Aurora mentre il figlio riprendeva posto accanto a lei.

Ormai era fatta, rimaneva solo la decisione finale del Giudice da attendere.

Aurora si voltò verso Vera sorridente, le difese erano buone. La guardò un attimo, cambiò espressione e le sussurrò
Che hai?

Vindrveraly ha scritto:
Per fortuna non si era persa molto del processo, anzi!
Era giunta in tempo per ascoltare la seconda difesa del fratello, e poi l'ultima decisione del giudice.

"Tanto sono già sicura di come andrà a finire questa storia.." pensò, guardando la faccia del giudice, mentre rileggeva le prove e sentiva ciò che aveva da dire Roberto.

"E dire che amavo così tanto la Francia..sapere che pensano di noi in questo modo..
Oh, se Fabien fosse qui..lui potrebbe aiutarci!
A volte mi manca così tanto, averlo sempre accanto..
Chissà se ora è felice..
Ma si, ne sono convinta, è con la sua famiglia, a La Rochelle..
Magari potrei inviarli una missiva..
Si! Prima di ripartire, la scrivo e la lascio ad un frate..sono così buoni qui..

Ecco si, di gentili ed onesti ci sono solo i monaci, ed il nostro Locandiere!
Poverino, quanto si è preoccupato per noi, quando ha sentito quei soldati..
Mi dispiacerà lasciarlo qui, in questo postaccio..magari potrei chiederli se vuole trasferirsi in Italia assieme a sua moglie..

Tanto da quanto so, altre persone partiranno in nave con noi!
Spero siano simpatiche..eh si! Voglio proprio un viaggio di ritorno allegro e.."


Fu richiamata al presente, da sua madre che, da poco lontano, le aveva chiaramente chiesto Che hai?

Impreparata a quella domanda, rimase per qualche secondo senza parole, poi sorridendo disse: Nulla, mamàn, davvero!
Te l'ho detto..ho camminato tanto, per cercare gli altri..che purtroppo ancora non sono qui..ed ora sono un po' stanca
.

Si fermò e continuò a sorridere alla madre, mentre a tratti cominciava a riemergere quel senso di nausea.
Tossì, e quel rumore riecheggiò nella grande stanza silenziosa.

Pardon! disse chinando il capo.

Scosse il capo, tornando a guardare la madre e a sussurrarle, sorridendo
Tranquilla!
Ora dobbiamo pensare, prima di ogni altra cosa, a Roberto!

Vindrveraly ha scritto:
E prima che potesse aggiungere altro il Giudice si alzò in piedi.
Tra qualche istante avrebbe pronunciato la sentenza.

Vera deglutì, ancora qualche secondo e l'ansia che aveva nello stomaco sarebbe scomparsa..

Uno...

Due...

Tre...

Quattro..

"En ce Lundi 28 Février 1459, nous Divinius, juge du Comté du Languedoc rendons la Justice dans ce procès opposant le Comté à Mestre Robermir.

Accusé veuillez vous lever, je vous prie."
- e vide il fratello e la madre alzarsi dal loro posto, così come tutti i presenti.
Con un leggero tremolio alle ginocchia anche Vera fece lo stesso.

"Vous êtes actuellement poursuivi par la justice Languedocienne pour des actes d'escroquerie.

Attendu que Acte de commerce a bien eu lieu, de manière illicite sur le marché de Narbonne, cela par aveu et preuve des deux parties respectives.

Attendu qu'aucune autorisation officiel du Maire n'avait été faite au dit vendeur, rendant donc le dit acte illicite.

Attendu que les dites lois sont inscrites dans le Coutumier accessible à tous voyageurs étrangers demandeurs.

Attendu que cela entrave les dits articles du Coutumier :

Article 5.4.1. : Toute personne à chaque passage dans une ville dans laquelle elle ne possède ni résidence principale, ni résidence secondaire, doit s'annoncer sans délai auprès du Commissaire au Commerce du Comté et/ou du maire de la ville visitée si elle souhaite commercer.
Article 5.4.5. : En l'absence d accord ou d'autorisation avec le Commissaire au Commerce du Comté et/ou du maire de la ville visitée seront autorisées uniquement les transactions suivantes:
- achat de la nourriture quotidienne nécessaire.
- vente du fruit de son labeur lors du séjour en ville, les maximas étant fixé à:

2 poissons par jour maximum dans une ville portuaire
3 fruits par jour maximum dans une ville fruitière
5 stères de bois par jour maximum dans une ville forestière


Article 5.4.6 : - Toute personne surprise à ne pas respecter un ou des articles du présent chapitre sera considérée comme marchand ambulant non déclaré et s'exposera à des poursuites pour escroquerie.


Attendu que la défense est venu défendre sa cause, chose de plus en plus rare, nous en tiendrons compte lors de notre décision.

Par ces motifs.."


Le mani di Vera si aggrovigliavano in preda all'angoscia "Avanti..avanti.."Per questi motivi" è stato deciso cosa?"

"Nous, Juge du Comté du Languedoc reconnaissons le dit accusé COUPABLE des faits qui lui sont reprochés et le condamnons a verser 2 écus d'amendes, pour les frais de dossiers, tout en prenant en compte le faible montant de vos ressources selon la charte des juges.

La séance est levée"



Oh! sospirò Vera buttandosi sulla panca in legno
Tanto rumore..per nulla, si direbbe!

Le venne da sorridere, e quel gran macigno che aveva fino a qualche seconda prima sul cuore, era scomparso.

Guardò la madre ed il fratello, sorridendo, e stremata disse:

Ora.. ditemi che si torna a casa!

Cele ha scritto:
Aurora si levò in piedi alle parole del Giudice, ascoltò attentamente. Alla fine, quando il Giudice disse la condanna a cui condannava il figlio un sorriso le si stampò in faccia.

2 ducatiiiiiiii sussurrò a Roberto sorridente e poi si voltò verso Vera che rilassata si era lasciata cadere sulla panca. Ora.. ditemi che si torna a casa! le sussurrò la figlia.

Sì!! rispose energica Aurora scappiamo via.

Sistemarono le ultime carte e uscirono fuori dal Tribunale.
Abbracciò il figlio
Ohhhhh hanno fatto tutta questa storia per due ducati. Ma pensa tu... Domani si parte finalmente disse accarezzando Vera.

Allora, organizziamoci così, Roberto tu va in locanda a prenderti tutto quello che hai lasciato lì e inizia a portare tutto in nave, Vera, tu vieni con me, devo ancora scrivere quella lettera. Ricordi? Devi aiutarmi a scrivere... Guardò con occhi dolci la figlia e poi aggiunse E poi devi dirmi dove sei stata tutto sto tempo! Sei molto pallida... Stai bene?
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:38

Vindrveraly ha scritto:
Erano fuori finalmente da quel posto.
Nonostante fosse solo trascorso un giorno, a Vera pareva averne vissuti almeno una decina, li dentro!

Scrollò le spalle per allontanare quella strana sensazione, e allegra raggiunse la madre ed in fratello.

"Ohhhhh hanno fatto tutta questa storia per due ducati. Ma pensa tu... Domani si parte finalmente"

Vera ricambiò poi la carezza e le parole della madre con un gran sorriso, "Si, finalmente torniamo a casa!", mentre ella continuava.

"Allora, organizziamoci così, Roberto tu va in locanda a prenderti tutto quello che hai lasciato lì e inizia a portare tutto in nave, Vera, tu vieni con me, devo ancora scrivere quella lettera. Ricordi? Devi aiutarmi a scrivere..."

Si, mamàn! Certo! le rispose Vera, dimenticando il suo strano tono di voce.

Aurora guardò poi la figlia e disse: "E poi devi dirmi dove sei stata tutto sto tempo! Sei molto pallida... Stai bene?"

Lei abbassò lo sguardo per un istante, poi con un leggero rossore sul viso, rispose ridendo :

Maaa siiii! Mamma anche tu che ti preoccupi per me, lo sai so' badare a me stessa!
..Anche se non si direbbe..
Cooomunque..


Aggiunse avvicinandosi a lei e porgendole il braccio:

Ora dobbiamo pensare ad una bella lettera, no?
Ah, lettre d'amour! Le mie preferite!
Non vedevo l'ora di iniziare!

Magari mentre io scrivo quello che tu mi detti, possiamo iniziare a fare i bagagli!
Anzi..no! Io no, perchè li ho già preparati!
Meglio ancora, posso dedicarmi esclusiavamente a te!


Le fece un'occhiolino e rimase in attesa.

Cele ha scritto:
Vera, non mi fido per niente! Concluse Aurora guardando accigliata la figlia pallida e con una voce che a tutto faceva pensare tranne che ad una persona in salute e tranquilla.

Si incamminò con lei sottobraccio verso la locanda, doveva ancora preparare i bagagli. Lo avrebbe fatto mentre dettava la lettera per Vittorio a Vera.

Arrivarono e salutarono con un inchino il locanderie che, preoccupato, subito chiese del processo e dell'arresto di Roberto.
Rassicurato l'uomo si congedarono da lui spiegando che la partenza era vicina e che dovevano ancora sistemare molte cose.

Salirono in camera e Aurora si mise subito ad occuparsi dei suoi abiti, tolse tutto dall'armadio e poi ordinatamente iniziò a piegare tutto e a sistemare il baule.


Eccoci qua diceva mentre lavorava questo abito è a posto, la cintura, ecco la cuffietta, va bene... E continuava meticolosa.
Finito il primo baule passò ai regali per i nipoti che avevano acquistato in quel mese e mezzo di viaggio e li ripose nel secondo baule.

Sistemò tutto con cura e chiuse il baule. Si sedette sul letto
Presi carta e calamaio, Tesoro? Direi che possiamo iniziare. Guardò un attimo la figlia ma poi preferì concentrarsi sul pavimento, il rossore le stava di nuovo invadendo le guance.

Si alzò e iniziò a camminare su e giù per la stanza, era evidentemente nervosa e pensierosa.


Allora.... esordì Carissimo Vittorio. Anzi no... Carissimo no, meglio di no, Rispettabilissimo Vittorio. Si fermò. Ma che sto dicendo? Rispettabilissimo a Vittorio?? Non dava neanche il tempo a Vera di dire la sua, si correggeva di continuo. Meglio lasciare semplicemente un Caro Vittorio, sì! Ricapitoliamo... Sospirò.

Caro Vittorio e frettolosamente aggiunse ah ecco ricordati la data e il luogo e si avvicinò a Vera per controllare che non avesse scritto aspetta, questo che ho detto non devi scriverlo! Cioè... te lo ricordavo e basta!

Oh Veraaaaaaaaaaaa.... Sto impazzendo! Mi rilasso...
Con le mani sui fianchi respirò profondamente.Ricominciamo...

Caro Vittorio,

prima di ogni altra cosa vorrei scusarmi con te per l'incredibile ritardo con cui rispondo alla tua missiva.

Devo scusarmi vero figlia mia? Certo certo... Che domande!
E sempre camminando avanti e indietro, proseguì.

Per giorni interi sono stata a guardare la tua missiva senza trovare il coraggio di aprirla, e non so dirti il perchè, ma poi mi sono decisa e da quel giorno ho cercato il momento migliore per poterti rispondere ma qua in Francia è successo di tutto, Vittorio.

Solo ora, mentre preparo i bagagli per il ritorno, trovo qualche minuto da dedicarti, anche se tu meriti più di qualche semplice minuto.

Si corresse subito. No no, quest'ultima parte non la mettere. Sembro una ragazzina al suo primo amore. Cancella. Riprendiamo da: trovo qualche minuto da dedicarti.

Controllò la figlia Ecco sì!

Il viaggio in Francia, sin dall'inizio, non si è prospettato divertente come speravamo, i francesi non sono campioni di simpatia e ospitalità, e purtroppo, lo abbiamo scoperto fin dai primi giorni a Montpellier.
Le vendite, motivo principale della nostra partenza, sono proseguite a rilento e non abbiamo finito tutte le merci che avevamo con noi.
In più il tuo caro amico Roberto è stato denunciato, processato e condannato per Frode. Poca cosa, non stare in pena per lui, è già contento e in giro per la città ad organizzare il ritorno a casa.

Insomma abbiamo avuto molto da fare come puoi immaginare, ma per fortuna adesso possiamo tornare a casa.
Stasera stessa salperemo da Narbonne e tra pochi giorni saremo di nuovo nella nostra Repubblica.

Vera? Come va finora?
chiese ansiosa alla figlia. Direi che è il momento di affrontare il discorso iniziato da lui nella lettera.

Aurora si riempì i polmoni di aria e sputò quello che le veniva in mente tutto d'un fiato.

Vittorio, le parole della tua lettera mi hanno colpita e sorpresa.
Non mi sarei mai aspettata da te, certe parole.
E seppure io e te ci conosciamo da molto tempo, adesso, sei riuscito a lasciarmi senza parole da dirti o, nel caso specifico, da scriverti.

Non voglio dilungarmi troppo Vittorio, e non perchè tu non meriti risposta, ma perchè tutte le risposte che voglio darti, voglio dartele guardandoti negli occhi. Manca poco ormai.

Sto tornando Vittorio, e insieme ai miei familiari sei tu la persona che più di ogni altra sento il bisogno di rivedere in questo momento.


Aurora si fermò a riflettere. Dici che può bastare, Vera? In fondo è meglio affrontare tutto di persona no? Rimase a guardare la figlia attendendo risposta.

Vindrveraly ha scritto:
Aveva scritto ogni parola, cancellato e poi riscritto di nuovo.
Aveva annuito e sorriso.
Aveva sospirato e riso.

La madre era così agitata, ma nonostante ciò, nelle sue parole vi era calma e compostezza.

"Dici che può bastare, Vera? In fondo è meglio affrontare tutto di persona no?"

Annuendo la giovane rispose: Certamente madre! è sicuramente la decisione più saggia, in questi casi..
Così come sono sicura che anche lui voglia vederti!

Quando si ama, la lontananza può diventare insopportabile..


La guardò e sorrise.

Bè intanto, è scritta!
Manca solo la tua firma e un tuo parere sulla calligrafia..perdonami se a tratti è incerta ma la mia mano oggi trema un poco..
O magari se vuoi aggiungere o modificare qualcosa!


Le porse la missiva, attendendo un suo giudizio, mentre si massaggiava il polso della mano destra.


2 Marzo 1459, Città di Narbonne

Caro Vittorio,

prima di ogni altra cosa vorrei scusarmi con te per l'incredibile ritardo con cui rispondo alla tua missiva.

Per giorni interi sono stata a guardare la tua lettera senza trovare il coraggio di aprirla, ma non so dirti il perchè, poi mi sono decisa e, da quel giorno, ho cercato il momento migliore per poterti rispondere, anche se qui, in Francia, è successo di tutto.

Vittorio, solo ora, mentre preparo i bagagli per il ritorno, trovo qualche minuto da dedicarti.

Il viaggio in Francia, sin dall'inizio, non si è prospettato divertente come speravamo, infatti i francesi non sono campioni di simpatia e ospitalità, e purtroppo, lo abbiamo scoperto fin dai primi giorni a Montpellier.

Le vendite, motivo principale della nostra partenza, sono proseguite a rilento e non abbiamo terminato tutte le merci che avevamo con noi.

In più, il tuo caro amico Roberto è stato denunciato, processato e condannato per Frode. Poca cosa, non stare in pena per lui, è già contento e in giro per la città ad organizzare il ritorno a casa.

Come puoi immaginare, abbiamo avuto molto da fare, ma, per fortuna, adesso possiamo tornare a casa. Stasera stessa, infatti, salperemo da Narbonne e tra pochi giorni saremo di nuovo nella nostra Repubblica.

Caro Vittorio, le parole della tua lettera mi hanno colpita e sorpresa.
Non mi sarei mai aspettata da te, certe parole.
E seppure io e te ci conosciamo da molto tempo, adesso, sei riuscito a lasciarmi senza parole da dirti o, nel caso specifico, da scriverti.

Non voglio dilungarmi troppo Vittorio, e non perchè tu non meriti una risposta, ma perchè tutte le risposte che voglio darti, voglio dartele guardandoti negli occhi.
Manca poco ormai.

Sto tornando Vittorio, e insieme ai miei familiari sei tu la persona che più di ogni altra sento il bisogno di rivedere in questo momento.



Che ne dici?

Cele ha scritto:
Aurora lesse la missiva e sorridendo ci aggiunse la firma in fondo.

Perfetta! disse sorridente alla figlia.

Perchè ti trema la mano? chiese infine.

Iniziò a prendere tutto, chiuse e sigillò la missiva in busta chiusa e sul retro ci aggiunse il destinatario. Indossò la mantella e incitò la figlia a fare altrettanto mentre aspettava la sua risposta alla domanda precedente.


Direi che possiamo iniziare ad incamminarci verso il porto, scendiamo a salutare il locandiere e chiamiamo il garzone per far portare i bagagli. E' il momento di salire di nuovo sull'Anteros. Sorrise alla figlia, lei era ormai pronta.

Insomma sta mano?

Vindrveraly ha scritto:
"Perfetta!" esclamò la madre, e Vera ne fu lieta - "Perchè ti trema la mano?" le chiese.

Vera abbassò gli occhi, non sapeva che dire.

"Direi che possiamo iniziare ad incamminarci verso il porto, scendiamo a salutare il locandiere e chiamiamo il garzone per far portare i bagagli. E' il momento di salire di nuovo sull'Anteros."

Annuì, prese il mantello e lo legò di nuovo, con un piccolo fiocco, attorno al collo, poi uscì dalla stanza, con al fianco il suo bagaglio.

"Insomma sta mano?"

Vera si guardò la mano, e poi sospirando disse:

Non lo so..appena arrivati a casa, dovrò farmi visitare da zio Bartolomeo..

E prima che la madre potesse chiederle altro, erano arrivate al primo piano.
Qui ad attenderle c'era Mattèo, con la moglie.

Matthieu, merci pour tout! le disse immediatamente Vera, sorridendo.

Bien sûr, ne voulait pas venir en Italie, avec nous?

L'aveva chiesto almeno una decina di volte, ai due giovani, ma la risposta era sempre stata la stessa:

Merci pour la proposition..Mais nous aimons aussi, Narbonne!

Vera sorrise, nei loro occhi le parve di vedere i suoi amati cugini Helena e Marco, che amavano allo stesso modo, Livorno.

Et bien, alors c'est au revoir! disse, con un po' di malinconia, nel dover lasciare quei due amici appena conosciuti.

"Mais..si tu reviens, ce sera un bientôt!!", le rispose prontamente la moglie di Mattèo.

Vera le sorrise: Oui, peut-être un jour je serai de retour!

Poi si allontanò un poco per permettere anche alla madre di salutarli, mentre lei ricontrollava i bagagli, nella speranza di non aver dimenticato nulla..

Cele ha scritto:
Da Zio Bartolomeo? Aurora non fece in tempo a continuare che Vera si era già gettata su Mattèo per salutarlo.

Il sangue le si era raggelato, ma scacciò quei brutti pensieri e salutò anche lei Mattèo e la moglie, li ringrazio per quanto avevano fatto e si inchinò con la promessa e la speranza che li avrebbero riincontrati da qualche parte un giorno.

Uscirono dalla locanda e raggiunsero il porto, Aurora non aveva più detto mezza parola, era preoccupata prima e adesso lo era molto di più.

Salì sul ponte della nave, gli occhi umidi
Vera stai di nuovo male? Perchè non mi hai detto niente? Avremmo trovato un medico qua a Narbonne o in Capitale. Non voglio farti viaggiare se stai male.

Sarebbe di nuovo andata in convento per mesi interi? No, Aurora non poteva pensarci.
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:40

Vindrveraly ha scritto:
"Allora allora..il cordone blu?
Gli stivali neri?
Il vestito gial..ehm no quello ormai è al lago..
Peccato però mi piaceva così tanto..
Eh ma a mali estremi..estremi rimedi.."


Pensava, mentre ormai erano giunti a bordo dell'Anteros.
All'improvviso la madre alle sue spalle disse:

Vera stai di nuovo male? Perchè non mi hai detto niente? la ragazza si voltò e vide che gli occhi di Aurora diventatavo poco a poco sempre più umidi.

Avremmo trovato un medico qua a Narbonne o in Capitale. Non voglio farti viaggiare se stai male.

Scosse forte il capo.

Mamma non devi essere così preoccupata! Je vous en prie!

Vedi è la prima volta che faccio un viaggio in nave, che partecipo ad un processo, che mangio cibo diverso dal mio..e tutte queste cose non.. ecco .. hanno giovato alla mia salute ..


Le afferrò le mani e sorrise:

Ma ciò non vuol dire che tra qualche giorno, non mi vedrai saltellare qua e la, e gridarti da sopra un ramo "Guarda le nuvole come sono bianche!", nonostante non abbia quasi più l'età per tenere certi comportamenti!

Iniziò a ridere, poi riprese:

è vero.. sono stata leggermente maluccio..
Come senti la mia voce si è anche abbassata, ma appena torniamo a casa, mi farò preparare un infuso da Agnese..Già provato, l'inverno scorso, di erbette meravigliose.. Che faranno tornare la mia voce quella di sempre!

Il che non è detto che sia un bene, per chi mi ascolta spesso! Eheheh


Sospirò.

Quindi ora, Maman, o per meglio dire, Mia Capitana, perdonerai tua figlia, detta anche il "Mozzo dell'Anteros," per averti fatta preoccupare?

E sbattendo le palpebre, rimase a guardarla..

Cele ha scritto:
Mamma non devi essere così preoccupata! Je vous en prie!
Vedi è la prima volta che faccio un viaggio in nave, che partecipo ad un processo, che mangio cibo diverso dal mio..e tutte queste cose non.. ecco .. hanno giovato alla mia salute ..
Ma ciò non vuol dire che tra qualche giorno, non mi vedrai saltellare qua e la, e gridarti da sopra un ramo "Guarda le nuvole come sono bianche!", nonostante non abbia quasi più l'età per tenere certi comportamenti!è vero.. sono stata leggermente maluccio..
Come senti la mia voce si è anche abbassata, ma appena torniamo a casa, mi farò preparare un infuso da Agnese..Già provato, l'inverno scorso, di erbette meravigliose.. Che faranno tornare la mia voce quella di sempre!
Quindi ora, Maman, o per meglio dire, Mia Capitana, perdonerai tua figlia, detta anche il "Mozzo dell'Anteros," per averti fatta preoccupare?

Vera la rassicurò.

Aurora le strinse le mani
Meno male tesoro mio, mi togli un peso dal cuore.
E adesso su mozzo, non vedo l'ora di tornare a casa per sentirti dire quanto sono bianche le nuvole, perciò tutti ai posti di combattimento.
Sorrise.

Richiamò tutti gli altri
Akira, Michele, Spugna, tutti sull'attenti... Oggi si riparte. Prima di iniziare le manovre per salpare colgo l'occasione per presentarVi il nostro nuovo compagno di viaggio. Sorrise a Messer Piramide, arrivato da Montpellier quella mattina stessa.

Vi presento Messer Romeo Pirandello Della Torre. Tornerà insieme a noi in Repubblica Fiorentina, mi raccomando, è Vostro dovere farlo sentire a suo agio. Non fategli mancare nulla. Io ho già aggiunto cibo a sufficenza in cambusa e soprattutto l'ho rifornita di birra e del nostro amato rhum. Sorrise.

Perciò Spugna disse rivolgendosi al figlio Roberto vedi di non finirti tutto nel giro di una notte. Vorremo almeno arrivare con birra a sufficenza, non dico fino a Pisa, ma almeno fino alla Corsica.

Iniziò a camminare sul ponte seguita dalla sua ciurma e infine raggiunse il timone.

Allora partiamo, Roberto e Akira, all'ancora. Messer Piramide posso chiederVi di occuparVi insieme a mio nipote Michele delle vele?

Vera, o meglio, Mozzo, tu vai in cabina a prendermi le carte per la navigazione, stavolta non seguiremo le coste e ne avrò più bisogno.

Su, a lavoro!!!!
Incitò i suoi sorridendo.

Finalmente si torna a casa.

Piramide ha scritto:
durante un lungo periodo di riflessione e rilassatezza trascorso a Montpellier, Pira aveva dovuto lasciar partire la sua compagnìa senza di lui.
Aveva intanto incontrato e conosciuto il Capitano dell'Anteros, una deliziosa nave battente bandiera fiorentina con equipaggio altrettanto, forse ancor di più, delizioso.

la gentilissima Aurora Celeste di Luna l'aveva accolto a bordo, sorridendo ed aprendogli la cambusa, insieme avrebbero vissuto e goduto della traversata..

a presentazioni avvenute Cele chiese: "Messer Piramide posso chiederVi di occuparVi insieme a mio nipote Michele delle vele? "

Pira sorrise tambien:

Capitano è e sarà un piacere ed onore partecipare attivamente alle manovre, sono un'abile viaggiatore, contate pure su di me in qualsiasi momento.
Messere Michele, diamoci da fare, presto il vento cambierà e ci sarà favorevole.


Nel congedarsi Pira non riuscì a trattenersi..

Gentile Aurora, sarebbe precoce chiederVi di donarmi un rapporto amichevole chiamandomi Pira?

Cele ha scritto:
Gentile Aurora, sarebbe precoce chiederVi di donarmi un rapporto amichevole chiamandomi Pira?

Aurora sorrise tambien al suo nuovo compagno di viaggio e, a quanto sembrava, amico Romeo e rispose.

Ma certo Pira, lo farò molto volentieri, ma Voi, ops, Tu, fai altrettanto...
Chiamami Aurora, Cele, Celina, insomma, come preferisci! Come vedi ognuno mi affibbia un nomignolo e lo fa suo. Tu fai altrettanto.
E ora a lavoro Pira, altrimenti inizio a trattare anche te male come il resto della mia ciurma.
Rise facendo l'occhiolino al nuovo membro della compagnia.

Le manovre erano iniziate e dopo un po' di problemi per uscire dal porto si erano ritrovati finalmente al largo di Narbonne e la navigazione procedeva molto bene, senza troppi ostacoli.

La ciurma si stava comportando molto bene e Piramide si stava rivelando non solo un abilissimo marinaio, ma anche un'ottima compagnia.

Si trovano in mezzo al mare quando Aurora riprese il suo diario di bordo e ne scrisse qualche pagina.


4 Marzo, 1459


Dopo un mese e mezzo a terra mi ero quasi dimenticata questa bellissima sensazione.
L'aria salmastra che entra nei polmoni e ti rigenera, il vento a scompigliarti i capelli, il dondolare a volte lento, a volte molto meno, delle onde e il rumore del mare. Bellissimo.
Del viaggio questi sono certamente i momenti più belli, dopo quelli passati in cambusa insieme agli altri a cantare ovviamente.

La compagnia è troppo forte e il gruppo è sempre più unito.
Anche Pira, nonostante ci abbia conosciuto da poco, pare essersi integrato molto bene e, devo dire, è davvero di ottima compagnia.

Le avventure passate in Francia non le dimenticherò di certo e ora che stiamo rientrando anche le cose che mi hanno fatto innervosire di più, come le discussioni con i Sindaci o il processo a Roberto, adesso mi fanno sorridere. In fondo ci hanno movimentato la permanenza in una terra che altrimenti sarebbe stata noiosissima.

I venti oggi pomeriggio c'hanno dato un po' da fare ci siamo mossi poco. Speriamo vada meglio adesso, così domattina potremo salutare da lontano la cittadella di Marseille. Pira sostiene che sia una città molto carina. Chissà in futuro magari.
Anche se già i nostri progetti si spingevano oltre. Con Pira e Vera andremo alla conquista delle Indie.
Solo il pensiero mi fa sorridere, ma in fondo sognare non costa nulla.

E' quasi ora di cena meglio andare a vedere che non facciano gravi danni in cambusa.


Aurora chiuse il diario e lo ripose nella sua sacca.

Andiamo a mangiare va, ho una fame! E speriamo 'sti venti girino bene stasera. Sorridente raggiunse il resto della compagnia in cambusa che, immancabile, le regalò grandi e sincere risate.

Vindrveraly ha scritto:
Finalmente in mare..

Era contenta.
Quello era il suo secondo viaggio in nave, e si stava dimostrando più piacevole e sereno del primo.
Forse perchè col tempo ci si abitua a quel lento ondeggiare, all'odore salmastro che irrita leggermente il naso appena svegli, al pane o alle verdure della cambusa.

Senza dimenticare che ora stava tornando a casa, pronta per intraprendere un nuovo viaggio.

Sorrise, osservando le onde del mare e la prua della nave, che tagliava in due le acque sottostanti al suo passaggio, lasciando a poppa una bianca scia.

Aveva terminato anche quel giorno di pulire il ponte, di seguire ed aiutare la Capitana, come poteva, e di controllare le vele.
Quest'ultima cosa poi la faceva subito, le bastava un solo sguardo, non perchè fosse esperta, ma semplicemente perchè uno strappo, su quelle vele ormai ingiallite dalle intemperie, era ben visibile anche da lontano.
Del resto lei si occupava semplicemente di ricucire gli strappi, non di controllare se le vele fossero nella giusta posizione; Di quello e di come si governa una nave, infatti, non comprendeva quasi nulla.

Respirata l'aria sul ponte a pieni polmoni, si avviò verso la Cambusa, dove forse avrebbe trovato qualcuno, con il quale scambiare qualche parola in allegria..

Kestel ha scritto:
Michele si diede da fare con le vele, la nave andava preparata in breve tempo e la partenza non poteva esser rimandata.
La zia gli diede la consegna e di svolgerla assieme ad un nuovo membro dell'equipaggio, messer Piramide.
Il tempo trascorse velocemente e la imbarcazione potè prendere il largo nel mare francese. Si riposò un momento, sedendosi sopra a delle gomene e si guardò attorno: il mare tranquillo e piatto gli donava serenità; la costa diventava sempre più lontana, le case più piccole e grandi i ricordi.
Cosa pensavano chi l'aveva incontrato in quei giorni? Sarei sparito senza farmi più sentire. Cosa pensavano coloro i quali non cosideravano una cosa positiva la sua commercializzazione dei prodotti? Ormai il tempo lo stava dividendo da quelle terre e dalle probabili risposte.
Ora pensava a casa, a Livorno, ai parenti che avrebbe o non avrebbe trovato, poichè partiti da poco, gli mancavano parecchio.
Si ridestò dai pensieri troppo scollegati e decise di andare in taverna, magari avrebbe trovato qualcuno con il quale scambiare due chiacchiere.
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:43

Vindrveraly ha scritto:
Anche quel giorno si ritrovò seduta in Cambusa.
Le piaceva quel posto, perchè le ricordava le Taverne sulla terra ferma.
Nonostante lì la birra o il rum nelle botti, oscillaserro qua e la.

Mentre constatava il fatto che, ai lati delle finestrelle, ci fossero ragnatele, che prima o poi avrebbe dovuto eliminare, qualcuno iniziò a scendere le scale che portavano lì.

Si voltò, quel passo era sicuramente di un uomo, difficile capire però chi fosse il legittimo proprietario, giacchè sulla nave c'erano ben quattro uomini e solo due donne.

Sorrise: Michele! Cugi mio!
Anche tu, terminate le tue mansioni, vieni qui a riposarti?

Ho una domanda!
Dimmi, questa notte hai dormito bene?
Io non tanto!
Ho trascorso tutta la notte sul ponte.. sottocoperta la nave ondeggiava talmente tanto che il mio stomaco faceva fatica a sopportarlo!


Rise e rimase ad ascoltarlo.

Robermir ha scritto:
O' maronna quante bello, spira tanto sentimentoooo urlò Roberto sul pennone della nave...

O' Madre!!! Non si vede un piffero, tutto mare, che spira sentimentooooooo urlò nuovamente ridendo...

Cele ha scritto:
Aurora era affacciata a guardare il mare.
Da giorni vedevano solo acqua.

Il giorno prima era andato alla grande....
Avevano percorso un lungo tragitto.

Quella notte però era stata difficile per Aurora. Non aveva chiuso occhio e i segni erano evidenti. Stanca aveva chiesto a Piramide di sostituirla al timone
Per favore Pira, puoi guidarci un po' tu? Stamattina sono davvero distrutta. Non ho chiuso occhio...

Aveva sorriso all'amico e lo aveva accompagnato al timone.
La loro attenzione fu richiamata da quel furfante di Roberto che urlava dal pennone della nave. Aurora sentendo quelle urla si mise a ridere
E' tutto matto mio figlio disse a Piramide ridendo.

Tu sei fuori di melone, figlioloooooooooooooooo urlò di rimando al figlio.

Poi si allontanò e si mise ad osservare il mare, con le sue onde.

Qualcosa non andava, Aurora se lo sentiva, a casa era successo qualcosa.
Quella notte così agitata non poteva che portare cattivi presagi.

Vindrveraly ha scritto:
Un'isolaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! gridò Vera, guardando la spiaggia a pochi metri da loro.

Dopo giorni la sua voce stava tornando normale, anche se con qualche difficoltà, forse le tisane di Agnese non sarebbero servite.
Di certo però avrebbero accelerato la guarigione.

Mamma! Mamma! Dove siamo? continuò, con lo sguardo rivolto verso quella terra, che le pareva quasi il miraggio delle coste italiane.

Vindrveraly ha scritto:
La madre le si era avvicinata e le aveva spiegato che quella era la Corsica.

La Corsica..e ci vive qualcuno?

Vera ne aveva sentito parlare, l'aveva ammirata dalle Mappe Navali nello studio della madre a ClaraLuna, ma ora averla di fronte, le provocava uno strano effetto.

Mamma, possiamo approdare?
Se non ci vive nessuno potremo renderla noi abitabile!

Daiii! Conquistiamo la Corsica!


Ed insieme si erano messe a ridere.
"Sarebbe bello però!" pensò Vera, mentre Aurora si era avviata verso il timone.

La sera era trascorsa velocemente in compagnia di Michele, a parlare ed organizzare il loro prossimo viaggio verso la Terra di Lavoro, e della Capitana, pensando a casa, a quello che forse avrebbero ritrovato, a quello che forse sarebbe mancato.



Il giorno successivo, Vera si svegliò completamente circondata dal mare.
Ripensando a suo fratello, iniziò a canticchiare:

O' maronna quante bello, spira tanto sentimentooo..
Tutto mareee, che spira sentimentoooo..


E sorridendo, salì le scale in legno scricchiolanti, per raggiungere il Timone, dove era sicura di trovare la madre.

Oh, Ser Romeo! Buongiorno! esclamò sorpresa, e dopo un inchino, proseguì.

Mia madre vi ha lasciato il comando anche oggi?
L'ho vista abbastanza stanca ieri notte, prima di andare a dormire.. Voi credete che non ci si debba preoccupare?
abbassò lo sguardo.

Quel viaggio aveva spento le energie di tutti: "Che sia stato il vino francese?" si chiese, perplessa, ma poi riprese a parlare, con occhi sereni.

Ho sentito che presto arriveremo a Massa, se non oggi, domani..Voi che ne pensate?

Vindrveraly ha scritto:
Mentre attendeva una risposta, giunse da loro Michele, gridando di aver visto da lontano le torri di una città.

"Che occhio!" pensò Vera, ammirata, mentre correva verso la direzione indicata dal cugino.

Vero! Vedo anche il fumo!
Ser Romeo, siamo vicini alla meta!
gridò, piena di gioia.

Non dovette aspettare molto per vedere gli stendardi della città di Massa, nel Ducato di Modena.
La nave aveva un'andatura veloce, ed in poco tempo raggiunsero l'agognato porto modenese.
Pieni di gioia e speranza attesero il permesso di attracco.

Già domani potremo riabbracciare il parentame Di Lunese! disse al cugino, saltellando qua e la.

Non vedeva l'ora di toccare terra, vedere la sua ClaraLuna in fiore, abbracciare tutti cugini, e ripartire alla volta di Gaeta!

Cele ha scritto:
Aurora rimise testa fuori dalla sua cabina.
Non era stata per niente bene e ancora non si era del tutto ripresa.

Era pallida e da due giorni non mangiava. Prendere un po' d'aria era la cosa migliore.

Salita sul ponte fu colpita da quanto vide, erano a Massa. Incredibile.
Aveva lasciato il timone a Piramide solo per poche ore, eppure era riuscito a fare un ottimo lavoro e velocemente li aveva fatti arrivare a destinazione.

Scrisse subito al Sindaco spiegando che avrebbe dato i prodotti chiesti direttamente a bordo della nave. Consegnandoli a due mercanti di sua fiducia.
Non voleva perdere tempo scendendo in città, la sua intenzione era di ripartire immediatamente e raggiungere al più presto Livorno.

Si voltò un attimo e vide che tutti i suoi compagni di viaggio erano lì, ad occuparsi di tutto, come sempre.


Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Innave

Vera ammirava la città dal ponte, sognava ad occhi aperti il ritorno a casa e il prossimo viaggio a Gaeta.
Akira mostrava il naso dalla stiva, sempre a lamentarsi perchè aveva voglia di tornare a casa... Come se loro non sentissero la stessa esigenza.
Michele sistemava il suo sacco, preparandosi per il rientro.
Roberto faceva finta di capirci qualcosa dei cannoni e come sempre si fingeva soldato di chissà quale armata, pronto ad attaccare il mondo intero.
Il caro Piramide gestiva ancora il timone.
Aurora era già pronta con la canna da pesca per cercare di pescare qualche buon pesciotto Modenese.

Aurora voleva solo concludere le trattative e tornare a casa ma quei ragazzi, quella ciurma, le sarebbe mancata, e tanto.
I figli e i nipoti li avrebbe sentiti e visti spesso.
Piramide sperava di poterlo incontrare anche su terra ferma.

Piramide ha scritto:
Vi chiedo scusa, ero con la testa tra le carte navali, tra il vento e le nuvole..
sentivo delle voci ma non mettevo a fuoco le parole..
ho sviluppato i concetti solo adesso a mente libera!

Madama Vind, era proprio la Corsica quella, un'isola selvaggia.. ho cercato qualche porto o spiaggia ma nulla da fare.. la costa, almeno quella parte che abbiamo sfiorato, è troppo incostante.. dovremmo circumnavigarla, studiarla bene prima di trovar eun posto da dove iniziare la colonizzazione..
ahimè non abbiamo tempo, la stanca Aurora ha degli impegni improrogabili a Massa, tutti quanti noi probabilmente abbiamo una certa qual fretta di ritornare a casa.. Akira non sta pescando.. cerca di agganciare la costa con l'amo per farci andar più veloci.. immagino ci sia persino riuscito!

Capitano.. non so come ho fatto, immagino di aver letto bene i venti e con la complicità delle onde (e di Akira!) siamo giunti a destinazione prima del previsto..

richiesta di attracco effettuata, adesso ti prego, riprendi i comandi io sono esausto e necessito di riposo.
ti ringrazio per la fiducia e l'occasione offertami,
vi ringrazio tutti per la speciale compagnia in questi giorni.


Pira s'inchinò alle Dame e si ritirò
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MessaggioTitolo: Re: Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459]   Pensieri & Parole di un viaggio [14 Gennaio 1459] Icon_minitimeDom 05 Giu 2011, 19:46

Cele ha scritto:
Ce l'avevano fatta!
Erano a Livorno...

Aurora stanca percorse la passerella e di nuovo sfiorò il suolo della sua amata città. Non fece in tempo a gioire della cosa.

Un malore, un mancamento, si accasciò a terra.


Prima di svenire sussurrò Portatemi a casa, non sto bene. Poi il buio.

Quel viaggio l'aveva distrutta.

Krisclaire ha scritto:
Ginevra era in giardino intenta a piantare nuovi fiori.
Questo era il momento ideale per prendersi cura del giardino, che si preparava a prendere davvero vita in primavera.
Ormai era vicina, si sentiva.
L'aria profumava di buono, il sole iniziava a fare capolino più spesso ed i suoi raggi erano caldi, lasciando un bel tepore per tutta la giornata.
Il suo lavoro e i suoi pensieri vennero distratti dall'arrivo di una carrozza che intravide sul viale, all'entrata di Claraluna.
Incuriosita, corse a vedere chi fosse.
Vide però degli uomini scendere e agitarsi, tenendo in braccio una donna dal volto stanco e provato.
Capì subito che si trattava di sua zia Celeste.
L'agitazione e l'ansia stavano salendo.

"Portatela subito nelle sue stanze, io corro a chiamare un dottore!"

Vide gli uomini allontanarsi, mentre lei corse a cercare suo Zio Bartolomeo, che era medico e da sempre si prendeva cura della sua famiglia.

Hecate ha scritto:
Quello strano punto proprio non le voleva riuscire.
Helena aveva impiegato un sacco di tempo, per studiarlo, ma evidentemente non ne aveva afferrato il meccanismo.

Infine, arresasi, aveva deciso che avrebbe fatto meglio ad andare a chiedere consiglio a suo zio Bartolomeo, che oltre a studiare per diventare medico, era un tessitore con molta esperienza e di gran lunga più bravo di lei.

Ed era appunto lì, che si trovava, immersa nelle stoffe e negli aghi fino alla testa n compagnia del paziente zio, quando entrò sua cugina Ginevra con un' espressione davvero poco rassicurante.
"Kris, che succede?" chiese preoccupata.

Krisclaire ha scritto:
Aveva corso a perdifiato e aperto la porta con impeto.
Vide sua cugina Helena e lo Zio intenti a parlare, con delle stoffe nelle mani.
Non aveva ripreso ancora fiato e riuscì soltanto a dire :
"Correte, andiamo! Zia Cele sta male!"

E riprese la corsa verso Celeste, che ormai doveva trovarsi nella sua stanza.

Vindrveraly ha scritto:
Livornooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!! un grido liberatorio uscì invlontario dalla sua bocca, quando l'Anteros attraccava nel porto livornese.

Era così felice, serana e sicura di riabbracciare tutti i suoi amati famigliari.
Le mattine sul ponte e le serate in cambusa le sarebbero mancate, ma la gioia del ritorno, quel senso d'inquietudine nel voler sapere se qualcosa fosse cambiato, rendevano quel distacco piacevole.
Con un sospiro di felicità, seguì la madre lungo la passerella:

Oh, mamma! siamo finalmente tornati! Chissà come stanno tutti!
Non abbiamo quasi mai scritto durate la nostra lontananza..
Sono quasi certa che Helena sia migliorata in cucina, gli ultimi biscotti che ho assaggiato sapevano di..biscotto!
rise, ma voltandosi le mancò quasi il respiro.

Aurora era a terra: Mamma..

Mamma! Aiutoooo! Qualcuno mi aiutiiii! gridò mentre cercava di prestarle soccorso, sollevandole la testa, accarezzadole il volto e continuando a chiamarla.

Lei disse solo "Portatemi a casa, non sto bene." ed aveva chiuso gli occhi.

Vera iniziò a piangere, mentre suo fratello Roberto e suo cugino Michele sollevavano Aurora, allontanandola da lei, per posarla su un carro.
Correre a Claraluna, quella era la priorità, per tutti.

Vera purtroppo non riuscì ad alzarsi, era sconvolta: Avrei dovuto capirlo..continuavo a dirmi che andava tutto bene..che lei è una donna forte..
Ed una donna come lei non può stare male..no no..non può...


Con il dorso della mano destra cercò di togliere le lacrime che le stavano riempiendo anche la bocca, e scuotendo il capo disse: Vera, sei una stupida!

Si alzò ed iniziò a correre verso ClaraLuna.

"Tutto quello che posso fare ora, è starle vicino.." pensava, mentre si faceva largo tra la folla di passanti per le vie livornesi.

Robermir ha scritto:
Sbarcato su suolo fiorentino a Robermir venne un conato di vomito. Troppo tempo in balia delle onde non aveva fatto bene al suo fisico, già temprato dalle reali galere della Linguadoca.
Poteva sbarcare un pò di merci da immettere sul mercato per poi riprendere il nave dopo un breve riposo nel palazzo di famiglia.

Hecate ha scritto:
Nessun battito, neanche il lieve fremito della farfalla.
Alle parole di Ginevra, il cuore di Helena aveva smesso di battere. Aveva meccanicamente abbandonato tutto quel che aveva in braccio per terra, e quasi senza accorgersene, era balzata in piedi prendendo a correre ancor prima che i piedi toccassero terra.

Nella testa, solo una parola:
"Zia..! Zia...! Zia..!"

Marcos82 ha scritto:
Marcos stava compiendo il suo consueto "giro mattutino delle taverne": una controllata agli avventori in cerca di qualche volto losco, di qualche parola di troppo, magari con un po' di fortuna procedere all'identificazione di qualche traditore della Repubblica, e perchè no, un bicchierino qua un bicchierino là per scaldare lo stomaco... -Una tisana calda calda per il nostro Viceprefetto!- urlò il Taverniere strizzando l'occhio all'ufficiale, servendogli poi un beicchierino della migliore riserva d'acquavite. Aveva un accordo con tutti i Tavernieri: chiudeva un'occhio sulle bische clandestine che imperversavano in ogni Locanda, in cambio di quell'effimera copertura. Il tutto ovviamente per placare l'ira della moglie Helena, che come risaputo disponeva di cento occhi e cento orecchi.

Finito il giro s'avviò in direzione del Porto per andare a scambiare due parole con il nipote Manfredi Lodovico, Capoporto. Ma prima di raggiungere il suo ufficio, passando di fianco ad un capannello di scaricatori portuali che stavano discutendo tra loro, riuscì a carpire queste parole: -Come un sacco di patate, vi dico! Giù, secca a terra! L'han portata via su un carretto, alla vecchia. E ora non sappiamo nemmeno se ci pagheranno per aver scaricato tutto quel ben d'Aristotele!- sbraitava uno -Boia dèh! Se non ci pagano gl'assaltiamo il palazzo, a quei signorotti, lì!- concluse un'altro con uno sputo per terra. -Cos'è che assaltereste, voi altri? Spiegatemi un po' a me..- irruppe Marcos nel gelo che si faceva largo nel manipolo di schiene spezzate.

E quelli spiegarono, eccome. Gli mostrarono la nave ormeggiata nella banchina, ANTEROS, raccontando dello sbarco, del malore e della corsa verso il palazzo. E Marcos ebbe così conferma dei suoi timori. -A lavoro! A lavoro! Razza di canaglie!- Congedò quei figurini, poi mordendosi un labbro meditò "Meglio correre subito a Claraluna, o passare prima ad avvisare Helena? Mmmmh, non ora. Ho bevuto troppo. Meglio andare al palazzo e prestare un po' di soccorso alla vecchia, e cercare di portare calma là dove vi sarà un bel po' di trambusto." montò a cavallo e s'avviò, concludendo infine i suoi pensieri "Le disgrazie non vengono mai da sole...".

Cele ha scritto:
Aurora si risvegliò debole e confusa, accanto a lei c'era Vera.

Guardò il soffitto, non era più in una locanda francese o in una cabina dell'Anteros. Quello era il soffitto della sua camera a Claraluna.

Socchiuse di nuovo gli occhi, forse stava sognando, ma riaprendoli e vedendo il viso preoccupato di sua figlia Vera si ricordò dell'attracco e di quell'improvviso malessere.
Cos'è successo? chiese a Vera.

Vindrveraly ha scritto:
Aveva trascorso la mattinata ad attendere notizie, spostandosi freneticamente da una parte all'altra di ClaraLuna, come ormai faceva da giorni.

Aveva chiesto a sua zio Bartolomeo, il medico di famiglia, le condizioni di sua madre, aveva cercato Helena per dirle di non aver ricevuto ancora nessuna risposta, aveva supplicato Agnese di preparare quelle tisane che sapeva fare solo lei, ed infine, aveva gentilmente ordinato a Fiorenza di portare due tazze della calda bevanda nella stanza di Aurora, quando fossero state pronte.

Sospirando, iniziò a salire le scale, poi percorse un breve tratto del corridoio, e quando fu davanti alla porta bianca, cercò di sorridere, mentre faceva il suo ingresso nella stanza.
"Presto Aurora si riprenderà, non vorrai farti trovare pensierosa..così di sicuro si accorgerà che qualcosa non va, ed inizierà a far delle domande..e tu sai bene che non sei capace di mentire.."

La "sua" sedia era già pronta per accoglierla.
Ormai quel pezzo di legno era diventato il suo letto da giorni, mentre aspettava che lei riaprisse gli occhi, mentre attendeva che lei cessasse di agitarsi, che la febbre diminuisse.

Si prospettava un altra notte insonne, quando la madre riaprì gli occhi.
"Non ci credo!" pensò e si avvicinò a lei preoccupata, "Forse è un altro incubo.."

"Cos'è successo?" sentì, non c'erano più dubbi, Aurora era realmente sveglia.

Oh ma chere, chere maman! Sei tornata! Sei sveglia!
Che bello! Zio Bartolomeo mi aveva detto che sarebbe stata solo questione di giorni..ormai la febbre era quasi scomparsa!
Non sai che felicità!

Non mi resta che avvisare tutti!


In quel momento entrò Fiorenza con un vassoio.
Vera le andò incontro e afferrando le tisane, le disse:

Va, a queste penso io!
Corri a chiamare gli altri, dì loro che zia Aurora è finalmente sveglia!


E tornò dalla madre.

Cele ha scritto:
Aurora ascoltò le parole della figlia.

Alla fine la stanchezza e la febbre avevano avuto la meglio.
Si sentiva poco bene fin dalla partenza da Narbonne, ma non aveva detto niente a nessuno. Voleva portare tutti a casa nel minor tempo possibile e non far pesare i suoi malori a nessuno.

Evidentemente aveva esagerato e suo fratello Bartolomeo le avrebbe fatto proprio una bella ramanzina appena l'avrebbe trovata sveglia.

Provò a mettersi seduta per poter bere le tisane portate in camera da Fiorenza, era ancora molto debole, ma sorrise alla figlia per tranquillizzarla.

Quel viaggio era infine giunto a termine.
Aurora ricordava come fosse passato un solo giorno l'emozione che aveva accompagnato la partenza e la sua organizzazione.
Il gruppo, pieno di merci, muoversi verso Pisa, l'amica Sara che li aspettava accogliente e organizzata, come sempre.
Ricordava perfettamente i primi movimenti e l'emozioni nella guida, la rabbia per i venti che non aiutavano la navigazione, la sorpresa e lo stupore davanti alla vista di città mai visitate prima.

Aveva scoperto, durante il viaggio, persone che prima conosceva poco, come Lorenzo, aveva conosciuto e apprezzato persone che prima non conosceva affatto, come Piramide.
Si era divertita con i colleghi della Compagnia Navale e con i suoi parenti in giro per il Languedoc.

Certo la permanenza in Francia non era stata delle migliori ma Aurora pensava che tutto quello che era accaduto alla fine era stato divertente e positivo.
Il nervosismo era stato molto ma alla fine avevano superato brillantemente tutti i disagi.

Le mancate vendite, le liti con i Sindaci, il processo di Roberto.

Ma non c'erano state solo cose negative. L'idea e la decisone di adottare definitivamente Roberto e Vera era stata presa proprio durante quel viaggio, e ora che erano di nuovo tutti insieme a casa potevano procedere.

Respirò a fondo mentre sorseggiava la tisana calda.

Voleva chiedere a Vera un sacco di cose e rimettersi subito in azione.

Si era ripromessa di fare tante cose tornata dalla Francia, ma lo sguardo della figlia non prometteva niente di buono.

Era sorridente certo, contenta perchè finalmente la febbre di Aurora stava passando, ma lo sguardo non era sereno. C'era qualcosa che non andava ma in quel momento Aurora non aveva il coraggio di affrontare altri turbamenti.

Si voltò verso Vera e cercando di mascherare la stanchezza e la paura di ricevere brutte notizie le disse
Vera, cara! Ora sto meglio, vai pure di là con gli altri e rassicurali, io aspetto Bartolomeo per la visita, vado in bagno per rinfrescarmi e indossare abiti puliti e vi raggiungo.

Sorseggiò altra tisana e attese che la figlia uscisse dalla camera.
Vide la porta richiudersi e rimase a fissarla Si ricomincia pensò mentre con attenzione si levava dal letto e si preparava per affrontare le novità che l'attendevano.

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